Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi di Aprile 2024

Un voto 'pop', un voto per la pace.

Post n°3163 pubblicato il 30 Aprile 2024 da fedechiara
 

Viviamo in tempi 'pop'. Che è l'abbreviazione di 'popolari', ma è anche riferimento canonico a quella forma d'arte di cui alle icone di Andy Warhol passando per Madonna (la cantante).
E 'Ggioggia' è oramai a buon diritto una 'icona pop' – a partire dal suo celeberrimo 'Sono una donna, sono una madre...' e dal più recente 'Scrivete Giorgia sulla scheda (siamo 2 milioni e passa e dito medio levato agli oppositori)'.
Ma già godeva dell'assist di Ray Charles che gli dedicò l'omonima struggente canzone – pensando a lei futura icona pop o a qualcosa che le poteva vagamente somigliare (la Georgia U.S.).
E un'altra icona pop in pectore è 'Il Generale' – citato sulla scheda elettorale col 'detto' perché Roberto Vannacci all'anagrafe è sconosciuto ai più e forse si doveva aggiungere 'del mondo al rovescio', per meglio identificarlo e dargli corpo sociale politico.
E mi vengono in mente quei buontemponi dei buranelli (dell'isola di Burano) che 'il detto' ce l'hanno dalla nascita e per riporto di generazioni – e se ne sono fatti una ragione e il cognome familiare è solo un allegato di poco conto, ma chissà se gli espatriati se lo tramandano o se resta in isola precaria memoria del pugno di residenti ivi rimasti che escono dalle case nel tardo pomeriggio, una volta partito l'ultimo turista per Venezia, città futura.
E vi è da credere che Francesco De Gregori mediti di rivendicare il copyright di quel suo detto (del Vannacci) perché è dalla collina dove 'non c'è più nessuno / solo aghi di pino / e silenzio e funghi' che discende il suo 'Generale' vagamente pacifista che lascia il posto volentieri alla 'contadina di cinquant'anni / di cinque figli / venuti al mondo come conigli..' che erano 'partiti in guerra come soldati / e non ancora tornati...'
Le prossime elezioni europee facciamo che siano 'pop' - nel senso di un trionfo di quel popolo di europei (chiamati con disprezzo 'populisti') che non vedono l'ora di mandare a casa tutti quei guerrafondai dei continui armamenti all'Ucraina con sullo sfondo il pulsante rosso della terza guerra mondiale termonucleare.
Un voto per le trattative di pace e contro la follia degli Stranamore americani e dei loro alleati più realisti del re.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante ‎Superman e ‎il seguente testo "‎ه0‎"‎‎

 
 
 

Guai a chi 'ratta' le Sabine.

Post n°3162 pubblicato il 30 Aprile 2024 da fedechiara
 

Il ratto delle Sabine e le altre storie. - 30 aprile 2022

Finiremo per incaricare un team di storici valenti di indagare a fondo sui fatti che portarono al mitico 'ratto delle Sabine' al fine di derivarne lumi su quanto avviene da noi in merito all'accoglienza senza più limiti dei popoli del mare africani e asiatici – giovani uomini soli in larga parte, dicono le cronache?
Pare che i Romani, fondata ed accresciuta la loro città florida di attività e commerci (il paragone dovrebbe essere con il temibile crescere odierno delle enclaves islamiche, intimamente nemiche, nel cuore delle metropoli europee) abbiano chiesto ai popoli stanziali loro intorno, Ceninensi, Antemnati, Crustumini e Sabini, di potersi maritare con le loro figlie e nipoti – dal momento che nella nuova città latitava il sesso femminile e si temeva per la sorte della città in capo ad una/due generazioni. (Vedi le denunce e gli articoli dei nostri giornalisti sui picchi demografici all'ingiù.)
Non è chi non veda l'enormità storica di una tale richiesta politica che rimanda, peraltro, all'innominata questione (severi guai politici a chi la pronuncia in chiaro!) delle 'sostituzioni etniche' prossime venture che si paventano.
Ne conseguì una guerra, narrano gli storici e la vinsero i Romani – con l'intermezzo leggendario delle donne ex Sabine che si interposero tra gli eserciti con i neonati in braccio pietendo la pace tra i padri e i fratelli Sabini e i freschi mariti.
Vabbè, l'ho scritto – e ciò che è scritto è scritto.
Aggiustate voi la metafora storica e le predizioni future su quanto avviene oggi sul suolo patrio.
Le cronache giornalistiche sono lì a offrirvi tutto il materiale necessario.
Non ditelo, però, a quelli del pd, mi raccomando, ché gli viene il sangue agli occhi solo all'indicare che fanno i giornalisti del nome, cognome e provenienza degli autori di ogni crimine che compare in cronaca ogni santo giorno.
Non è carino, dicono sui loro socials, e fomenta i conflitti inter razziali. Pensiamo, invece, allo ius soli che tutto pacifica e apre ad un'era di convivenze solari e mirabili e spazio aperto futuro a tutti i migranti senza limite alcuno.
Correva l'anno...
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Simpatici metodi educativi.

