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I baobab e la memoria.

Post n°2292 pubblicato il 30 Ottobre 2022 da fedechiara
 

I baobab e la memoria. - 29 ottobre 2014

Periodicamente, un'assistente sociale specializzata in gerontologia, viene a far visita agli anziani del centro che ospita mia madre e ne sottopone alcuni ai tests che dimostrano l'avvilente avanzata (raramente la regressione) della demenza senile che svuota gli sguardi e le espressioni e trasforma i volti di quegli anziani in desolate 'maschere del Nulla' – l'antichissimo teatro che tutto e tutti ci dissolve nelle sue nebbie o forse solo 'ci trasforma', come recita quella formula della fisica che: 'nulla si crea, nulla si distrugge...'.
E, naturalmente, è lo stato della memoria il test principe di quell'esame periodico dai tristi esiti e scontati. Tristi tropici di una vegetazione mnemonica che fu lussureggiante di piante di alto fusto e vigorosi arbusti del sottobosco e oggi è come la piana desertica del Madagascar in cui si erigono i baobab, sopravvissuti al massacro pel loro essere 'sacri' nell'immaginario degli indigeni.
Ed è vero che è la nostra capacità di veritiera ricostruzione del passato che ci ha coinvolti e che dovremmo saper testimoniare e raccontare che ci salva dal marasma della 'demenza senile' - e provate voi a fare uno dei tests proposti a mia madre del ricordare la sequenza precisa degli ultimi otto presidenti della repubblica succedutisi al Quirinale, invece di giocare a: 'Chi sei stato nella tua vita precedente' e 'Che colore sei' con lo sconfortante esito del 'Nero'.
Così, ieri, è andato in onda uno di quei tests al Quirinale, appunto, in cui dei magistrati e degli avvocati di noti imputati mafiosi hanno giocato a ricostruire, davanti a un quasi novantenne presidente della repubblica, il chi e come eravamo negli anni delle stragi mafiose e delle bombe nelle chiese e della 'presunta' trattativa tra lo Stato e la mafia per farle cessare.
E non me ne vorrà 're Giorgio' se scrivo che l'impressione che ne ho avuto, dai resoconti di stampa e telegiornali, è quella di altri mitici, deserti mnemonici italici: 'Non so, non ricordo, se c'ero dormivo' o mi occupavo d'altro.
Perché il Tempo fa il suo corso, maledizione! e la memoria umana, a differenza di quella degli elefanti, è labile, - anche e sopratutto quella collettiva: che tutto perdona e cancella - e le troppe diplomazie e i pelosi 'rispetti istituzionali' che hanno consentito quell'esame quirinalizio per nulla 'ricostruttivo' e 'chiarificatore' hanno prodotto, invece, l'ennesima nebbia di altre stragi dimenticate e vanamente commemorate ogni anno, e quest'altra impressione: che una 'demenza senile' ci riguardi e condizioni i nostri comportamenti 'civili' - di tutti quanti noi cittadini di questa repubblica, nessuno escluso.

 
 
 
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