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Volti inconoscibili.

Post n°3055 pubblicato il 10 Marzo 2024 da fedechiara
 

Il volto del Pantocratore e le altre storie.

Ormai prossimi a Pasqua ho difficoltà nell'immaginare il volto del Pantocratore.
E' vero che abbondano le immagini del Cristo Risorto che levita leggero con il suo stendardo verso la Ionosfera e oltre, ma quello è il Cristo, il Figlio del Dio Vivente, come ci suggeriscono le Scritture e l'abbiamo studiato nell'ora di religione.
Ma che volto e figura ha il Pantocreatore – a parte quella che Michelangelo ci ha rappresentato nella volta della Cappella Sistina che offre il magico dito all'Uomo Primitivo - suo fresco conio nel Paradiso Terrestre? Tralasciamo, per il momento, la storia della costola di Adamo per non incorrere nelle ire di quelle che: '… e con il maledetto patriarcato come la mettiamo? Lo vedete che è un problema atavico? (emoj rabbiosetto)'.
No, davvero, questa storia del volto del Pantocreatore non è uno sfizio del momento pasquale e un mio affanno atavico.
E' roba da alta filosofia, da teologia applicata perché le Scritture, ben gestite dagli uomini in tonaca nera e galero (il cappelletto cardinalizio), ci suggeriscono un legame fondamentale tra Cielo e Terra: che siamo stati creati ad immagine e somiglianza di quel Desso impronunciabile (non nominare il nome di … invano).
E, a parte la bestemmia di pensare Colui-che-tutto-può simile in tutto o in parte a certi figuri delle nostre cronache di nera, femminicidi e dintorni, il problema di noi divina discendenza pretesa è tutto da studiare ed aggiornare, in questi nostri tempi di scetticismo scientista e ben due millenni che ci dividono dall'apparizione del Figlio suo diletto in terra di Palestina, oggi dilaniata dagli odi contrapposti.
E sarà mica alla fisica quantistica che dobbiamo rivolgere le nostre attenzioni – e pensare il Grande Vecchio della Sistina dal dito accattivante ridotto ad un neutrino piccolo, piccolo: la 'particella di Dio' – come lo hanno definito quei buontemponi degli scienziati?
No, troppo riduzionista, troppo astratto. Di questo passo ridurremmo la meravigliosa Creazione dei fiori, dei pesci e degli uomini ad una asettica esplosione galattica, ad un Big Bang gravitazionale e i mondi in formazione che sibilano nel vuoto del Cosmo sempre più lontani.
E saltano tutte le correlazioni con la fisica classica e con l'uomo che ne è l'incarnazione sempre interrogante e dubitoso.
Temo che la Cosa non avrà soluzione, quantomeno nel breve periodo.
Ci resta la consolazione di ritrovarci tutti quanti siamo e siamo stati nella mitica Valle di Giosafatte ed abbracciarci di bel nuovo ed indicarci festosi con il dito: 'Anche tu qui?!'
Mitico (ed unico) luogo in cui la morte ci riunirà e sanerà quel vulnus pronunciato il dì del matrimonio '...finchè morte non vi separi.'
The end e lacrime di gioia.
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