Creato da bimbadepoca il 16/03/2005

Il diario di Nancy

Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.

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Il ritorno

Post n°251 pubblicato il 28 Settembre 2009 da bimbadepoca
 

E’ con un misto di gioia e trepidazione che ritorno a scrivere tra le pagine di questo diario.
Dove sono stata in tutti questi mesi??? No, non ero riparata all’estero per sfuggire alle brutture delle cronache quotidiane, un luogo lontano dal bel paese che fu, dove esercitare l’arte sopita della leggerezza.
Nemmeno mi ero rintanata in un cantuccio per scrivere e ritornare in pompa magna dopo aver dato alle stampe il mio attesissimo romanzo; no, ho perso parole e trame un anno fa e non le ho ancora ritrovate.
E non ero neppure morta, come qualcun altro avrà creduto (o sperato), lasciando come unica traccia del mio passaggio terreno questi quattro ghirigori di memoria.

Già immagino le vostre domande, acuite dal dolore della mia lontananza: Ma allora come mai eri sparita??? Perché questa lunga assenza???
Per spiegarvelo devo fare un passo a ritroso e raccontarvi della sindrome dell’architetto.
Possibile che non conosciate questa patologia??? Eppure miete più vittime dell’influenza suina e non esiste vaccinazione di sorta. Colpisce in prevalenza le donne, i primi sintomi sono facilmente diagnosticabili, cominciano con l’acquisto di riviste d’arredamento.
Nella fase iniziale della malattia la donna obbliga fidanzati, mariti e amici volenterosi, a spostare mobili e divani da una parete all’altra. Durante la fase acuta le ammalate cominciano a cambiare le tende, tappezzare poltrone e comprare nuovi complementi d’arredo. Nei casi più gravi le moribonde hanno la necessità di abbattere pareti, imbiancare muri, piastrellare bagni e cucine, creare verande.


Purtroppo io sono una malata cronica, ho contratto il virus quando ancora abitavo a Napoli, ma la fase acuta l’ho vissuta nella casa di Roma. In quel periodo giravo per le stanze di casa mia armata di metro, dalle riviste specializzate ritagliavo in modo compulso immagini di sofà, cappelliere e piatti doccia.
Non mi è bastato accumulare quattro traslochi in sedici anni, ogni volta ricostruire il mio nido in spazi nuovi e ambienti diversi. Macché… dopo tre anni che vivo nello stesso appartamento non vedo l’ora di buttare tutto all’aria e ristrutturare ogni pertugio.

E nell’attesa di poter disporre a mio piacimento di una squadra di muratori, elettricisti  e falegnami, ho dovuto lenire lo stato ansioso legato alla malattia con qualche potente palliativo, ed è così che nella mia vita è entrato PET Society.
Non ditemi che non lo conoscete, è un gioco che impazza su Facebook, addirittura esiste un fiorentissimo mercato internazionale legato a questo giochino.

Prima di tutto bisogna crearsi un avatar, un animaletto personalizzabile, che vivrà in una sorta di utopistica città del sole, secondo i dettami di Tommaso Campanella.
Pensate un po’, in questa città non ci sono pericoli di alcun tipo, nessun nemico nascosto dietro l’angolo, nessuna squadraccia.
Gli animaletti passano il tempo a far visite agli amici, ammirare le loro case, scambiarsi regalini, comprarsi abiti e mobili e ciondolare nel bar. Ogni mattina il sindaco consegna ad ognuno la vincita giornaliera della lotteria e, udite udite, sugli alberi che contornano i vialetti della graziosa cittadina crescono monete d’oro.
Proprio il paese della cuccagna.

Finalmente grazie al mio animaletto* ho una casa da arredare, posso fare e disfare secondo l’estro del momento; stamattina per esempio ho spostato lo studio al pianterreno e, al terzo piano, dove prima c’era lo studio ho disposto l’angolo relax. Non è da escludere che, tra qualche tempo, smonto lo studio e al suo posto metto la sala da pranzo con camino. Il tutto senza chiedere permessi edilizi.

Sissignori sono mancata da questo blog per malattia, ditelo anche a Brunetta posso produrre certificato medico per la mia sindrome dell’architetto.


Non contenta di PET Society da qualche settimana ho cominciato a giocare anche a FarmVille, non una casa da arredare ma un'intera fattoria da gestire. Simulacro del sogno bucolico di cibarsi dei prodotti sani del proprio orticello. Se vi può interessare domani dovrei fare il raccolto dei carciofi.

*Chiaramente la mia bestiolina si chiama Nancyno.

 
 
 
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