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Demoni: proviamo a sconfiggerli!

Post n°1047 pubblicato il 10 Aprile 2013 da padmaja
 

 

 

Come vorrei un po’ di silenzio, un oblio per i miei sensi, ma nulla di questo accadrà. In molti mi chiedono perché scrivo racconti horror, perché mi immergo in contorte e sanguinarie storie, forse è solo un modo per scacciare le mie paure, o semplicemente per condividerle con gli altri? Non so rispondere, so solo che quando sono davanti ad una pagina bianca, il colore dell’inchiostro che vedo non è nero, ma rosso, si rosso come il sangue e così la mia mente inizia a viaggiare, a premeditare l’ennesimo bagno di sangue.

Quante storie ho scritto, quanti mostri ho creato, cercando di dare vita a leggendarie creature, sorelle del male; ma in fondo in fondo volevo solo giustizia, creando abomini per poi distruggerli, si, perché almeno nella fantasia ogni tanto c’è il lieto fine, il bene che sconfigge il male…

Eppure non mi sento tranquilla, non mi sento soddisfatta, c’è qualcosa che non va e lo percepisco ogni giorno, sento la presenza di tutti quegli esseri immondi, sento i loro inquietanti sussurri, i loro gorgoglii nauseabondi, li sento nelle pareti delle stanze, sono ovunque e la mia più grande paura è di ritrovarmeli davanti al letto ogni sera, non sapendo cosa si nasconde sotto di esso, forse un portale, un accesso diretto per gli inferi, una soglia che nessuno dovrebbe varcare.

 

 

Non riesco a spegnere la luce, i demoni al buio sono affamati, escono dalle loro tane alla ricerca di carne fresca, di anime da sbranare, ecco perché la luce non mi abbandona mai, neanche quando dormo, altrimenti impazzirei. A volte i temporali mi prendono alla sprovvista, ma ho imparato a tenere sempre a portata di mano un accendino e una candela, così facendo, al minimo bagliore, loro ritornano nei loro angoli bui, rifugiandosi nell’ombra urlando per il dolore; ma se la luce viene meno e io sto dormendo, l’incubo ha inizio, loro vengono a cercarmi nei sogni, trasformando tutto in angoscia e terrore; non so come e non so il perché ma all’improvviso qualcuno mi riporta alla realtà, al momento del risveglio mi ritrovo sempre con le mani al collo, con una tremenda fame d’aria; spero sempre che il mio salvatore un giorno o l’altro si materializzi, vorrei tanto ringraziarlo, perché tramite una carezza, un soffio di vento gelido, o un rumore improvviso, mi ridesta dai miei incubi.

Le tenebre sono sempre presenti nella mia vita, quando cala il sole esse si presentano puntuali…non posso rimanere in silenzio, perché loro entrerebbero subito nella mia testa, così mi sono organizzata a dovere: TV o Radio sempre accese; facendo questo sono al sicuro, tranne quando dormo…si perché quelle bastarde creature hanno trovato il modo di insidiarmi lo stesso, sono le bestie più infingarde che possano esistere, sfidano la luce, la loro pelle brucia, ma non importa, la preda agognata sarà il loro premio e vivranno ancora, nel loro mondo di morte.

Per un po’ di giorni mi sono fermata, ho smesso di scrivere di loro, ma non mi è più possibile continuare così, le tenebre reclamano, vogliono vivere attraverso i miei racconti, vogliono che scriva di loro perché hanno fame! E allora ho deciso di accontentarle, almeno così facendo mi lasceranno un po’ in pace, quindi scusate ma sono costretta a scrivere, ad imbrattare di sangue ogni riga e a spaventarvi!

Spero che un giorno comprenderete la mia scelta, spero solo che troverete il modo di proteggervi, di salvarvi, perché io, al momento, posso solo difendervi come posso, perché nei miei racconti, il finale lo decido io…nessun demone reclamerà, ognuno di loro farà la fine che merita, non potranno ribellarsi, anche perché altrimenti sarebbe la mia e la loro fine…e io, al momento, voglio ancora rimanere su questa terra, ho ancora molti demoni da sconfiggere, continuerò ad intrappolarli nella carta o dentro al computer, essi diventeranno la loro dimora, un esilio perpetuo, almeno finché vivrò.

 


(Immagini e video tratti dal web)

 

E poi, quello che ho scritto, corrisponderà alla realtà o...?

Mah chi lo sa...

 


fla

 
 
 

La maledizione di Elmafoy.

