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Morire per la democrazia?

Post n°3025 pubblicato il 21 Febbraio 2024 da fedechiara
 

Avevo già espresso il mio dubbio in merito. Morire per la democrazia, che strana causa.
Era successo, di recente, con l'Iran degli stra maledetti pretoni islamici.
Tutte quelle ragazze uccise dagli spietati attivisti della 'polizia morale' e chissà quali pensieri hanno attraversato la mente di ognuna di loro mentre venivano insolentite e bastonate e uccise.
I loro vani eroismi presto dimenticati e le ipocrite insorgenze del mondo occidentale presto sedate – e i pretoni oggi nuovamente in auge bellica contro Israele in Libano e nel golfo degli odiati Houthi che insidiano le navi del commercio globale.
Non c'è giustizia a questo mondo e neanche le democrazie sono oro che luccica e sistema di governo per il quale metta conto di dare la vita e di insorgere vanamente e manifestare, come si è fatto ieri qui da noi.
Guardate alla mitica democrazia americana, oggi nel marasma di una competizione elettorale che potrebbe trascinarsi nelle reciproche contestazioni e i brogli di un candidato contro l'altro armati di ricorsi e giudici partigiani – com'è già successo in occasione della salita al sacro soglio di Biden lo Svanito, l'ennesimo Stranamore succube dell'apparato industrial-militare che ci ha imposto la guerra di Ucraina e l'ha detta una democrazia seppur fitta di nazistoni Azov e per la quale ci sveniamo con l'inflazione alle stelle e i costi dell'energia in bolletta. I cittadini di Europa che pagano ogni mese il costo di un'ambizione geo strategica americana che mira a mettere la Russia alle corde ed a contenere la Cina. No, davvero. Per questa mitica democrazia di costruttori di armi  non mette conto di morire e di levare gli scudi ed i peana di guerra.
E ci commuoviamo per la Navalnaya che elabora in pubblico il suo lutto di vedova e si auto promuove quale erede della causa democratica del marito e ci racconta perfino il dettaglio di quale veleno è stato propinato all'eroico consorte, ma la verità vera di quella morte non la sapremo mai perché dalla Russia non è mai filtrato nulla di certificabile – è un mitico luogo di spie ed agenti segreti passati in letteratura - e temo che neppure gli storici riusciranno nell'arduo compito di sceverare e 'leggere le carte' e affermare la verità di quella morte. Parce sepulto.
E il nemico pubblico delle democrazie occidentali coalizzate nella guerra per procura Nato non è tanto la Russia armata, bensì la fragilità dei suoi ideali di fondazione e l'elezione ripetuta alla testa delle sue istituzioni pubbliche di imbelli e incapaci e di gente politicamente pericolosa per le scelte sbagliate che si sono compiute fino ad oggi e ci vedono, noi elettori europei, coinvolti nostro malgrado in una guerra che un pubblico referendum spegnerebbe, finalmente, inducendo gli sventati politici ad andare a Canossa ed a proporre un cessate il fuoco - e sedere al tavolo di una trattativa di pace Nato-Russia realistica che riconosca le conquiste della maledetta guerra e stabilisca una opportuna cintura difensiva e di cauta neutralità intorno allo storico nemico.
E sviluppare, di poi, nuove relazioni economiche e politiche vantaggiose – come quelle che abbiamo distrutto stupidamente con le inutili sanzioni (che ci hanno punito e non hanno castigato a dovere il destinatario di quelle) e ricostruire i patti di non aggressione termonucleare che pendono sul nostro capo come la mitica spada di Damocle di questa ennesima guerra insensata a guida americana, succubi dei loro interessi geo strategici in via di disfacimento.
Correva l'anno...
Un reportage di guerra degno di questo nome. 
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