S_CAROGNE

 Calla, calla o habla para siempre

(Hable con ella)

Fate uno sforzo. Non dite la verità sempre e comunque: dirne una addomesticata, adatta al momento e allo stato psichico dell'interlocutore, non è peccato. Poi, nel buio della vostra stanzetta traete le conseguenze più opportune. Potreste anche decidere di ritornare sull'argomento, in un secondo tempo, a freddo, certi di non causare alcun trauma nell'altro. Si tratta, credo, solo di delicatezza. Io persi l'innocenza presto, ad appena otto anni: nacque mio fratello e, ovviamente, lo odiavo come tutti fanno, ma pochi dicono; era un odio sano, il mio, impastato di amore per mia madre e per il vecchio equilibrio familiare: infatti, successivamente, ho lautamente ricompensato il fratellino per questi iniziali impuri pensieri rivolti al suo indirizzo. Ebbene: alla domanda “Non è bellissimo?” avrei volentieri risposto: “Tu stai di fuori” o “Come lo scarrafone” o “E per questo coso rosso e rugoso ho interrotto di vedere Tre cuori in affitto?!” o simili amenità, ma mi feci seria seria e dissi, con un po' della dolcezza rubata dagli occhi, decisamente felici, di una felicità effimera e ancestrale, di mia madre: “Sì... e poi è molto piccolo”. Lo so, lo so: non è una vera risposta, ma ammetto di averla usata altre volte, e funziona, perché porta seco interesse e tenuità, e non fa mentire, piuttosto omettere. Altri doverosi esempi:

• Una cara amica vi presenta con slancio il suo, diciamo, uomo (orrendo, banale, insignificante, che veste anche da schifo); la guardate, pensate al suo orologio biologico e vi convincete che a sessant'anni più che single sarebbe zitella e quindi le dite: “È innamorato di te -certo, ha vinto la lotteria- mi piace come ti guarda”.

• Qualcuno, con un taglio di capelli o un vestito nuovo, vi chiede “Come sto?”, e il solo fatto che non vi siate lasciati andare a dichiarazioni spontanee dovrebbe suggerirgli la risposta. Oppure vi dice “Hai visto come sono dimagrita?” (... ehm, davvero?). Bene: cercate una via d'uscita, ora non è che vi possa svelare tutti i miei segreti, dovessimo, un domani, incontrarci...

• Siamo alla domanda fatidica: “È stato bello anche per te?” Spinte dalla tenerezza suscitata dalla pochezza delle sue aspettative, dal fatto che quindi in precedenza non deve aver goduto poi molto, gli dite “Sono felice che ti sia piaciuto”, quasi lasciandogli intendere che voi vi ponete in secondo piano e pensando intimamente a Paolo Rossi (il fratello): “Sei venuto bene?”, “No, son venuto tutto mosso!”

• Sara scrive un (presunto) post. E io, che non sono come lei, adopero la mia ars retorica per indurla a cestinare spontaneamente il suo elaborato. Ecco: forse in tali frangenti dovrei essere più incisiva, ma si sa: lei è un animale particolare.

Insomma, esistono momenti sacri o profani che dovrebbero essere preservati: i fischi fanno più male di una critica sull'edizione domenicale del giornale.