Post n°1046 pubblicato il 26 Marzo 2013 da padmaja
 

 


Cuore di ghiaccio, anima assetata di paura, nutrita dall’odio…condannata alla perpetua solitudine, maledetta dalla nascita…

Questa era la mia storia, una vita che io non avevo scelto; non avevo mai provato emozioni positive, tutto il mondo mi scivolava addosso, non c’era motivo per lottare, per piangere, per gioire, finché un giorno arrivò al castello un nuovo apprendista, Malgof, un mago alle prime armi, pieno di entusiasmo e progetti. Mi dava fastidio tutto il suo ardore, non ne capivo il senso, lo guardavo sempre con aria di sufficienza. Io ero Elmafoy, colei che non sa amare, figlia delle tenebre, la mietitrice dei sentimenti.

Malgof passava le sue giornate in compagnia del grande maestro Calpat, mago potente, un essere senza età, che custodiva il sapere della magia e dell'occulto; era stato il mio insegnante e grazie a lui ero diventata una creatura potentissima e spietata…

L’apprendista non conosceva la mia natura, ma ben presto gli avrei fatto visita; infatti quella stessa notte mi materializzai nella sua stanza, lui già dormiva. L’atmosfera di quel luogo mi colse di sorpresa, sentivo il suo odore, quell’effluvio mi stordiva, il suo respiro era lento; mi avvicinai per esaminarlo, rimasi pietrificata davanti al suo corpo, qualcosa in me sussultò, non capivo bene cosa fosse…era il mio cuore, il suo battito accelerava di attimo in attimo, scuotendo la mia anima. Chi era costui, come osava sfidare la mietitrice? Più cercavo un contatto fisico, più venivo allontanata da qualcosa di impalpabile, come una barriera invisibile…Maledetto, che sortilegio è mai questo?

 

 

Decisi di andarmene, per studiare il da farsi…Malgof non poteva cavarsela così, doveva essere mio, lo avrei svuotato di ogni goccia d’amore per questa vita, avrei ridotto i suoi sentimenti in cenere…in fondo ero nata per questo.

Lo studiai per giorni, lui con i suoi modi gentili, con la sua dolcezza, mi dava la nausa, che strano essere era mai quello? Cercai di trovare informazioni sui libri di Calpat, ma senza arrivare ad un risultato…

Mi scontrai con Malgof sulla grande scalinata, il suo sguardo mi diede fastidio, mi disgustò nel profondo: "Salve nobile Elmafoy, è un vero piacere incontrarla, spero che un giorno di questi avrò il piacere di averla come mia ospite per un tè". Per un tè? Ahahah povero illuso, non sapeva ancora cosa gli avrei riservato. "Certo, ma deciderò io il luogo e l’ora; l’aspetterò nella biblioteca verso le nove, dopo cena, mi raccomando la puntualità, altrimenti considererò il ritardo come una mancanza di rispetto." Malgof annuì, avviandosi verso il laboratorio in attesa della lezione pomeridiana col maestro.

Ero decisa ad estirpargli quel sorriso, per me blasfemo, la sua vitalità era per me mortale, l’avrei prosciugato, aggiungendo il suo essere al mio stuolo di vittime.

Cenai nel grande salone in compagnia delle ombre, dei fantasmi di coloro che avevo torturato; niente di tutto quello mi spaventava, ero conscia di vivere in un inferno, ma tra me e loro c'era un velo...anche se ero viva, facevo già parte dei dannati.

Mi incamminai verso la biblioteca, avevo dato disposizioni alla servitù, affinché venisse servito il tè alle nove, in modo che poi sarei potuta rimanere da sola col mio ospite

Malgof arrivò addirittura in anticipo, e questo mi diede un gran fastidio, almeno se fosse arrivato in ritardo, la mia rabbia sarebbe esplosa immediatamente…peccato!

 


