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Varchi di confine.

Post n°3197 pubblicato il 20 Maggio 2024 da fedechiara
 

20 maggio 2016
La buona notizia è che i varchi di confine tra Italia e Slovenia sono ancora aperti e 'Schengen' - e si transita di là e di qua del crinale delle colline fitte di verzure e fiori senza problemi e i nomi slavi dei paesuoli arroccati nelle loro solitudini collinari si alternano a quelli italiani come accade nel Tirolo italiano, per ora.
E la domanda che mi pongo, vagando di cocuzzolo in cocuzzolo e di macchia di case in macchia di case e chiesuole aperte solo le domeniche per la funzione, come diavolo si viva in quelle case e solitudini - e i vicini di casa li conti sulle dita di due mani. Ma d'estate no, d'estate è un via vai di tedeschi e italiani in gita e queste strade sono meta ambita di 'mountain bikers' e affanni respiratori nelle ascese dei pomeriggi affocati, - ma che goduria le discese senza freni e il vento caldo che ti scompiglia le chiome.
E anche Izola e Piran sono cittadine di solitudini annoiate e intollerabili, in queste giornate di maggio piovoso che preludono al caldo estivo e all'esplosione di presenze turistiche de 'tutti al mare' (a mostrar le chiappe chiare). E la domanda, nel vedere due bimbi accucciati che giocano in silenzio e rade parole, torna prepotente: 'Come si elaborano queste solitudini, che già ai primi freddi di ottobre le respiri e ti agghiacciano e neanche la coltivazione degli orti basta a riempirle o la costante cura edilizia delle case che maggio infiora di rose di ogni colore?'
Le grandi città hanno gli immensi problemi del 'troppo che stroppia', ma, per gli studiosi, sembra siano l'inevitabile proiezione del futuro dell'umanità degli 11 miliardi di individui che, si prevede, faranno scoppiare il pianeta a ridosso de 2060 - e le migrazioni a cinque cifre sembrano confermare la tendenza già in questi anni di affanno economico e crisi globale.
L'accoglienza diffusa nei paesini non funziona, chi ci viene confinato presto scappa nella giungla urbana che sembra offrire mille possibilità e relazioni, seppure agli angoli delle nostre strade si moltiplicano/heranno i giovani neri mendichi - e ancora ricordiamo le vane predicazioni di Ghandi, che batteva a tappeto le immense metropoli della miseria di allora - Calcutta, Nuova Dehli, Mumbai - e invano sollecitava quei miseri a tornare all'economia dei villaggi, dove un pugno di riso ti sfamava e non si moriva di stenti.
Questo è quel mondo e il suo sviluppo caotico, chi vivrà vedrà.

 
 
 

Mele marce e fiori.

