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Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare una intera Via Crucis con una semplice stretta di mano, o una visita ad un museo, e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi, e miliardi di parole d'amore...

 

Cuor di Carogna

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Post n°260 pubblicato il 05 Aprile 2008 da erbavoglio_70

 

Per lunghi interminabili pomeriggi sono stata distesa su un divano, inerme, pigiando rabbiosamente i tasti del telecomando, non sapendo dove andare, ma sperando di riuscire a raggiungere l'armadio, vestirmi e uscire. A volte lo zapping spasmodico mi inchiodava dinanzi a un talk show. A sentirli forse sono depressa. Ma no, su, non bestemmiamo. Per quanto abbia evocato l'angoscia con succhi a base di spleen, a me viene da ridere troppo spesso. Non so, dicono che c'entri la genetica, secondo me più probabilmente è merito del sole, o del fatto che al momento giusto, quando la noia si espandeva incontrollata, e l'immobilità si illudeva di dominarmi, qualche pia farfalla sbatteva le sue ali in Brasile o in India, poco importa. Certo, se mi lasci non vale: ma no, idiota, non dico a te, ma alla mia inquietudine, al mio desiderio di gozar, al ritaglio ingiallito dagli anni e dal sole con su scritto todos los días son un puro gun. Anche io, prima di divenire maestra nell'arte della gestione creativa del vero, ho lasciato che un esercito di insignificanti cavilli si impossessasse delle mie giornate. Ora ho imparato: basta mettere la freccia a destra e girare a sinistra.


 
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Anonimo il 06/04/08 alle 08:39 via WEB
La parola spleen deriva dal Greco splēn: in Inglese significa "milza". In francese, spleen rappresenta la tristezza meditativa o la melancolia. Il temine venne reso famoso durante il Decadentismo dal poeta franceseCharles Baudelaire, ma era utilizzato anche anteriormente, in particolare nella letteratura del Romanticismo. La concezione di spleen e di melancolia deriva dalla medicina greca degli umori: uno di questi era la bile, prodotta dalla milza. Questo concetto si ritrova anche nel Talmud, legata alla milza come organo del riso. In Cina lo spleen è uno dei fondamenti del carattere e si pensa che influisca sull'umore. Lo spleen decadente: Lo spleen decadente è una forma particolare di disagio esistenziale le cui motivazioni non risiedono in episodi specifici, ma rimandano alla natura sensibile del poeta nel suo complesso, alla sua incapacità di adeguamento al mondo reale. Lo Spleen, a differenza del Tedium vitaeleopardiano non produce rifflessività sulla condizione umana ma si esprime a livello artistico con la descrizione degli effetti opprimenti e terribili dell'angoscia esistenziale. Il ciclo degli "Spleen" dei Fiori del male: Quattro sono i componimenti che,nella prima sezione dei Fiori del male si presentano sotto questo titolo, l'ultimo di tale breve ciclo è senza dubbio il più celebre. Da esso emerge che il poeta si sente estraneo a un mondo che lo rifiuta e conscio della propria incapacità di trasformarlo, assiste impotente al tramonto di ogni speranza e alla vittoria dell'Angoscia, che diventa tragico emblema di tutto il suo essere; i termini e il tono della poesia conferiscono al sentimento analizzato la concretezza di un male che è anche fisico oltre che psicologico.Della poesia rimangono impresse soprattutto le immagini di soffocante chiusura (analogia cielo-coperchio, Speranza-pipistrello imprigionato), di umido (soffitto marcio-pioggia) e di incapacità di elevazione a causa dell'Angoscia: "Angoscia infilza sul mio cranio, dispotica, il suo vessillo nero". ''Spleen (testo originale francese): Quand le ciel bas et lourd pèse comme un couvercle Sur l'esprit gémissant en proie aux longs ennuis, Et que de l'horizon embrassant tout le cercle Il nous verse un jour noir plus triste que les nuits; Quand la terre est changée en un cachot humide, Où l'Espérance, comme une chauve-souris, S'en va battant les murs de son aile timide Et se cognant la tête à des plafonds pourris; Quand la pluie étalant ses immenses traînées D'une vaste prison imite les barreaux, Et qu'un peuple muet d'infâmes araignées Vient tendre ses filets au fond de nos cerveaux, Des cloches tout à coup sautent avec furie Et lancent vers le ciel un affreux hurlement, Ainsi que des esprits errants et sans patrie Qui se mettent à geindre opiniâtrément. - Et de longs corbillards, sans tambours ni musique, Défilent lentement dans mon âme; l'Espoir, Vaincu, pleure, et l'Angoisse atroce, despotique, Sur mon crâne incliné plante son drapeau noir. Traduzione italiana (libera): Quando come un coperchio, il cielo basso e greve schiaccia l'anima che geme nel suo eterno tedio, e stringendo in un unico cerchio l'orizzonte fa del dì una tristezza più nera della notte, quando la terra si muta in umida cella segreta dove sbatte la Speranza, timido pipistrello, con le ali contro i muri e con la testa nel soffitto marcio; quando le immense linee della pioggia sembrano inferriate di una vasta prigione e muto, ripugnante un popolo di ragni dentro i nostri cervelli dispone le sue reti, furiose ad un tratto esplodono campane e un urlo lacerante lanciano verso il cielo che fa pensare al gemere ostinato d'anime senza pace né dimora. -Senza tamburi, senza musica, sfilano funerali a lungo, lentamente, nel mio cuore: Speranza piange disfatta e Angoscia, dispotica e sinistra infilza nel mio cranio il suo vessillo nero.
 
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