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I pensieri corrotti del buonismo radicale

Post n°421 pubblicato il 02 Novembre 2017 da fedechiara
 

I pensieri corrotti del buonismo radicale

Quando si dice 'aberrazione' e corruzione del 'retto pensare' e agire di conseguenza. Sull'attentato maledetto di N.Y. City (e sugli altri di Nizza, Parigi, Bruxelles e via elencando dell'orrendo rosario delle stragi islamico-radicali in Occidente) il piissimo direttore dell'Avvenire - il giornale dei vescovi - si chiede in pubblica trasmissione radiofonica perché ci si indigni e si abbiano reazioni forti solo per le stragi nelle città dell'Occidente e poco, invece, per quelle di Al Shabab in Somalia e dell'Isis in Tunisia e altrove nel secondo, terzo e quarto mondo. 
La corruzione dei pensieri, del retto pensare e agire, indotta dall'ideologia buonista e terzomondista e democratico-radicale arriva a supporre e a insinuare che perfino in questa dolorosissima questione dei morti ammazzati nelle strade e le piazze per mano dei tragici imbecilli 'radicalizzati sul web' si nasconda una nota di razzismo e di discriminazione.

E' da sempre, dalla notte dei tempi, invece, che la reazione di sorpresa e di paura e di indignazione e di odio per quanto di criminale ci avviene in casa o sotto casa o che avviene a noi e ai nostri congiunti è, per l'umana psiche, l'evento che maggiormente colpisce rispetto a tutto ciò che avviene fuori dai patri confini o in altri continenti lontani. 
Dobbiamo batterci il petto e recitare il mea culpa e dirci peccatori anche per questo, cari i nostri misericordiosi da tre palle un soldo? 
O è, invece, la corruzione dei pensieri vescovili e di tutti i loro pii seguaci del dirci tutti fratelli in Cristo che sta alla base di questa aberrazione per la quale io, laico e ateo e figlio della civiltà occidentale, dovrei comunque sentirmi fratello di un mussulmano o di un induista (inclusi i terroristi potenziali, annessi nella comunione universale quali 'fratelli che sbagliano'?) - e, per la verità, già dai tempi di Caino e Abele, perfino il legame del sangue nascondeva l'odio fratricida o la sete di potere per la quale il figlio che aspirava al trono e alla corona arrivava ad avviare il complotto per uccidere il padre o lo uccideva di suo pugno? 
Pollice verso e fuori i leoni. S.p.q.r. Sono parecchio perversi questi romani.

 
 
 
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