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« Guerre latentiSublimi lentezze »

Il troppo che stroppia in tutte le direzioni

Post n°556 pubblicato il 24 Luglio 2018 da fedechiara
 

 

Osservavo perplesso Vittorino Andreoli, ieri sera in tivù, che, più agitato che mai e con toni e zazzera da Savonarola laico, sparava ad alzo zero contro i social degli 'odiatori' – che altri non sono se non i nostri compagni di classe o di lavoro o quelli che giocano a carte nei bar e 'dicono la loro' in rete nei modi fioriti e a volte eccessivi di sempre. Varia umanità, che volete farci. E prima dei 'social' c'era la televisione a meritarsi le reprimende di essere cattiva maestra di vita, ma ci abbiamo convissuto e 'fatti gli anticorpi' e basta fare zapping e scegliere il programma che più ci piace perchè scomodare la censura e la voglia di zittire gli oppositori?

E se Vittorino Andreoli ce l'ha con i 'social' – e con lui molti commentatori sui giornaloni a larga tiratura e molti politici di vecchia scuola e che si stimavano erroneamente 'maestri di pensiero' e dotti 'opinionisti' – è perchè i 'social' hanno assunto, nell'ultimo decennio, una forte valenza politica – che perfino i mitici 'hacker russi' di cui alle denunce delle commissioni di inchiesta sulle elezioni che hanno premiato Trump alla presidenza (un nome un'orticaria immediatamente visibile in molti buonisti e sedicenti democratici), perfino loro si sono scatenanti e hanno lanciato in rete strani 'avvisi ai naviganti' e presunte fake news che hanno convinto gli 'odiatori' a farsi soggetti politici visibili e clamanti e indignati e rabbiosi.

E l'alternativa alla libertà degli 'odiatori' (che è sinonimo di 'populisti' secondo il rabbioso verbo buonista e sedicente democratico) sarebbe quella di chiudere la rete o inserire in essa dei vincoli e molto filo spinato per impedire a questi nuovi rifugiati del libero pensiero e parola di rendersi visibili e operativi sulla scena politica ed elettorale.

Ma non bastano le querele per diffamazione, nel caso ricorressero i termini, o si ha paura di intasare i tribunali della repubblica perché il troppo del mondo rotto stroppia – sempre e in ogni vicenda e vicissitudine?

 

 
 
 
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