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Un blog creato da sara_1971 il 13/07/2007

S_CAROGNE

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Sara

 

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Vecchio Paz

Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...

 

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Il lungo addio

Post n°549 pubblicato il 04 Agosto 2009 da erbavoglio_70

 

 

 

Per Elisa

 

 

Ebbi a dire che gli amori più interessanti sono quelli non corrisposti: la noia di un amore senza battaglie non avrebbe ispirato i capolavori nei quali cerchiamo rifugio proprio quando crediamo di ambire ad esso. Ottimi spunti di riflessione sono stati in passato forniti anche da quelli che non s'hanno da fare, e non solo per motivi legati al casato; pare vadano di moda a una certa età, quando già si sono compiuti svariati passi del ciclo vitale, spesso ivi compresa la riproduzione. Lascerei i commenti scontati (se è vero amore devono prendere una risoluzione / è una questione di comodo / porco / che zoccola / a lavorare / voglio vederli tra due anni / ecc.) ai contenitori pomeridiani e mi sforzerei di comprendere il punto di vista di chi, a causa di [… riempire ad libitum, a seconda dei casi, della sensibilità, dei propri trascorsi, del retaggio familiare] è destinato a non conoscere la condivisione del quotidiano con la persona che pensa di amare. E, ciononostante, ci spera.

 

Era chiaro ad entrambi che non vedersi oggi avrebbe significato farla finita anche con il nostro ambizioso progetto di rianimare un cadavere, quello del nostro amore grande (grande, grande) che fu. E così, silenziosi e ugualmente efficienti, abbiamo separatamente agito per quanto di nostra pertinenza al fine di evitare di incontrarci, senza però compiere un atto palese (all'altro, a terzi e a noi stessi). Sì, con classe, senza ostentare con grida e infantili restituzioni o recriminazioni la comune sofferenza: l'obiettivo era condiviso. Farla finita, una volta per tutte, per sempre. Il cieco abbandono nelle mani di qualcuno causa vertigine.

Mi sono svegliata nel cuore della notte pensando a te e ogni tessera del puzzle era disciplinatamente al suo posto.

Mi sono lavata e vestita con cura. Desideravo essere bella per mancare al nostro tacito appuntamento.

Sì: sapevo dove trovarti e prevedibilmente tu non mi hai chiamata (sai dove trovarmi e se non ti chiamo non verrai). Il tempo non era tiranno, stamattina: non avremmo dovuto rubare momenti al dovere, oggi avremmo avuto la calma per stare un po' insieme alla luce del sole. E così, non so cosa mi abbia indotta a girare a sinistra. Forse sono state le parole non dette, quelle ancora da inventare o quelle pesanti incise nel cuore (no, non le dimenticherò). Non lo so.

Entrambi eravamo sorpresi. Facile. Troppo facile. Bravi, siamo stati bravi. Potremo incolpare il fato. Sono certa che abbiamo percorso la stessa strada, quella che porta all'Ikea, in direzioni opposte. Non andremo mai a scegliere insieme un divano. Che Dio ce ne renda merito. Quello che è stato amore, forse brama (che ne pensi?) non sarà avvilito dall'incuria.

 

 

 

 
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Benedetta il 04/08/09 alle 22:48 via WEB
È triste. La polemica contro il PCI andava fatta nella prima metà del decennio passato. Siete in ritardo, figli. E non ha nessuna importanza se allora non eravate ancora nati... Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi quelli delle televisioni) vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio delle Università) il culo. Io no, amici. Avete facce di figli di papà. Buona razza non mente. Avete lo stesso occhio cattivo. Siete paurosi, incerti, disperati (benissimo) ma sapete anche come essere prepotenti, ricattatori e sicuri: prerogative piccoloborghesi, amici. Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti! Perché i poliziotti sono figli di poveri. Vengono da periferie, contadine o urbane che siano. Quanto a me, conosco assai bene il loro modo di esser stati bambini e ragazzi, le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui, a causa della miseria, che non dà autorità. La madre incallita come un facchino, o tenera, per qualche malattia, come un uccellino; i tanti fratelli, la casupola tra gli orti con la salvia rossa (in terreni altrui, lottizzati); i bassi sulle cloache; o gli appartamenti nei grandi caseggiati popolari, ecc. ecc. E poi, guardateli come li vestono: come pagliacci, con quella stoffa ruvida che puzza di rancio fureria e popolo. Peggio di tutto, naturalmente, e lo stato psicologico cui sono ridotti (per una quarantina di mille lire al mese): senza più sorriso, senza più amicizia col mondo, separati, esclusi (in una esclusione che non ha uguali); umiliati dalla perdita della qualità di uomini per quella di poliziotti (l’essere odiati fa odiare). Hanno vent’anni, la vostra età, cari e care. Siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia. Ma prendetevela contro la Magistratura, e vedrete! I ragazzi poliziotti che voi per sacro teppismo (di eletta tradizione risorgimentale) di figli di papà, avete bastonato, appartengono all’altra classe sociale. A Valle Giulia, ieri, si è cosi avuto un frammento di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte della ragione) eravate i ricchi, mentre i poliziotti (che erano dalla parte del torto) erano i poveri. Bella vittoria, dunque, la vostra! In questi casi, ai poliziotti si danno i fiori, amici. [...] Pier Paolo Pasolini (Maria Calzetta)
 
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