Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 4
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

cassetta2frescaselvafedechiaraArianna1921amorino11Crowuglybadbanderuola0Anthony101990Jonesossimoraalice.100dgl0Wawkinssurfinia60QuartoProvvisorioKevinYao
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« Di pensatori al confino ...Noi che diventiamo vintage »

Il mondo rotto

Post n°577 pubblicato il 11 Agosto 2018 da fedechiara
 

La maledetta entropia degli eventi nuovi - 11 agosto 2013

'Abbiamo un problema,', dice il protagonista di una pubblicità televisiva 'un problema con la gente'.

Ed è vero. Abbiamo grosse difficoltà a coniugare la diversità che erompe, prorompe, dilaga nelle nostre vite e quotidianamente ci obbliga ad aggiustare il tiro ed elaborare il lutto per il poco di buono a cui stavamo per fare l'abitudine e scompare sotto i nostri occhi stupiti, invece, da un giorno per l'altro.

Non c'eravamo ancora abituati all'idea di uno sviluppo economico indigeno e relativo benessere dei cittadini - e le città si facevano vieppiù ordinate e moderne e ci prospettavano le 'magnifiche sorti e progressive' di noi tutti proprietari della propria casa e di seconde case al mare e in montagna ed ecco rompersi il maledetto Muro e il riversarsi a ondate dei prigionieri del socialismo reale nelle terre d'Occidente sotto forme di 'badanti' e operai edili.

E, a sud della penisola, ecco le navi arrugginite e i barconi degli albanesi prima e degli africani poi rompere tutti gli equilibri e attentare al nostro fragile benessere cogli altissimi numeri di immigrati clandestini e i rifugiati di cento conflitti. E le chiare città italiche ripiegano su se stesse: trasformate in bronx multietnici, e la crisi globale ci attanaglia: col lavoro esportato dalle aziende in Serbia e Montenegro e Romania a costi cinesi.

E abbiamo visto solidissime realtà politiche squagliarsi al sole del capitalismo globale e la Jugoslavia dei 'fratelli slavi' spezzarsi e trasformarsi in nuovi nazionalismi assassini temperati solo dall'idea di un'Europa-nazione auspicata madre, ma più spesso matrigna - epperò la sola idea di salvezza economica e politica di fronte al formidabile avanzare delle economie cinesi e indiane e brasiliane fondate sullo sfruttamento massimo e sregolato della forza-lavoro.

E fatichiamo davvero molto a elaborare tutte le diversità prorompenti di ospiti extracomunitari che si incistano nella nostra società fragile senza saper/volersi integrare e lasciarsi assorbire dalla società nostra, bensì pronti a insorgere con le violente 'rivolte delle banlieues' e i disordini londinesi dei figli degli immigrati di seconda e terza generazione che hanno esultato e applaudivano senza pudore nel vedere le immagini delle Twin towers in fiamme e i morituri a decine che si lanciavano nel vuoto per sfuggire alle fiamme.

Ci sono studiosi del fenomeno-immigrazione che, studi alla mano, ci raccontano che, in un lasso di tempo di una decina d'anni, le società occidentali riescono ad assorbire e ad elaborare in qualche modo le diversità e a renderle produttive e ordinate in un'idea di nuovo e diverso progresso. Già. Peccato che chi ha vissuto e vive quei dieci anni di disordine tumultuoso dall'interno fatichi molto ad accettare gli eventi negativi dell'entropia terribile del decennio e i suoi altissimi costi sociali e politici.

L'immagine può contenere: una o più persone

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963