SFIDE DI PENNA
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Creato da ParafrasandoOblii il 19/02/2010Area personale
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Marcel Proust
L'esser contenti è una ricchezza naturale, il lusso è una povertà artificiale.
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Eravamo insieme, tutto il resto del tempo l'ho scordato.
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L'uomo stolto cerca la felicità lontano, il saggio la fa crescere sotto i propri piedi.
J.
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"...è uno strano dolore... morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai..
." Baricco-Seta
La felicità è benefica per il corpo, ma è il dolore che sviluppa i poteri della mente.
Proust
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IL CURIOSO CASO DI B. BUTTON
Post n°6 pubblicato il 28 Maggio 2010 da ParafrasandoOblii
C’è una bellissima canzone di Roberto Vecchioni che dice “Vorrei essere tua madre per guardarti senza voglia, per amarti di altro amore…”. Questo film ci mostra un amore insolito, un amore che riesce ad oltrepassare l’erotismo sconfinando in un oltre che vince la normalità, vince il quotidiano crescere insieme. Lui nasce vecchio e morirà giovane, lei nasce giovane e morirà vecchia. La fine e l’inizio si intrecciano, si confondono, l’una diventa l’altro e l’altro l’una. Come due passeggeri di treni diversi fermi per pochi istanti alla stessa stazione così i protagonisti si ameranno, con la consapevolezza di un futuro in cui l’altro sarà assente. L’impossibilità di amare si trasformerà in un altro tipo di amore, un amore che abbraccia la diversità. Lei lo amerà ancora, anche quando sarà un bambino, anche quando non ci sarà più niente in lui dell’uomo che ha amato, lei lo prenderà tra le braccia e lo amerà. Lo cullerà come una mamma in un amore che si farà dolcezza, stringerà al seno un bambino che è lo stesso uomo virile e forte che l’ha resa madre. Lui l’amerà anche quando lei perderà la linea del corpo, amerà le sue rughe, le sue calze da donna matura, i capelli legati. Lui è stato un vecchio bambino incompreso, disadattato, non amato dai genitori, lui sa dove sta andando lei, sa a cosa va incontro. Lei è stata come tutti i bambini irrequieta, dipendente dagli altri, lei non può non capire a cosa lui va incontro. Entrambi custodiscono la fine dell’altro, così si comprendono come nessuno potrebbe mai, così si amano come nessuno potrebbe mai. Così va all’indietro anche la vita del protagonista, partendo da un futuro infelice, fatto di cecità e artrosi e calvizia e tutto quanto attende inesorabilmente l’uomo, migliorando poi lentamente, avvicinandosi progressivamente alla perfezione della pelle di un bambino, sogno dei chirurghi plastici affannati a ricostruire l’uomo. Incolliamo quello, tiriamo quell’altro… l’uomo diventa un fantoccio nelle mani di altri uomini, fino a situazioni paradossali. Almeno il bambino non è abbastanza maturo per soffrire la dipendenza dall’uomo, sofferenza che è direttamente proporzionale all’età. Così molti uomini preferirebbero vivere al contrario, come dice Woody Allen, nascere al contrario. |
Inviato da: porno_zombie
il 16/02/2012 alle 16:26
Inviato da: rubenviola1975
il 19/01/2011 alle 13:07
Inviato da: cherytamtam
il 16/10/2010 alle 00:58
Inviato da: ParafrasandoOblii
il 14/10/2010 alle 22:28
Inviato da: ilmaredinotte71
il 14/10/2010 alle 21:09