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« Gli auguri e il mondo nu...L'anno che è già venuto... »

Auguri d'annata. Qualcosa è cambiato?

Post n°1093 pubblicato il 01 Gennaio 2020 da fedechiara
 

Discorso d'inizio anno a 'profili unificati' - (Il senso di Mattarella per la comunità come quello di 'Smilla per neve'.) - 01 gennaio 2017 

Riflettevo sul senso di 'comunità nazionale' ieri sera – tema proposto dal capo dello stato a reti unificate, com'è l'uso - e faticavo a trovare gli elementi capaci di elaborare il tema. E, a guardare due telegiornali diversi della stessa fascia oraria, il tg3 e quello di rete4, davvero il senso di comunità nazionale - cose e valori e sentire di popolo condivisi - non scaturiva da quelle immagini e i commenti. 
Né maggiore fortuna ho avuto ieri notte, al ritorno da una festa 'a palazzo' dove non bastava la musica sparata ad altissimo volume e le danze e i salti e il dimenarsi scomposto a 'fare comunità' e riconoscimento e condivisione e gioia di incontri e di inviti – e per strada vedevi gente strafatta di alcool e di nulla le cui grida e frasi sconnesse davvero non richiamavano l'idea di comunità condivisibile e cose e valori identitari su cui fondare una riscossa nazionale e proiettare gli auguri di ogni bene per il nuovo anno.
E capisco il Mattarella, 'messo lì nella vigna a far da palo', palo costituzionale, (il Giusti mi perdoni la citazione) il cui compito è quello di illudere se stesso e i tele ascoltatori che 'ce la faremo' e basterà l'ottimismo della volontà a fare aggio sul pessimismo della ragione dei 'gufi' e vedrete che tutto andrà per il meglio, italiani e italiane, e il 2017 sarà un incanto di gente che si farà comunitaria – ad onta di quanto ci mostrava il tg di rete 4 che mandava i suoi reporters a giocarsi i connotati e l'integrità della telecamera nei ghetti urbani di San Siro e dovunque i nostri ospiti extra comunitari hanno stabilito precaria e oscena e rabbiosa residenza e slum urbano e 'giungla'.
Però il Giusti, in fondo alla sua bella poesia anti austriaca, ci raccontava come quei soldati 'messi qui nella vigna a far da pali', a un certo punto della messa in sant'Ambrogio di Milano levavano lento un canto struggente e dolentissimo che si faceva incanto e suggestione e muoveva la commozione. Avverrà anche nella nostra improbabile e raffazzonata 'comunità nazionale'? Chissà. 
Facciamoci gli auguri, ne abbiamo davvero un gran bisogno.

 

Il metodo della follia.

Non ho visto il Mattarella in tivù, la sera di san Silvestro. Troppo prevedibili le sue esternazioni e le reprimende e le geremiadi di rito del pane azzimo di una sinistra che si prepara al lungo esilio e alla fuga in Egitto decisa dal vittimismo che la possiede e la scuote come un inarrestabile sintomo di Parkinson. Leggetevi il delirio organizzato di Flores D'Arcais su Micromega e le sue predizioni per il 2019 e vi sarà chiaro che c'è del metodo nella follia sinistra che dà fuoco alla pira su cui brucerà il suo corpo semi agonico.
E la stampa e le televisioni amiche (tutte, tutte!) ci dicono, invece, che dieci milioni di italiani pendevano dalle sue labbra – e non è chiaro se fosse curiosità di gente che si interrogava su cosa possa dire un prigioniero politico in terra di occupazione giallo/verde o se torna la voglia di melassa buonista e quei dessi, la sinistra dei barconi e dei porti spalancati e tappeto rosso alle amatissime o.n.g., torneranno a vincere alle prossime europee, chi vivrà vedrà.

E se Mattarella è il palo costituzionale messo nella vigna italica da Renzi al tempo dei suoi effimeri trionfi, giova sottolineare che quella vigna vigilata a vista e manu militari dalla 'libera stampa' e 'libere televisioni' (sic) ha dato uve asprigne nell'ultimo raccolto, che mal sopportano una vigilanza occhiuta e il malanimo berciante delle Opposizioni Riunite – che ogni provvedimento governativo osteggiano a prescindere ed escono dal parlamento schifate prima dei voti di fiducia.

Ed è quel loro stolido Aventino l'unico avvenimento storico che ci ricorda, da lontano, il fascismo delle origini, ma è suggestione indotta da loro stessi, autogol clamoroso di un partita persa per abbandono del campo e chi è causa del suo mal pianga se stesso. E non c'è verso di immaginare un rinsavimento dell'ultim'ora tra squadre politiche che parlano lingue diversissime dentro al cantiere della Torre di Babele tutt'ora aperto e che si avvita in effimere altezze nell'attesa del suo prevedibile crollo.

Nessuna descrizione della foto disponibile.

Il pezzo di Micromega. Da rileggere alla luce di quanto già avvenuto.
Buon Anno: il 2019 sarà peggio. Perché contro Salvini non c’è lotta e sembra non esserci speranza
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