Post n°3161 pubblicato il 29 Aprile 2024 da fedechiara
 

Recto e verso. 29 aprile 2015
Pare che sia piaciuto un sacco a una quantità di persone quel video che mostra una madre 'autorevole' che si riporta a casa il pargolo vestito da guerriero ninja e gli insegna, manu militari, che non si spaccano vetrine, distruggono macchine e tutto il resto dell'armamentario folle e stupido dei rivoltosi di ogni risma e colore politico e della pelle.
Bisognerà che le autorità di Baltimora prendano in considerazione l'ipotesi di organizzare una brigata di queste autorevolissime madri e le schierino in fronte agli psicolabili violenti di ogni causa e partito e curva nord o sud – e non serviranno i caschi e gli scudi di plexigas e i manganelli per far fuggire a gambe levate i pargoli malcresciuti e che frequentano le cattive compagnie.
E, qui da noi, non sarebbe male tornare a quello 'spirito dei tempi' per il quale la madre o il padre 'autorevoli' raccomandavano alle maestre di mollare pure un salutare ceffone al bullo riottoso, se non si comporta come dovuto, che: 'quando torna a casa gliene do un altro'.
Viva la sana e sbrigativa educazione d'antan e pollice verso ai bambinoni riottosi e violenti e 'movidari' incalliti che hanno riempito le avvilenti cronache di questi nostri ultimi decenni di vita associata.
Il dibattito
Franco
Divenuta ormai leggendaria la mamma di Baltimore ripresa a mollare sganassoni al figlio liceale in costume da rivoluzionario con passamontagna e felpa (non quella di Salvini) beccato a far casino per strada invece di essere a scuola. Una madre così vale più di cento poliziotti in assetto di guerra. Grande.
foto di Tg Zero Pagina ufficiale di Radio Capital.http://www.giornalettismo.com/.../baltimora-proteste.../
GIORNALETTISMO.COM
Baltimora: il video della madre arrabbiatissima che trascina via il figlio dalla guerriglia urbana

Stefania
Non so se sarà mai possibile che accada da noi, finché abbiamo giudici che tolgono i figli alle madri "vecchie", ma che li permettono alle coetanee "ricche, famose e lesbiche"... Nel frattempo aspetto di vedere l'evoluzione di questa vicenda: magari i vigili hanno denunciato il nonno dopo che i passanti, ancor prima di sapere come stavano le cose, li hanno chiamati http://www.ilgiornaledivicenza.it/.../nonno-per-strada...
Nonno per strada picchia la nipote che compra droga
ILGIORNALEDIVICENZA.IT
Nonno per strada picchia la nipote che compra droga

 
 
 

Storie, metafore, sogni.

