Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Poltrone e sofà. Trullalà. Ricordate il Comandamento Massimo che: 'Non nominare il nome di Dio invano.' ? Altri tempi, è ben vero, tempi lontani e storie di altre genti, 'timorate di Dio', come si disse in seguito - per distinguerli da coloro che Gli si opponevano, come Giuliano l'apostata, o coloro che, sbrigativamente, la spada in pugno, giustiziavano i cristiani a mucchi, nel corso della 'crociata contro gli Albigesi, e Lo irridevano col dire ai soldati intrisi del sangue dei martiri: 'Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi.' E, oggi, invece, finita quella epopea tragicissima dell'usare sanguinosamente del nome di Dio per la propria causa e verità particolare e conflittuale tra Imperi e Papati, abbiamo gli sketsches televisivi della Lavazza in Paradiso, con la caricatura dei Santi e degli Angeli buongustai e, l'ultimo, che fa interpretare 'il Supremo' o 'l'Altissimo' degli 'ultimi giorni' a un dicitore dalla voce calda e persuasiva che ci ricorda che dobbiamo 'cambiare il sofà', trullalà. E, se non bastassero le polemiche quotidiane su Bergoglio e di Bergoglio versus il 'segretario particolare' dell'antipapa nonagenario che scrive libri polemici, ma poi li ritratta e nasconde la mano, ecco questo uso irridente e beffardo di Santi e Beati irrisi dai 'fanti' irreligiosi di questi nostri tempi grami - e davvero 'non c'è più religione' e 'non ci sono santi che tengano', in Cielo e in Terra, salvo quando non si voglia mettere una basilica a disposizione di gente pia che fa molto volontariato e ci si sente tutti più buoni con 'quel che passa il convento' nel terzo millennio delle confuse lingue di Babele. O tempora! O mores! Comprate un divano, è tempo di cambiarlo, ve lo raccomanda il Supremo. Max Granieri + LA MESSA IN SCENA DI FIORELLO + Caro Fiorello, sono un sacerdote e religioso. Mi ha infastidito ciò che ho visto ieri in apertura del festival, a casa dei genitori che un figlio alla Chiesa lo hanno donato. Quell’abito talare rappresenta una consacrazione, uno stare al mondo, uno stile di vita a servizio di Cristo e del prossimo. Canzonare momenti liturgici della santa messa per strappare una risata è stato motivo di sofferenza. Ho riso amaro, nulla più. E tra un playback di Al Bano e Romina e pubblicità in cui si chiama in causa Dio per reclamizzare un divano, sono felice di non avere un televisore con l’antenna collegata. Che un dio minore sia con te e con il tuo spirito comico. P. Massimo, un prete di larghe vedute e abituato a sorridere. |
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