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« Profondità marineAnniversari. Per non dim... »

Povertà vo' cercando, ch'è si cara al mio cuore.

Post n°671 pubblicato il 13 Novembre 2018 da fedechiara
 

 

Domenico Quirico è un poeta. Fazioso, come tutti i poeti che difendono a denti sguainati la loro poetica e i protagonisti di quella. E sono i poveri i protagonisti, - i molti e diversi poveri del vasto mondo che lui percorre per scovarli e descriverceli nelle loro vicissitudini e transiti e percorrenze faticose lungo i deserti e i mari sui barconi della morte e la detenzione nei lager libici delle attese per l'imbarco. 
E la prosa di Domenico ha raggiunto vette di lirismo e di toni profetici, com'è caratteristica della vera poesia, nei reportages dall'Africa, lui gradito ospite dei camions che attraversano il deserto carichi fino all'inverosimile di quell'umanità tragica dei 'migranti' che violano impuniti i confini dei diversi paesi, complice la corruzione delle guardie infedeli e gli scafisti dei 'naufragi organizzati' e le pietose o.n.g. che li soccorrono col motto latino de: 'Venite parvulus' di Soros.

E profetizzava, Domenico, in uno dei suoi lirici reportages sui poveri del mondo, che vana sarebbe stata l'azione dei governi europei per fermare l'invasione africana, ma si sbagliava – e Salvini, il 'capitano' ha chiuso i porti e oggi si suona una musica diversa in quell'Europa stanca della guerra intestina che ci hanno dichiarato i troppi 'radicalizzati sul web' del terrorismo in franchising nelle enclaves a maggioranza islamica delle 'banlieues'.

E il confronto con l'ultimo reportage di ieri, sulla Stampa, dai ghetti miserabili di Buenos Aires, lascia sconcertati perché la sua prosa rimane lirica e alta, ma sembra descrivere poveri di seconda classe, al confronto con gli africani e i mediorientali delle sue incessanti percorrenze, poveri che gli servono per stigmatizzare gli odiati 'populismi' trionfanti nell'Europa del nostro scontento e, di riflesso, nel Nuovo Mondo – e, se è vero che ogni bidonville è diversa secondo le latitudini, è vero anche che il reddito pro capite dei poveri argentini è maggiore di quello degli africani migranti e induce a una minore pietà o, quantomeno, a un suo bilanciamento e ridistribuzione.

Ma il risultato finale non cambia: i poveri restano poveri e i ricchi difendono con le unghie e con i denti la loro fragile ricchezza insidiata dalle troppe migrazioni e dalla 'microcriminalità' che si accompagna in cronaca a quelle e genera insicurezza e difesa degli ambiti di possesso e dei confini.

E 'pietà l'é morta' se quei poveri ci danno l'impressione di aggredire i nostri orticelli faticosamente e amorevolmente coltivati nei faticosi decenni del nostro 'sviluppo', se ne faccia una ragione, il buon Domenico, ma continui a raccontarci le vicissitudini dei suoi migranti e dei poveri all over the world. Una qualche forma simpatia ce la comunica, in fondo, e lo apprezziamo.

E, in India e in Vietnam, alcune bidonville sono scomparse e molte città hanno cambiato volto, nell'ultimo decennio, segno che una sotterranea dinamica economica e sociale è in atto e agisce, riducendo la povertà globale, bisogna avere pazienza.

 

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Nella capitale un terzo dei cittadini vive nella miseria, mancano lavoro e opere pubbliche Il peronismo nato per dare diritti ha portato tirannia e corruzione, fino al crollo economico

 
 
 
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