Post n°3160 pubblicato il 29 Aprile 2024 da fedechiara
 

Di storie vere, metafore e sogni. - 29 aprile 2017

R. Kapuscinsky, in un suo libro, racconta di un villaggio africano dove il vento solleva vortici di polvere e il caldo intenso chiude le persone nel chiuso delle capanne, ma, come un'apparizione, giunge una jeep dal deserto accompagnata da un camioncino e un regista conosciuto dagli abitanti allestisce in velocità coi suoi aiutanti un improvvisato set, parte una musica e, miracolo! ecco gli abitanti del piccolo villaggio uscire a gruppi dalle capanne - e prendono a danzare al suono di quella musica come se un misterioso copione fosse stato distribuito in anticipo.
L'evento dura poco più di un'ora e coinvolge l'intero villaggio - donne e bambini inclusi. Infine il regista e i suoi aiutanti salutano, ripongono le attrezzature e se ne vanno e torna il vuoto nella piazza e i mulinelli della polvere e il caldo africano e gli abitanti di nuovo chiusi nelle capanne in attesa della sera e della notte.
Possiamo partire da questo episodio e farne una metafora di tutto quanto accade da noi, in quei villaggi strani e campi profughi improvvisati sotto l'urto di una immigrazione massiccia e in crescita esponenziale che sono le nostre caserme requisite allo scopo e gli hotels vuoti requisiti dal ministero degli interni - e ne seguono le proteste degli abitanti e dei sindaci contro i prefetti che fanno il lavoro comandato loro dalle cattive politiche degli s-governi dai quali dipendono e ne sono la maledetta longa manus.
E dovremmo narrare - in parallelo alle polemiche sugli incessanti arrivi e sbarchi dai gommoni e i traghetti delle o.n.g. dai finanziamenti opachi che li prelevano a poche miglia nautiche dai porti di partenza - di come vivono quei neri dentro quelle strutture di una assistenza misericordiosa che ci hanno imposto col grimaldello della pietà e di una 'legge del mare' nata per gli occasionali naufragi e applicata invece, impropriamente, alle migrazioni bibliche dei migranti economici, alias clandestini dei naufragi organizzati, che pagano cifre altissime ai trafficanti di uomini e donne e bambini.
E dovremmo narrare di cosa fanno tutti quei giovani neri chiusi li dentro e quali progetti di vita sognano e perché, invece, li vediamo a nugoli aggirarsi per le strade mendichi o ciondolare a gruppi davanti alle stazioni e la chiamiamo 'accoglienza', ma ha tutto l'aspetto di una catastrofe umanitaria che non sappiamo gestire e che ha precipitato le nostre città nelle narrazioni dickensiane della miseria globale oscenamente esibita e della mendicità diffusa e della piccola criminalità urbana che riempie le carceri.
E avremmo bisogno di un regista che apparisse all'improvviso in queste nostre città e villaggi globali della mendicità oscena e povertà e microcriminalità diffusa che ci suonasse un'altra musica e improvvisasse il flash mob del cambiamento e di una vera accoglienza dove quei neri per caso degli sbarchi organizzati e profumatamente pagati e che generano il miserabile business dell'accoglienza italica e delle pelose o.n.g globali trovassero, invece, un lavoro onestamente pagato e una casa in affitto come facciamo tutti noi indigeni - ma qui siamo in un'altra storia e film di una altra epoca futura di cui non siamo sicuri che i titoli di testa preciseranno che è tratta da una 'storia vera'.
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Le armi della democrazia e l'Europa (Giorgia-la Tiranna e i suoi infami detrattori).

Post n°3159 pubblicato il 28 Aprile 2024 da fedechiara
 

Avete letto bene. La nostra simpatica premier, così benvoluta in Europa e capace di accreditarsi al centro dello schieramento politico europeo per entrare in maggioranza con gli infami (che non lasceranno fama) del ppe + socialisti nuovamente in sella a giugno (così dicono i sondaggi malandrini e partigiani), viene tacciata, in qualche foglio antifa di questo augusto titolo regale 'Giorgia-la-Tiranna'.
Che, come Elisabetta-la-Bastarda (da altri storici menzionata come Elisabetta-la-Grande che sconfisse la Invencible Armada di Ferdinando-il-Cattolico), la eleva al rango di onnipotente, - come erano i re di un tempo che mandavano a morte gli oppositori e i 'traditori' di ogni risma.
E, se non facesse ridere, dovremmo anche noi gridare, come gli antifa ed i presenti oppositori da tre palle un soldo ad ogni ricorrenza di 25 aprile, 'Al lupo, al lupo!' fascista e le libertà democratiche conculcate. Aita, aita, siamo le vergini cucce delle Grazie alunne.
E converrà, invece, prendere sul serio la minaccia della nostra premier di fare da spalla ai folli interventisti Nato in Ucraina e votare, invece, con grandi numeri, il suo diretto competitor, Salvini, che l'Europa la vuole rivoltare come un calzino e intende allearsi con le 'estreme' per fermare la valanga di morte impostaci da Biden-l'Anziano.
Possiamo davvero essere protagonisti in Europa, a giugno, se manderemo a casa gli infami bellicisti filo Nato e imporremo un clamoroso cambio di maggioranza politica.
Aux armes, citoyens! (La perorazione rivoluzionaria va intesa come metafora politica – è bene precisarlo per non incorrere nel subitaneo coro di 'Bella ciao', o peggio, dei nostri infiammatissimi 'antifa'.)
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