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« Futuri gloriosi e miseri...Battibeccare come le cicogne »

Una storia italiana.

Post n°1325 pubblicato il 16 Agosto 2020 da fedechiara
 

 

15 agosto 2017 · Correva l'anno.

Il torto, se di torto vogliamo parlare, è stato fatto alla famiglia Regeni e agli italiani tutti - sempre pronti a vocarsi anima e corpo a una nobile causa e a stendere lenzuoli e striscioni - i primi giorni del fattaccio. Che già era tardi perché quel corpo straziato giaceva sui bordi dello stradone alla periferia de Il Cairo da parecchie ore e la notizia scoppiò nel Belpaese dopo almeno dodici ore dal compimento del crimine – ed ogni inquirente vi confermerà che, se nessuna prova robusta e non contestabile si trova entro le 24 ore dal fatto, nessuna 'verità per Regeni' si darà mai in seguito.

Ecco, il torto è stato fatto in quel frangente, al momento dello scoppio della notizia e del sollevarsi dell'onda di tsunami dello sdegno italico col promettere velleitario una impossibile 'verità per Regeni'. Ed era tutto vero quello che si è saputo in quei giorni di concitazione universale in cui il governo italiano richiamò l'ambasciatore, dopo le false promesse dell'Egitto di fornire prove e carte e risultanze del lavoro dell'intelligence locale, forse in parte compromessa essa stessa nel depistaggio e il fumo e la sabbia che seppellirono l'indagine sul nascere.

Era vero quel che scrissero i corrispondenti dei giornali rapidamente accorsi sul posto: che una fitta nube di fumo e di vane promesse di chiarezza oscurava il panorama sottostante di complicità e collusioni degli apparati istituzionali con i mandanti e gli esecutori dell'omicidio e delle torture, ma, malgrado l'evidenza che non si sarebbe cavato un ragno dal buco, si volle arrivare all'inutile e velleitaria prova di forza del ritiro dell'ambasciatore da un 'paese amico' per contentare gli stolti e gli indignati abituè degli striscioni e delle dichiarazioni reboanti che sempre lasciano il tempo che trovano e per parare l'urto politico del loro sdegno sul governo Renzi in permanente affanno mediatico.

E che avessimo una stringente necessità di mantenere buoni rapporti con l'Egitto in quei giorni di onda alta di barconi che partivano a centinaia dalle coste libiche ed egiziane era a tutti evidente, ma prevalse la demagogia e la stolta decisione di 'sedare gli animi' e lasciar correre l'inutile tempo di nulle indagini e impossibili risposte. Verità per Regeni, già. 
E verità per ogni strage italica dei cento e cento morti tuttora invendicati. Correva l'anno.

 
 
 
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