Il diario di Nancy
Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.
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Si ringrazia Seduzir64 per il sottofondo musicale.
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Versamenti bancariQualche giorno fa mi sono recata in banca per effettuare un versamento. Non è un’operazione che faccio spesso, i miei contatti bancari sono puramente automatizzati, di solito inserisco la tessera nel bancomat e prelevo a gogò. Già m’immaginavo il supplizio dell’entrata, quella maledetta voce registrata che ogni volta m’intima di tornare indietro per depositare gli oggetti metallici nell’armadietto. Abitualmente sono costretta a lasciare la borsa, spesso ho dovuto togliere anche collane e braccialetti. Una volta d’estate, nonostante avessi già depositato tutto quello che c’era da depositare, la malefica porta continuava a negarmi l’accesso. Dovetti richiamare l’attenzione di un impiegato battendo i pugni sui vetri, fargli una piroetta per mostrargli il mio vestitino di cotone e spiegargli a gesti che l’ultima cosa che potevo depositare nell’armadietto era quello. Con mia grande sorpresa questa volta la porta non mi ha bloccato, miracolosamente mi ha fatto passare con tutta la borsa, ho sospirato grata che finalmente avessero revisionato l’infernale meccanismo. Non c’era nessuno, così mi sono recata immediatamente ad uno degli sportelli. - Buongiorno! Dovrei fare un versamento sul mio conto – ho spiegato all’impiegato sorridendo. Mi è preso il panico, ho pensato con terrore che qualche pirata informatico avesse fatto sparire il conto, nel frattempo l’impiegato mi fissava con aria sospettosa e mi è venuto il dubbio che potesse credermi una malintenzionata. Non so perché ma ho avuto la sensazione che cominciasse a considerarmi non tanto sana di mente. Mentre io ricordavo benissimo, che fino alla volta precedente, il servizio clienti era nel punto preciso che avevo indicato. Lo so adesso penserete che io sia una svampita, una con la testa perennemente fra le nuvole. Ma non è così, in realtà l’ho fatto apposta, mi piace regalare ai grigi impiegati un po’ di buonumore, diventare lo spassoso argomento di cui parlare nella pausa caffè con i colleghi. |