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Un blog creato da sara_1971 il 13/07/2007

S_CAROGNE

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Sara

 

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Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...

 

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A Sud di nessun Nord

Post n°463 pubblicato il 06 Febbraio 2009 da sara_1971

Finalmente il karma si è chiarificato: la mia vita è articolata su livelli di difficoltà crescente, come le fasi di un processo iniziatico. Nell’attuale mansionario sfigato si è improvvisamente aggiunta la voce “aiutare Geghe a trasferirsi nel nuovo alloggio assegnatogli dal comune”. Bene, direte voi. Malissimo, direbbe Sara perché già una volta la soluzione proposta dall’Intellighenzia Comunale si era rilevata impraticabile. Ma siccome Geghe e Sara sono restii ad imparare la lezione si avventurano a visionare uno di questi antri cavernosi su cui una moltitudine di reietti di solito sviluppa lo stesso accanimento competitivo che Erba riserva ai saldi. Formalmente non sarebbe mio dovere perché Geghe non è catalogabile nemmeno lontanamente nell’elenco aggiornato (mpf, magari*) di quelli a cui l’ho data, ma siccome sono una Signora lo faccio per Amicizia (ci tenevo a precisarlo ad Erba anche in questa sede). Per l’evento Geghe ha preteso un regalino beneaugurante, una cosetta sobria: un appendiabiti in legno massello, con grande probabilità  importato direttamente dalle tundre di Babbo Natale e intarsiato a mano dagli elfi finlandesi muniti di taglierini ricavati dalle cornaccia delle renne visto il costo davvero contenuto (ovvero 95 -*°#fuçk#°*- euro buttati).


Vabbé, ma torniamo a bomba (come quella che farò esplodere un giorno al centro d'incontro del SIM come atto di protesta muto, solitario e disperato) all’argomento del post: nel locale l’arredamento consta di una pianta grassa sopravvissuta a quattro mesi di convivenza con lo spettro di Sir Simon e numerose rotelle di polvere che attraversano a tutta velocità l’ingresso (effetto rovi  nel deserto).


Alla prima occhiata Geghe appare entusiasta, Sara si ritira nel Getsemani a pregare ma poi si rassegna e trangugia mestamente la sua penitenza.


Dallo scarico del lavandino sale un odore di topi morti. Sara lo fa notare a Geghe e lui garbatamente risponde: finché sono morti che problema c'è? L’anoressica che non è mai in Sara in quel momento prende improvvisamente il sopravvento giurando di non toccare cibo finché si trova all’interno dell’abitazione.


In uno dei suoi (rari) momenti di ottimismo ossessivo compulsivo Geghe decide di affiggere all’istante il mausoleo in legno massello e costringe l’Amica (maiuscolo) a reggerlo mentre lui si trastulla con il martello. Fatto. Sara conta rapidamente le dita: dieci. Donna di poca fede. Si continua la visita guidata alla catapecchia mentre un calcinaccio scende lesto dal soffitto a salutare la coppia.


Geghe appare un po’ meno entusiasta appena si accorge che il bagno è posizionato all’esterno dell’abitazione ma, volendo, è un problema superabile: predisponi dei punti di ristoro nel corridoio, tra la camera da letto e i sanitari, e con un po’ di fortuna, spalmandoti accuratamente grasso di foca su tutto il corpo, magari sopravvivi anche all’inverno.


Fa sempre bene provare a guardare il mondo dall’altra parte. Volendo pensare positivo, essere sempre senza il becco di un quattrino se non altro vi  risparmia l'orrore di rovinarvi la giovinezza compilando prematuramente una dichiarazione dei redditi sulla vostra seconda casa. Giusto? Giusto.


Lentamente, e con fare circospetto, i due arrivano finalmente alla camera da letto (almeno credo). Da un vetro rotto occhieggia quel simpatico animaletto che da sempre è la più significativa espressione di una civiltà in declino: il gagliardo topo di fogna. E lì la bonaria adattabilità che è sempre con voi non riuscirà a prendere in mano la situazione.


