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« Dovunque, quantunque e sebbene.Mitiche evirazioni. »

Mettiamola così.

Post n°1678 pubblicato il 30 Giugno 2021 da fedechiara
 

Mettiamola così. La questione fondante il nostro vivere civile può essere efficacemente mostrata con questa foto. La casa in basso a destra era una latteria sociale, ai tempi in cui la montagna viveva del suo: pascolo, fienagioni, allevamento di bovini.
Abbandonata per lunghi decenni e in rovina è oggi un bellissimo edificio di impianto tradizionale indicato quale sede comunale e delle Regole, antichissimo istituto di auto governo dei paesi della montagna.
Alle sue spalle il lotto di terreno privato, per lunghi anni incolto e invaso da alte erbacce, ha visto sorgere la bella casa che riprende gli elementi architettonici dei 'tabià' contadini e il terreno in discesa di pertinenza è stato macinato ed è contenuto in un doppio vallo murario elegante e che costituisce argine al movimento franoso della terra e della neve.
Un cambiamento radicale del paesaggio di un angolo periferico del paese di Pecol nella valle di Zoldo che ci conferma come la proprietà privata ben governata dalle Regole può aprire gli animi alla Bellezza e al sentimento del buon vivere.
Tutto ciò comparate con le foto che scatta ogni giorno, impietoso, l'obiettivo fotografico del vostro cervello quando transitate di primo mattino in una piazza cittadina che ha subito l'onta della 'movida' serale e notturna. O quelle dei cassonetti romani stracolmi pel buco nero della mancata raccolta delle immondizie che appestano e ammorbano l'aria.
Le moderne città conoscono anch'esse, sotto altro nome e codicilli dei diversi regolamenti comunali, l'antico istituto delle Regole, ma, vuoi per l'enormità del compito (milioni di abitanti mal educati), vuoi per l'insipienza e l'incapacità di governo dei sindaci e degli assessori competenti ecco il quotidiano tracimare sotto i vostri occhi del luridume e i drammi conseguenti - invano denunciati sui giornali e dalle televisioni.
Il troppo che stroppia comparato con l'antico adagio che 'piccolo è bello'.
E l'esempio della sregolatezza che si fa Bruttezza a causa della mancanza di Regole condivise o per l'inadempienza dei loro dettati la osservate anche nel troppo che stroppia dei suk che si creano fuori e dentro le stazioni delle grandi metropoli a causa di una immigrazione massiva e fuori controllo e una pretesa 'accoglienza' incapace di integrare gli affluenti.
Morale della favola: abbiamo bisogno di regole come del pane e dell'aria che respiriamo e Bellezza e Bruttezza del nostro vivere civile si confrontano drammaticamente sul crinale delle regole condivise e rispettate o rigettate e noncurate.
Diciamolo a tutti i pelosi 'no borders' e ai buonisti a sproposito e ad oltranza che, ciechi e sordi, si ostinano a non curare questi aspetti drammatici del vivere civile e a 'cambiare discorso' ogni volta che la cronaca ci consegna l'evidenza del troppo che stroppia e dei conflitti che ne conseguono.
Regole e buon governo - ne sapete qualcosa dalle parti del pd e dintorni?
Potrebbe essere un'immagine raffigurante albero e montagna

 

 
 
 
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