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Venerdì 17 e i roghi sociali

Post n°121 pubblicato il 17 Luglio 2015 da fedechiara
 

Venerdì 17 e i roghi sociali

E sarà perché è venerdì 17 che il cumulo delle notizie di oggi è così specialmente negativo e somma insieme l'ennesimo 'foreign fighter' del caxxo che di nome fa Abdulazeez e ne ha stecchiti solo 4 (che fortuna!) - e, con un nome così, qualcuno mi spiega come mai era stato assunto come 'agente di sicurezza al dipartimento delle opere pubbliche' e poteva detenere armi ed era stato pure indagato in precedenza per simpatie sospette? Della serie: 'Com'è pacifica la convivenza nel 'melting pot' della Grande America democratica e dell'Europa che ne segue i nefasti.'

Ma se ci volge a Oriente e si torna a casa, - nel magico Bengodi dell'accoglienza senza limiti e confini che è l'Italia -, scopriamo che il venerdì 17 è non meno conflittuale. E a Roma e a Quinto di Treviso e a Crema è tutto un susseguirsi di rivolte dei residenti dei diversi quartieri contro l'imposizione sovietica dei prefetti che decidono senza consultazioni e senza appello che il valore delle case e delle villette di quel tale quartiere varranno meno di zero perché : 'Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole', ovvero palazzo Chigi e il Quirinale e il Vaticano del papa più buono di sempre e che predica la 'via dei Barconi' accoppiata colla misericordia senza limiti.

E non si capisce perché quei residenti dovrebbero fare marcia indietro ed essere meno inviperiti di quanto ci mostra la televisione - e decisi a respingere chi ha violato le nostre frontiere da clandestino e verrà per certo rimpatriato (ma chissà quando, ci rimprovera l'Europa all'unisono) - dal momento che marito e moglie hanno comprato casa a 120.000 euro e ci pagano sopra un mutuo ventennale, pur se lavorano con contratti a tempo determinato e precario, e quel tale prefetto irresponsabile, - su ordine di Renzi e di quelli del pd buoni tre volte -, da un giorno per l'altro decide che quel quartiere diventerà un ghetto di nuova immigrazione e le case varranno un terzo del loro attuale valore e gli abitanti indigeni inevitabilmente espulsi da una convivenza impossibile e impoveriti e raminghi.

Ed è facile predizione che questo genere di roghi sociali e rivolte e respingimenti aumenterà parallelamente all'aumentare dei numeri degli sbarchi in Sicilia e Calabria e nessuna politica di controllo dei flussi immigratori pare alle viste di questo governo di pusillanimi e incapaci che trasferisce la sua incapacità di governo sulle spalle dei cittadini e li punisce e li vessa in nome di un incomprensibile dettato divino di 'accoglienza erga omnes'.

Per una volta ci sentiamo solidali con la Merkel che, maldestramente, cerca di confortare una bimba palestinese con un motto di dura saggezza che provoca il pianto della piccina. Ma quanto è vero e condivisibile il suo: 'Non possiamo accogliervi tutti', - al di là della stupida partigianeria politica dei nostrani buonisti dei centri sociali dai neuroni particolarmente infiammati e che li fanno letteralmente sragionare.

 
 
 
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