Un’offerta turistica da valorizzare 12 mesi all’anno. 

Destagionalizzare l’offerta turistica: è la sfida che attende un territorio ricco e diversificato come la Puglia. Una sfida che si può vincere.

 

Si sa, l’estate è la stagione principe del turismo nostrano. Da qualche anno, anche la primavera, in particolare la tarda primavera, sta vedendo aumentare le presenze turistiche e un’analoga osservazione si potrebbe fare per le primissime settimane d’autunno.

 
 

Resta però un arco di 5-6 mesi, da ottobre a marzo, che rappresentano una vero potenziale, in gran parte non valorizzato, per rilanciare l’economia della nostra Regione.

 

Negli anni passati, progetti ambiziosi come “Discovering Puglia, tra vie e cammini”, messi a punto dall’assessorato regionale al turismo, miravano senz’altro nella direzione giusta, ma rischiano di restare come “rara avis” o, se preferite, come “mosche bianche”.

 

Il turismo pugliese negli ultimi 15 anni ha decisamente cambiato passo, eppure, perché esploda 12 mesi all’anno, occorre fare sistema ed è necessario, innanzi tutto, un cambio di mentalità, a cominciare dagli operatori del settore.

 

È vero che “l’erba del vicino è sempre più verde”, ma chissà quanti altri territori invidierebbero una Regione che può vantare le bellezze artistiche e naturalistiche, il patrimonio storico, archeologico ed enogastronomico della nostra terra: dal Gargano alla Daunia, dalla Puglia Imperiale alla Terra di Bari, dalla Valle d’Itria alla Magna Grecia, dall’Alta e Bassa Murgia alla nostra lunghissima e variegata costa, dalle Gravine a Santa Maria di Leuca, lungo le vie Appia, Traiana, Micaelica, Francigena, i Tratturi della transumanza, la Via Leucadense e chi più ne ha più ne metta.

 

Quando il sistema Puglia imparerà a viaggiare h24, ci vorrà un anno di 24 mesi per conoscere e far conoscere i tesori di una delle Regioni più belle d’Italia.