Nebbie e dintorni

Ve lo ripeto: l'unico modo per tagliare le gambe alle temibili candidature di Draghi e/o Berlusconi e a quelle di seconda scelta di 'una donna al Quirinale' sono io.

Votatemi, sono bravo, ho le 'fisique di role' e so fare discorsi dell'ultimo dell'anno da urlo e ola e mi ordinerò abiti sobri e di raffinata eleganza per la bisogna, compresi due paia di pantaloni e scarpe da tango – ed ho il pieno consenso del mio popolo (tanghero) dacché ho annunciato sul profilo le milonghe pomeridiane non onerose il sabato pomeriggio nel salone delle feste del Quirinale e nel salone dei Corazzieri (su invito e in ordine alfabetico e differenziando principianti e intermedi negli altri saloni tirati a cera, ma niente buffet; venite 'cenati' o fatevi du' spaghi in ristorante dopo la milonga brava, ché devo tagliare i costi).

E vi risparmiereste le 'serate eleganti' del Berlusconi – che non è cosa da poco date le rimembranze di cui alle intercettazioni e ai noti processi del de cuius redivivo per l'ultima comparsata. E l'età conta, eccome se conta, e i miei 14 anni di differenza con l'ingombrante personaggio in questione garantiscono il settennato ( e la mia ricca pensione, olè).

E so che la vera competizione sarà, invece, con il Drago-pigliatutto, vero e proprio deus ex machina e uomo della provvidenza buono per tutte le stagioni e le cariche, ma privo di effervescenze e fantasia e, alla lunga, noioso – per tacere il fatto che potrebbe avviare una presidenza fuori dagli schemi e con eccessivo allargamento dei limiti costituzionali e dei 'pesi e contrappesi' di cui si è favoleggiato fin qua.

Fidatevi, io sono il meglio che passa il convento e benedirò il parlamento dimezzato che uscirà dalle urne e non mi presterò ai minuetti istituzionali di quei leader di partito vecchia maniera che sono per il tenere gli onorevoli lombi perennemente incollati alle cadreghe parlamentari. Ad un primo accenno di crisi di governo e di lite e ruggine fra i partiti di maggioranza via alle urne, senza se e senza ma - e chi alza anche solo un flebile lamento avrà mie risposte verbali degne di un Cossiga in rabbioso finale di settennato.

Siete avvertiti: io sono per un deciso 'cambio di passo' (col traspié, un mezzo giro ed eventuale sacada e conseguente 'boleo').