Lui iniziò a parlarmi delle sue lezioni, una noia mortale, mi sarei data una coltellata sulla coscia pur di togliermelo dai piedi; cercai di ascoltarlo con una parvenza di interesse, cercai di entrargli nella mente, ma inaspettatamente non ci riuscii. Con la forza del pensiero pronunciai il mio incantesimo preferito, col quale ero sicura di ottenere il mio scopo, ma rimasi delusa, Malgof era inespugnabile, forse era più potente di quanto ci aveva voluto far credere. Ad un certo punto mi fissò intensamente, sentivo il suo sguardo penetrarmi nell’anima, cosa stava succedendo? Perché i miei poteri non funzionavano? Vidi le sue labbra mentre pronunciavano qualcosa, era lui ora ad avere il controllo su di me, mi stava facendo un incantesimo. "Maledetto cosa stai architettando? Tu non sai con chi hai a che fare! Io sono la mietitrice, e tu non avrai scampo!""Sei certa di quello che stai dicendo? Sei così potente come credi? Tu non sai chi sono io, io sono stato mandato dal popolo, dalla gente che tu per anni hai soggiogato; io ti trasformerò, plasmerò il tuo essere…non riesci ancora a capire perché i tuo poteri non hanno effetto su di me? Eppure ti credi un essere infallibile, ma non darti tante arie. Tu sbrani i sentimenti del prossimo, mentre io li nutro, sono qui per questo, per infonderti un po’ d’amore.""No! Non riuscirai a farmi questo, non è possibile, io sono stata maledetta, sono stata trasformata in un essere immondo, il mio cuore è nero, nel mio sangue scorre il nulla.""Elmafoy, invoco il bene che pulsa nel nucleo della Terra, nelle tue vene sgorgherà un nuovo sentimento, per prima cosa ti farò conoscere l’empatia."

A quelle parole sembrò che il mio corpo andasse in frantumi, mai avevo provato una sensazione simile, sentivo gli occhi gonfi di lacrime, gocce di sale per me sconosciute, solcavano il mio viso come un mare in tempesta, rovinosamente caddi a terra, mi sentivo morire...

 

 

...ma al tempo stesso mi sentivo viva. Malgof continuò a pronunciare incantesimi, ero inerme, indifesa, impaurita, denudata della mia corazza…Finché sentii una fitta al cuore, come se una freccia lo avesse trafitto da parte a parte…mi sentivo strana, stordita…provai ad alzarmi e per un solo attimo guardai il mio avversario negli occhi…ecco, ora riuscivo a vedere la sua barriera, quell’ostacolo che la prima volta mi aveva impedito di mangiare la sua anima…Era tutto così meravigliosamente strano, tutta quell’energia mi stava investendo attimo dopo attimo…non riuscivo a sopportarla, era doloroso, devastante, mi sentivo morire, sentivo che il cuore mi sarebbe esploso da un momento all’altro…feci solo in tempo a gridare con tutto il fiato che avevo in gola e poi ci fu silenzio, un attimo prima che sotto al mio corpo si aprisse una voragine, sentivo il fuoco bruciarmi la carne, sentivo le anime dell’inferno che mi chiamavano a gran voce, percepivo per la prima volta l’orrore della paura…Ad uccidermi fu un’ondata d’amore…quegli incantesimi erano stati per me devastanti, era davvero troppo per me...ero stata distrutta dai sentimenti, quelli che avevo strappato a coloro che avevano incrociato il mio cammino…

Malgof non credeva ai suoi occhi, aveva sperato fino in fondo che l’amore avrebbe potuto guarire il mio essere, invece mi aveva inferto un colpo mortale…

L’amore è il più potente degli incantesimi, ora conoscevo la sua forza...Ero appena stata investita da tutte quelle emozioni, per poi finire nel baratro della paura…certo era un sentimento anche quello…sarei arsa per l’eternità tra le fiamme dell’agonia…

 

(Immagini e video tratti dal web)

 

fla

 
 
 

Un aiuto inaspettato...

Post n°1045 pubblicato il 19 Marzo 2013 da padmaja
 

 

 

Volevo cambiare aria, ed era giunto il momento di trovare un nuovo appartamento, visti i prezzi assurdi, la ricerca era stata estenuante.

Si trovata al penultimo piano di un condominio, non era certo il luogo dei miei sogni, ma nella vita non si può avere tutto.

Melany e Nick mi diedero una mano per il trasloco, non ci si rende conto di quante cose si hanno finché non si cambia casa, caspita che avventura!

Era la fine di marzo e finalmente la primavera stava facendo capolino con la sua brezza leggera, con deliziosi effluvi di fiori; ero riuscita a sistemare l’appartamento in una settimana, e quella sarebbe stata la mia prima notte li.

Era stata una giornata intensa, avevo gli occhi iniettati di sangue da quanto sonno avevo. Cenai alla svelta, con una bistecca e un po’ d’insalata, mi feci una doccia rilassante e me ne andai a letto presto.

Ero letteralmente sfinita, mi addormentai di gusto, quando all’improvviso un rumore mi svegliò all’improvviso.