Post n°3196 pubblicato il 20 Maggio 2024 da fedechiara
 

Fior da fiore e mele marce. Errata corrige. 20 maggio 2020

Non credo negli esseri umani. Detto così suona malissimo, considerato anche il battage radiofonico e televisivo che ha avuto questo inno parecchio intimista e l'uso spudorato e dilatato che ne hanno fatto le diverse parti politiche (ricordo una lontana, non troppo memorabile, 'Tutta la città ne parla' su radio 3 dedicata ai migranti, sempre loro, il nostro cruccio e il nostro affanno epocale).
E l'uso, altrettanto e forse più spudorato, che ne fa la Wind per dirci che siamo 'più vicini' e più umani se usiamo dei loro costosi servizi in esclusiva. Per vostra informazione: la Iliad costa meno a parità di prestazioni, ne sono testimone diretto e non pubblicitario. E fa uso di una pubblicità meno fragorosa e più arguta e intelligente.
Il fatto è che quando una canzone si trasforma in un inno nascono i guai, diventa uno slogan apodittico e non dimostrabile. E si attira le critiche e le idiosincrasie relative.
Domanda-trappola di impianto socratico: E' poi vero che tutti gli esseri umani sono umani? E cosa è umano per l'esattezza? Un giudice che ti condanna dopo un penoso dibattimento viziato dagli artifici di un bravo avvocato-leguleio di controparte vi appare umano? E quel tal leader politico che voi avversate e che vi sta tanto sul c.... perché ha fatto approvare i decreti-sicurezza che voi buonisti vedete come il fumo negli occhi è forse un 'essere umano che ha il coraggio di essere umano'?
Vedete bene come tutto ruota intorno alla definizione apodittica del glorioso ritornello dello stolido inno e non è esplicitata nei suoi correlati. Spiegare 'umano' please. Limiti, ambiti, pertinenze, essenza dell'umano secondo voi (e non secondo Umberto Eco o Einstein o Ghandi o Osho o chi diavolo vi piace perché è autorevole e ve ne fate belli sul profilo).
E' come se volessimo credere all'attualità delle parole strane e contorte del nostro inno nazionale, nato in contesto ottocentesco e relativo alle peripezie patrie e ai confusi protagonisti di allora.
Siamo davvero 'pronti alla morte'? La recente pandemia e le clausure domiciliari di tanta gente impaurita sembra escluderlo. Forse un po' di attualità potremo riconoscerla allo 'stringersi a coorte' all'ora dell'aperitivo o della movida serale, ma basterà un picco di nuovi contagi e si torna ai domiciliari di cui sopra per sfuggire alla morte che ci sovrasta e ci comprende.
Insomma, gli esseri umani sono quello che sono: a volte umani, a volte cretini emeriti, a volte gaglioffi o serial killer maledetti o figli di buonissima donna dai cattivissimi comportamenti sociali e/o privati. Perciò piantatela di propinarci quell'inno stolido. Credo che ci siano alcuni esseri umani davvero 'umani' nel senso della pietas e della dedizione ma non sono convinto che siano la maggioranza del mio prossimo.
Fior da fiore e togliere dal cesto le mele marce. E chiediamo in coro a Mengoni di farne una errata corrige per la sua prossima canzone.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 

L'entropia in una stanza.

Post n°3195 pubblicato il 19 Maggio 2024 da fedechiara
 

L'entropia in una stanza. Fateci gongolare, cittadini.

In un interessante documentario scientifico relativo all'agire dell'entropia negli universi conosciuti (https://www.andreaminini.org/.../termodinamica/entropia....)
il conduttore trascorreva dal macro al micro ed illustrava il manifestarsi dell'entropia in una stanza d'albergo: di come l'ordine iniziale di asciugamani puliti e stirati e lenzuola immacolate consegnatogli dalla donna delle pulizie che l'aveva riordinata al mattino si trasformava in lenzuola stropicciate e gli asciugami spiegazzati poggiati a caso sulle piane del lavandino e una patina di grasso dei saponi e qualche pelo di barba in bella mostra sull'invaso del lavandino (ma che schifo!).
Ordine e disordine sono il nostro vivere quotidiano e, ad ogni passo che facciamo nella nostre case, colazione, pranzo e cena, disseminiamo briciole e cellule morte sul pavimento e riempiamo i bidoni della raccolta differenziata con gli imballi delle plastiche e le bottiglie vuote del nostro vivere disordinato.
E tutto ciò noi chiamiamo 'il vivere' e non ce ne indigniamo, bensì provvediamo, di lì a poco, a ripristinare lo stato entropico iniziale, con maggiore o minore successo secondo i giorni e l'energia che ci mettiamo.
E non diversamente avviene nella vita sociale dove lo stato iniziale del preteso governo della repubblica passa da uno stato entropico passabilmente ordinato post elezioni – con peana di trionfo dei vincitori e le euforie dei programmi politici da mettere presto in atto – ad uno sfilacciamento posteriore progressivo – con le critiche feroci delle opposizioni e la canea delle manifestazioni di piazza dove si urla tutto il male possibile di coloro che il popolo sovrano ha mandato al potere, incluse le idiozie dei fascismi pretesi (Aita! Aita!) e le temutissime 'orbanizzazioni' (sic).
Con il corollario di maestrine martirizzate in carcere (triplo sic) e perciò candidate alle prossime europee, imputate in Ungheria di manganellare sulla testa gli opposti di fede politica (entropia massima. Il massimo dei minimi della follia spacciata per azione politica, chiosava un noto comico).
E lo stato entropico di disordine massimo lo abbiamo raggiunto l'altro ieri: di un cattivo poeta (quattro sic e un 'bleaaah') colto in flagranza di parossismo criminale che ha ficcato cinque pallottole in corpo al suo leader politico slovacco e oggi delira davanti al suo giudice di fascismi pretesi (accuse riprese da qualche quotidiano nostrano – per dire che l'imbecillità a sinistra dilaga irrefrenabile, ahinoi) e, forse, più in là, il suo avvocato gli consiglierà di invocare la seminfermità mentale al fine di ridurre la pena che si commina agli assassini.
Questo è quanto avevo in animo di dirvi oggi, cittadini, in una domenica di nuvole sparse e la tregenda del voto europeo che si avvicina. A noi di riordinare l'entropia europea giunta al suo punto più basso e di affidare la metaforica stanza in disordine alla donna delle pulizie che, partendo dal risultato delle urne, ce la riconsegnerà (speriamo, esprimiamo i voti) riordinata e il copriletto ben teso agli angoli ed i cuscini sprimacciati e gli asciugami puliti e profumati.
Occhi ben puntati sulle schede, cittadini, la rivoluzione del 8/9 di giugno p.v. è possibile, stupiteci e fateci gongolare.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "Capire Termodinamica S1<S2 < S1 S2 tempo Lezione 3-4 Secondo principio della termodinamica Introduzione al concetto di di entropia"

