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Sic transit gloria mundi.

Post n°2480 pubblicato il 10 Marzo 2023 da fedechiara
 

Epitomi, ordine provvisorio, entropie, guerre. 10 marzo 2022

Il professor Jim Al Kahlili, ieri sera, nel bel documentario su raiscuola 'Ordine e Disordine', mi ha ricordato che siamo fiacchi e vani difensori di un provvisoria idea di ordine e di organizzazione delle cose nostre intorno, ma che tutto è destinato alla discarica del Tempo e della Storia.
Tutto degli oggetti delle nostre vite presenti, vestiti, coperte, televisori e computers, imballaggi dei cibi che consumiamo, è destinato al macero della Storia e all'oblio, salvo ostinate resistenze dentro ai musei che visitiamo (ma Palmira e il museo di Bagdad ci insegnano che anche quei luoghi sono soggetti alle distruzioni) – e le discariche sulle quali sedimentano i brandelli di ogni umana cosa che abbiamo maneggiato ne sono l'emblema entropico e i finali cimiteri.
Sic transit gloria mundi.
Va da sé che anche i nostri corpi di carne e sangue hanno uguale destino di transitorietà e rovina e – dato che siamo in Quaresima – nelle chiese ognora ci rammentano che 'sei polvere e a polvere ritornerai'. Cospargetevi il capo. Polvere di stelle, magari, giusto per provare un po' di conforto e di residua grandezza umana, gassosità di atomi astrale dentro e intorno alle galassie che corrono verso il nulla del vuoto siderale, ma polvere e sfarinamento e oblio. Oremus, fratres.
E anche la guerra in Ucraina, che viene strenuamente difesa e tenuta in palma di mano dalle nostre televisioni e dalle redazioni della stampa mainstream e dal nostro capo dello stato – che Dio ce lo mantenga saldo in piedi – è l'epitome fragorosa di un processo entropico di distruzione di tutto quanto abbiamo costruito negli anni che ci dividono dall'ultima guerra – e siamo diventati degli arroganti semidei queruli e noiosi che ognora recitiamo le giaculatorie pie della pace-pace-pace, ma non sappiamo opporre nulla di finale e definitivo alla guerra di sempre, quella dei Greci e dei Romani e dei Cartaginesi e del Macedone che conquistava gli imperi tra l'Indo e l'Eufrate con le sue magnifiche falangi e le lunghe sarisse.
E quella di Putin che si riprende ciò che ritiene, a torto o a ragione, sia il suo baluardo di difesa imperiale, il suo vallo di contenimento della guerra tradizionale – contro la Nato che, con arroganza degna di miglior causa, ha foraggiato le pretese 'democrazie nuove' al fine di potervi schierare i missili e i bombardieri puntati sul nemico storico e di sempre: l'orso russo, malvagio a prescindere e malgrado ci abbiamo fatto buoni affari fino a ieri e ci abbia fornito gas e petrolio a prezzi calmierati negli ultimi decenni.
Ma, vanitas vanitatum, non abbiamo voluto (noi paesi filo Nato) tenere in alcun conto gli avvertimenti che ci venivano dalle guerre del Donbass e del Lugansk e siamo andati a ficcarci con la testa e tutto il corpo dentro il culo di sacco della prossima terza guerra mondiale, però agitandoci in tivù e sulla stampa con l'eleganza democratica che ci appartiene e gridando fiorite laudi e peana di 'andate avanti voi...' ai fieri resistenti ucraini che 'ben resisten' - come resistettero le brigate internazionali a Madrid prima che si instaurasse l'ordine nuovo di Francisco Franco – e la sua Spagna ebbe, in seguito, quarant'anni di pace prima di cedere il passo alla presente repubblica a base monarchica.
p.s. Chicca di oggi.
Al tg di rai news24 si discettava graziosamente, giusto poco fa, sul 'processo di Norimberga' che le vincenti democrazie andranno a istituire per processare Putin e i suoi 'crimini di guerra'. Perché siamo convinti di vincere e imporre condizioni, ca va sans dire.
No, non è una fake. L'hanno detto davvero – con tanto di professore emerito intervistato che pontificava dottamente su quel che avverrà.
Ma hanno dimenticato di dirci se i milioni morti sotto le macerie delle bombe degli Alleati lanciate sulle città (200.000 morti in un epico e magistrale bombardamento su Dresda), al fine di distruggere l'impero del male di Hitler, abbiano mai trovato eco giudiziaria in un qualche processo intentato per uguali, evidenti 'crimini di guerra'.
La Storia la scrivono i vincitori, effettivamente, non possiamo chiedere troppa equanimità alle presenti 'democrazie' post belliche e uguali trattamenti processuali.
The end e laude ai vincitori.
- Quelli che oggi stra parlano di 'crimini di guerra' ieri giustificavano così la loro ecatombe di civili ammazzati.
  • Coloro che si oppongono all'identificazione del bombardamento di Dresda come azione criminale osservano che nel 1945 non esisteva a livello internazionale alcun trattato, accordo, o convenzione, che regolasse i bombardamenti per proteggere la popolazione civile. L'esercito americano si difende dalle accuse circa i bombardamenti usando, tra l'altro, i seguenti argomenti:[38]

    1. I raid avevano un obiettivo militare legittimo date le circostanze (la ferrovia);
    2. Nella città erano presenti sufficienti unità militari e difese antiaeree per impedire di classificarla come «indifesa»;
    3. I raid non usarono mezzi o modi straordinari; furono simili a quelli intrapresi contro altri obiettivi simili;
    4. I raid furono condotti seguendo il normale iter di comando delle forze armate;
    5. Gli obiettivi militari furono raggiunti senza un «eccessivo» costo di vite umane. (200.000 mila morti stimati n.d.r.)
  • Dresda nel 1945.
    Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 
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