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Il diario di Nancy

Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.

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L'incipit letterario

Post n°158 pubblicato il 29 Maggio 2007 da bimbadepoca
 

Il gioco mi è stato proposto da SandaliAlSole  Ossimora e Amoildeserto
Il gioco consiste nello scrivere gli incipit dei cinque libri che, in qualche modo, hanno segnato le nostre vite e di passare poi la palla ad altrettanti blogger.
Ho raccolto l'invito con entusiasmo, ho sempre avuto un debole per questo genere di cose. Mi sono messa subito a cercare tra i miei ricordi letterari, alla ricerca di questi cinque libri indimenticabili.

Una scelta più difficile del previsto, anche perché per anni sono stata una lettrice vorace, divoravo un libro al giorno, con la paura di perdermi qualcosa ed essere tagliata fuori dal mondo degli adulti, impazienza tipica dell'adolescenza che vuole tutto e subito. I romanzi letti in quegli anni sono stati dispensatori di lacrime e risate e palpiti del cuore e tante belle utopie dentro la testa. Sono stati la mia educazione alla vita eppure li ricordo in maniera frammentaria e confusa.

Ho passato in rassegna centinaia di titoli. Libri che ho amato perché rappresentavano quel tale evento della mia vita. Libri che mi sono cari perché mi sono stati regalati da persone speciali. Libri prestati e mai restituiti. Libri che non posseggo più.

Alla fine ho dovuto restringere il campo ai libri presenti sugli scaffali della mia libreria, libri centellinati, parole sottolineate a mente. Ho pensato e ripensato, perché non è facile fare una classifica delle proprie emozioni.

Mio caro Marco,
sono andato stamattina dal mio medico, Ermogene, recentemente rientrato in Villa da un lungo viaggio in Asia. Bisognava che mi visitasse a digiuno ed eravamo d'accordo per incontrarci di primo mattino. Ho deposto mantello e tunica; mi sono adagiato sul letto. Ti risparmio particolari che sarebbero altrettanto sgradevoli per te quanto lo sono per me, e la descrizione del corpo d'un uomo che s'inoltra negli anni ed è vicino a morire di un'idropisia del cuore.
Memorie di Adriano - Marguerite Yourcenar

Nella mia casa paterna, quand'ero ragazzina, a tavola, se io o i miei fratelli rovesciavamo il bicchiere sulla tovaglia, o lasciavamo cadere un coltello, la voce di mio padre tuonava:
- Non fate malagrazie!
Se inzuppavamo il pane nella salsa, gridava: - Non leccate i piatti! Non fate sbrodeghezzi! non fate potacci!
Sbrodeghezzi e potacci erano, per mio padre, anche i quadri moderni, che non poteva soffrire.
Lessico famigliare - Natalia Ginzburg

Un giorno, ero già avanti negli anni, in una hall mi è venuto incontro un uomo. Si è presentato e mi ha detto: "La conosco da sempre. Tutti dicono che da giovane lei era bella, io sono venuto a dirle che la trovo più bella ora, preferisco il suo volto devastato a quello che aveva da giovane".
L'amante - Marguerite Duras

Il nonno aveva un cancro alla prostata e la custodia biciclette non andava avanti; ribassò i prezzi sul cartello, da 30 centesimi a 25, ma andò male lo stesso, i clienti erano pochi e i giorni buoni solo quelli del mercato. Io lo aiutavo a mettere le biciclette in fila quando arrivavano e davo ai signori il dischetto di cartone col numero.
Il prete bello - Goffredo Parise

Nella notte tra il 16 e il 17 gennaio 1590, giorno di Sant'Antonio abate, mani ignote deposero sul tomo cioè la grande ruota di legno che si trovava all'ingresso della Casa di Carità di San Michele fuori le mura, a Novara, un neonato di sesso femminile, scuro d'occhi e di capelli; per i gusti dell'epoca, quasi un mostro.
La chimera - Sebastiano Vassalli


 
 
 
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fu in idioma del mondo,
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Così vero
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(Pedro Salinas)

 

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(Patrizia Valduga)

 

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(J.L. Borges)

 

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