 
 
 

La Festa ha avuto inizio.

Post n°3194 pubblicato il 19 Maggio 2024 da fedechiara
 

Che la festa cominci. 19 maggio 2019
World history is not the ground of happiness. The periods of happiness are empty pages in her.[5] (La storia del mondo non ha una base di felicità. In essa le pagine di felicità sono pagine vuote.)
”— Georg Wilhelm Friedrich Hegel

Sembra che i dirigenti della Biennale abbiano battezzato un nuovo tempo verbale: l'auspicativo.
May you live in interisting times, infatti, può essere tradotta come: 'Possiate vivere in tempi interessanti', oppure, come sopra riportato, essere la notazione ironica, risalente a tempi lontani, in cui si chiosava che : 'E' meglio essere cani in tempi di pace piuttosto che uomini in tempi caotici.'
E non vi è dubbio che i tempi nostri, di noi post moderni abitatori del pianeta Terra, sono tempi interessanti e densi di eventi caotici i cui sviluppi ancora fatichiamo a comprendere.
E stiamo tenendo a battesimo l'Intelligenza Artificiale, nientemeno – che un poco ci inquieta perché non ci piace l'idea che delle macchine figlie nostre possano 'animarsi' ed entrare in gioco di umanità relativa e competizione virtuosa con noi e magari sostituirci, in amore e in guerra, le due cose che meglio ci riescono.
E ci intuiamo, in questi nostri tempi interessanti, parecchio fragili, con addosso questo involucro tenerello di carne ed ossa e nervi e tendini soggetti ad usura dopo solo settant'anni di vita e chissà di cosa saranno capaci le macchine che costruiranno altre, più sofisticate, macchine - e Blade Runner è l'orizzonte di riferimento, ma saremo noi a dire, sopraffatti dalle macchine figlie nostre, la famosa frase delle 'navi da combattimento in fiamme sui bastioni di Orione' e 'ho visto cose che voi mutanti neanche immaginate'.
E abbiamo fatto un lungo tratto di strada prima di ipotizzare la nostra estinzione di 'umani' e consegnare l'idea di 'eterno' alle macchine figlie nostre che, di certo, ne faranno buon uso – e chissà se anch'esse/i sapranno produrre, prima o poi, un Rinascimento come quello che abbiamo alle spalle e se nascerà tra loro un Leonardo e/o un Michelangelo che ne uguagli i fasti e la bellezza delle opere.
Ma, per l'intanto, ci accontentiamo di affrontare, piuttosto affannosamente in verità, il globalismo imperfetto dei dazi usati come clave tra nazioni tornate nemiche e le migrazioni massive che producono conflitti quotidiani e vittime innocenti e, di conseguenza i 'sovranismi'.
Sovranismi e populismi che tanto dispiacciono ai sedicenti anti fascisti e ai buonisti anime belle che chissà che idea di mondo futuro hanno in testa e, per il momento, si limitano a cantare 'Bella Ciao' al passaggio di Salvini - fermi come sono a quegli altri tempi, certo più interessanti, della seconda guerra mondiale dei milioni di morti ammazzati e di una Resistenza tardiva e controversa che non ci risparmiò l'onta della firma di Alcide De Gasperi su di un trattato che ci privava degli storici territori.
Di tutto questo non parlano, è vero, gli artisti invitati alla Biennale, ma troverete, in giro per i vari padiglioni, frequenti accenni ai 'barconi', da parte di artisti tanto sensibili e buoni, forse per l'omaggio dovuto al barcone esibito all'Arsenale del naufragio di 700 vittime degli scafisti e del criminale commercio di vite umane incentivato dal pd di s-governo fino a un anno fa e oggi, finalmente messo sotto stretto controllo e ostacolato dal nostro ministro dell'Interno, - che le urne del 26 maggio ce lo premino (auspicativo presente) e gli consentano di meglio operare contro quegli infami assassini.
Tempi interessanti, i nostri, sicuramente, ma ne verranno di migliori, se i sovranismi prenderanno piede e potranno mostrare 'di che pasta son fatti'. Ad maiora.

