Aboubakar Soumahoro, il paladino dei braccianti schiavizzati, mostra le mani. "Lo vede il mignolo sinistro? Sa perché è diverso dal destro? Non l'ho mai detto: me lo hanno riattaccato dopo un incidente in un cantiere. Io conosco lo sfruttamento perché sono stato sfruttato, so cosa vuol dire dormire per strada perché mi è capitato. Per questo, per chi ha la mia storia, il fango che mi stanno gettando addosso fa ancora più male". Soumahoro, anzi l'onorevole Soumahoro, da tre giorni è finito in una tempesta politica e mediatica a causa di un'indagine, al momento senza ipotesi di reato e in cui il suo nome nemmeno compare, da parte della procura di Latina. Si parla di mancati pagamenti di lavoratori e di pessime condizioni di assistenza da parte della coop Karibu e del Consorzio Aid, nei quali hanno avuto dei ruoli la moglie e la suocera di Soumahoro. In questa prima intervista, il deputato eletto da indipendente nella lista di Verdi e Sinistra italiana si difende e contrattacca. Annunciando il suo progetto politico: "Dare un tetto, una nuova casa politica a tutti quelli che non si sentono più rappresentati da questa sinistra fluida, senza identità e senza idee".

Proviamo a fare chiarezza sulla vicenda di Latina. Cosa c'entra sua moglie?

"Liliane non possiede nessuna cooperativa, non fa parte di nessun Cda e non è mai stata all'interno del consorzio Aid. È vero che è stata una dipendente della Karibu, ma allo stato attuale è disoccupata".

E allora chi è il responsabile di quello che emerge dalle testimonianze?
"Ma perché lo chiedete a me? Cosa c'entro io con quella cooperativa? Perché non sono andati a chiedere notizie a mia suocera o a mia moglie? È la dimostrazione che è solo fango per delegittimare me e la mia lotta".

Lei dice che sua moglie ora non è coinvolta nella coop, ma forse lo era all'epoca dei fatti. In famiglia ne avete parlato?
"La mia resistenza a rispondere a queste domande non è dovuta a una volontà di eluderle. Però, non avendo io vissuto nulla in merito a questa vicenda, non posso fare affermazioni approssimative o per sentito dire con delle indagini della procura in corso".

Come vi siete conosciuti con Liliane?
"Nel corso di un evento pubblico proprio a Latina, dove ero andato insieme al mio amico Roberto Saviano. Perché io a Latina ci andavo per lottare e non ho mai visto Casapound, o chi si appoggiava a Casapound, lottare per i diritti dei braccianti".

Che persona è sua moglie?
"È la donna che amo e per amarla non mi serve il suo casellario giudiziario. Liliane è la persona che, quando l'Italia era in lockdown, stava da sola a casa con un neonato, mentre io giravo il Sud per distribuire mascherine ai braccianti e alle persone bisognose. Adesso, quando esco di casa, mio figlio mi dice: papà, vai a fare la libertà".

Non ha ricevuto grande solidarietà dopo che il suo nome è stato accostato a questa inchiesta. C'è rimasto male?
"Io mi sento ferito nell'anima, è come se mi stessero soffocando. Ma ho ricevuto migliaia di messaggi di solidarietà. Ringrazio Saviano, ringrazio il mio fratello e compagno Mimmo Lucano, ringrazio le attiviste e gli attivisti della comunità Invisibili in Movimento, ringrazio tutta la comunità virtuale che si è schierata dalla mia parte. Persino Maurizio Gasparri ha scritto che non ho alcuna responsabilità. Aspetto le prese di posizione degli altri...".

Anche a sinistra non si è fatto molto amici?
"Io sono un nemico e un bersaglio ideale per la destra, ma anche per una certa sinistra sono scomodo. Una sinistra che non riesce a schierarsi dalla parte del lavoro, che si ricorda delle donne solo l'otto marzo, che non ha un orientamento chiaro sulla pace, che non dà seguito alle promesse sullo ius soli, che non sa la fatica di un operaio, la precarietà delle partite Iva, che non ha mai abolito la legge Bossi-Fini, che ha aperto la strada per i decreti sicurezza di Salvini varati dal governo del Conte I e mai cancellati con il Conte II, che non ha nulla da dire ai 600 mila italiani che non riescono a curarsi. Questa sinistra non ha più nessun rapporto con chi pretende di rappresentare. Si presenta come una medicina per curare un'allergia, ma è lei stessa la pianta che provoca l'allergia".

Lei vuole un'altra sinistra?
"Voglio dare un tetto, una nuova casa politica a tutti quelli che non si sentono più rappresentati da questa sinistra fluida, senza identità e senza idee".

Il governo italiano ha ingaggiato un braccio di ferro con la Francia e con l'Ue sull'accoglienza dei migranti. La sua sinistra cosa farebbe se fosse al posto di Meloni?
"Una premessa: migrare è un diritto umano, è riconosciuto dalla dichiarazione universale dell'Onu. Bisogna come prima cosa far uscire questo tema dal gioco dei piromani politici, di quelli che parlano di blocco navale".

È anche diritto di uno Stato regolamentare gli ingressi o no?
"Certo, ma quello delle migrazioni è un problema complesso che va governato fuori dagli slogan. Iniziando da questa domanda: perché partono? Da qui al 2050 avremo 216 milioni di migranti climatici, ci sono 900 milioni di persone non riescono più a sfamarsi. Sono come "I dannati della Terra" di Fanon, l'unica strada che gli resta davanti è la fuga".

Meloni ha proposto un piano per l'Africa, la convince?
"Per un africano, fatevelo dire da un italiano diversamente abbronzato, quel piano ricorda troppo i tempi della colonizzazione. Nessun governo africano farà accordi con chi esprime ostilità verso i figli e le figlie del continente. Non bisogna costruire un piano per l'Africa, ma un piano insieme agli africani. Se Meloni è d'accordo, sono pronto a farlo con lei in Parlamento.