Capisco che la mia possa apparire una condizione decisamente troppo letteraria per risultare veritiera ma, credetemi, se ho continuato ad amare Bukowski anche adesso che sono cresciuta un motivo oggettivo, in fondo, c’é.


 


 


P. S. L’animaccia dei servizi sociali.


 


*Il magari è riferito al mancato aggiornamento dell’elenco e non certo all’inserimento nel suddetto di quello schiattamorti di Geghe.


 

 
Rispondi al commento:
panglos
panglos il 08/02/09 alle 22:51 via WEB
Accanimento terapeutico - deliri papali
I recenti fatti di cronaca hanno proposto per l'ennesima volta il problema dell'accanimento terapeutico. Dobbiamo distinguere fra il mantenere in vita un animale il cui cervello è irrimediabilmente morto e un animale il cui cervello ancora funziona.
La cronaca ha posto per l'ennesima volta un quesito: è giusto continuare a mantenere in vita in maniera innaturale un essere umano il cui cervello e IRRIMEDIABILMENTE MORTO?
Il mio parere è che per ME, Uomo, è indifferente; si tratta di un essere umano che non ha più alcuna percezione del dolore. Non lo fai soffrire se lo mantieni in vita, non lo fai soffrire se lo lasci morire.
Mi sento però di prendere posizione se la domanda viene posta in altri termini.
Di fronte ad un essere umano clinicamente morto, può qualcuno (non) intervenire (parenti di solito, ma anche commissioni etiche) affinché la natura faccia il suo corso? A mio parere SI'!
Siamo esseri umani e può generare indicibile sofferenza il vedere una persona cara MORTA il cui corpo viene mantenuto in vita artificialmente e tutto ciò in nome di un malinteso rispetto per la vita. A mio parere chi si oppone affinché la natura IN QUESTI CASI faccia il suo corso offende la Vita, esattamente l'opposto di ciò che afferma. Rispetto per la Vita significa anche rispetto per la morte, una concetto che costoro rimuovono.
Veniamo al Papa, figura a te molto cara. Ciò che fa il Papa, portavoce di coloro che si stracciano le vesti affinché si mantenga in vita chi è morto, è fare delle affermazioni di carattere RELIGIOSO, non scientifico! Il Papa afferma, in nome di Dio, che non si può affermare che un cervello clinicamente morto mai più tornerà ad essere vivo. Questa affermazione contrasta con verità scientifiche: in decenni di osservazioni cliniche di soggetti cerebralmente morti MAI si è verificata la benché minima regressione della morte cerebrale, MAI!!!
L'osservazione clinica non fa altro che confermare le conoscenze scientifiche di base; è noto che un neurone può sopravvivere all'anossia (mancanza di ossigeno) solo pochi minuti, superati i quali va incontro a morte. Questo non vuol dire che quel neurone smette di essere una cellula, vuol dire che smette di funzionare. Il processo è irreversibile. Un neurone che non funziona è come un corpo al quale sia stato asportato il cervello: un cadavere che ha solo l'aspetto di un essere vivente.
Il Papa quindi fa affermazioni che contrastano con le conoscenze scientifiche. Ciò che dà maggiormente fastidio ai laici o, se preferisci, atei come me è che il Papa non fa queste affermazioni in ambito clericale, ma utilizza i mezzi di informazione di massa. Sarei disposto a rispettare le affermazioni del Papa se le rivolgesse ai fedeli durante una messa: a messa ci va chi vuole sentirla; sta bene a lui?... sta bene anche a me!
Utilizzare i mezzi di informazione di massa per diffondere notizie SCIENTIFICAMENTE FALSE, non deve essere consentito a nessuno. Concludo con una riflessione sui media. Digerirei meglio i servizi di (dis)informazione sui deliri papali se chiuso quel servizio ne cominciasse un altro, di carattere scientifico, che illustrasse le ragioni della scienza.
Tu sapessi, e qui chiudo, quanto mi incazzo quando sento delirare il Papa sul tema dell'omosessualità e se tu sapessi quanto mi incazzo perché le televisioni trasmettono in maniera acritica, senza nessun commento di carattere scientifico, quei deliri!!!
 
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