 
 
 

Caos ed ordine.

Post n°3193 pubblicato il 19 Maggio 2024 da fedechiara
 

Il caos, l'ordine e il diavoletto di Maxwell. 19 maggio 2021

'Amiamo il caos perché ci consente di provare ad ordinarlo.' A. Beardleys

Il diavoletto di Maxwell ci ha insegnato che si può ordinare il moto caotico delle particelle individuandole e sottraendole man mano al loro gioco caotico originario e al loro fastidioso andare a destra e a sinistra e su e giù e in diagonale come caxxo gli pare.
E Shannon ci ha consegnato una fondamentale teoria dell'informazione che, però, non prevede, dannazione! come si può fare a distinguere il vero dal falso e dividere il grano dal loglio negli articoli che ci capita di leggere.
E così non siamo in grado di contrastare in modo scientifico l'uso distorto e tendenzioso che fanno i giornalisti dei giornaloni associati (La Stampa, la Repubblica e Il Corriere in testa) di quanto avviene nel corso di una campagna elettorale, ad esempio.
Oppure contrastare e correggere e riallineare in una narrazione più reale e prossima al vero i modi e i protagonisti delle presenti migrazioni – presentate ai lettori come tristi ed inevitabili eventi dovuti alla temibile geremiade buonista de 'fame/guerra/carestie' invece di una lotteria (costosa e controversa) di naufragi organizzati da criminali scafisti con la piena coscienza e partecipazione attiva e colpevole di persone che si mettono in mare sapendo il rischio che corrono – e che fanno correre alle loro donne e ai bambini.
Precisazioni e correzioni di una narrazione falsa e tendenziosa che fanno tutta la differenza nel presente dibattito politico e influenzano e informano, se conosciute e diffuse, il libero arbitrio dell'elettore.
E se Salvini, come il diavoletto di Maxell, prova a individuare le particelle caotiche riottose e a sottrarle al gioco caotico dei serissimi pericoli del mettersi in mare scientemente con barconi/gommoni fatiscenti al fine di usare la misericordia dei paesi europei come grimaldello per una assistenza indebita e indifferenziata (tra veri profughi aventi diritto e clandestini che sciamano di là delle frontiere Schengen in barba a leggi e divieti) dovrebbe levarsi un corale peana di approvazione e laudi nei suoi confronti, ma la cattiva e distorta informazione di cui sopra lo trasforma in un Hitler redivivo (vedi il video dei vergognosi studenti e la professoressa incriminata e sospesa) e ci propina le quotidiane, fantasiose e vigliacche accuse di fascismo/razzismo/leghismo - e, una volta di più, influenza e condiziona e distorce i risultati del voto europeo prossimo venturo.
Segno che la scienza non ha ancora percorso per intero il cammino che tutti auspichiamo di dirci dove sta il vero e dove il falso delle tragiche cose e dei luttuosi accadimenti delle cronache, se a destra o a sinistra degli schieramenti politici, se in internet o in televisione – e di ciò ce ne rammarichiamo e sogniamo una futura schiera di scienziati nei campus che ci illumini e metta fine agli stucchevoli e inconcludenti dibattiti in tivù e sulla carta stampata di cui abbiamo piene le scatole, in verità. Amen e così sia.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 
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