Mi ritrovai seduta sul letto, con gli occhi sbarrati nel buio e le orecchie tese ad ascoltare…per 10 minuti non sentii nulla, ero ancora spaventata, ma provai a riaddormentarmi. Non feci in tempo a chiudere gli occhi, che il rumore di quei passi mi fece nuovamente sobbalzare. Provenivano dal piano superiore, era davvero strano, perché sapevo che quell’appartamento era ancora sfitto. Poi ci fu silenzio e il sonno mi avvolse dolcemente.

L’indomani, chiesi al mio vicino Paul se anche lui avesse sentito rumori durante la notte e lui mi disse che aveva fatto tardi, si era addormentato profondamente senza sentire nulla. Gli chiesi che, se avessi sentito ancora strani rumori, avrebbe potuto accompagnarmi al piano di sopra per dare un’occhiata.

Tornai dal lavoro verso le h 22, guardai la posta al pc e cercai di rilassarmi guardandomi un film. Ero un po’ in ansia al pensiero di andare a dormire, ma sapevo che Paul quella sera era già rientrato.

Verso l’una decisi di andare a dormire, ma i miei pensieri non erano privi di preoccupazione. Erano le tre e non riuscivo a prendere sonno; ma ecco, di nuovo quei passi! Sobbalzai nel letto e corsi a chiamare Paul, sapevo che non si sarebbe incazzato, mi aveva dato piena disponibilità a qualsiasi ora del giorno e della notte. Mi aprì la porta, l’avevo proprio buttato giù dal letto e senza far domande, visto che immaginava la natura della mia visita, mi accompagnò al piano di sopra. Provammo a bussare, ma dall’altra parte non ci fu alcuna risposta. Provammo ad aprire la porta e con stupore scoprimmo che non era chiusa a chiave. Mandai avanti lui, io avevo il cuore in gola, avevo l’adrenalina a mille, c’era elettricità nell’aria. Paul aveva portato con se una torcia, puntò la luce, scandagliando ogni angolo dell’appartamento, ma non c’era nulla, era completamente vuoto. Mi venne un conato di vomito, perché c’era un odore intenso, metallico, ma non capivo cosa fosse. Decidemmo di tornare nei nostri appartamenti, ringraziai il mio vicino e gli dissi che ero in debito con lui.

Praticamente passai la notte in bianco, dentro di me avevo una strana irrequietezza e visto che l’indomani non sarei dovuta andare al lavoro, sarei andata nuovamente in quell’appartamento…volevo vederci chiaro.

Il mattino arrivò in un baleno, mi preparai una moka da tre e sorseggiai con gusto il mio caffettino.

Andai al piano di sopra, provai ad aprire il misterioso appartamento, ma la porta non si aprì…era chiusa a chiave. Strano, come poteva essere? Con timore provai a bussare e all’improvviso sentii dei passi, gli stessi che avevo sentito durante la notte. La porta si spalancò e ad accogliermi trovai una ragazza, più o meno avrà avuto la mia età. “Ciao, posso esserti d’aiuto?” - “Ciao, sono Elly, una nuova affittuaria e volevo solo presentarmi.” Era la prima cosa che mi era venuta in mente, ero pietrificata e nella testa avevo mille domande. Lei con gentilezza mi invitò ad entrare. L’appartamento era illuminato, la luce del sole entrava dalle finestre e un intenso profumo di rose mi avvolse delicatamente. Si chiamava Liza, mi offrì un caffè e anche se ne avevo già bevuto a sufficienza a colazione, non rifiutai di certo, visto che una buona tazza di espresso concilia sempre il dialogo. La conversazione fu piacevole, mi disse che viveva li da quasi 9 anni, era single e quando mi disse ciò, notai nei suoi occhi una profonda tristezza; le dissi che venivo fuori da una brutta storia e che per il momento mi sarei goduta il mio stato di singletudine, volevo solo ritrovare un po’ di serenità. Lei cambiò velocemente argomento, come se fosse infastidita da qualcosa…non insistetti e mi congedai, dicendole che sarei dovuta uscire a fare delle commissioni. Prima di salutarmi, mi disse: “Era da tanto che qualcuno non passava a trovarmi, sarà un piacere averti ancora come mia ospite, magari una di queste sere facciamo qualcosa insieme?” Accettai l’invito e uscii dal condominio. Avevo bisogno di aria, in quell’appartamento c’era qualcosa di strano e non vedevo l’ora che Paul ritornasse a casa per raccontargli il tutto; ma quella sera fece di nuovo tardi, non volevo disturbarlo e così decisi di andare a dormire. Fu una notte tranquilla, ma solo fino alle quattro, quando all’improvviso sentii nuovamente il rumore di quei passi veloci.

Presi una torcia e decisi di andare di sopra; bussai, ma nessuno venne ad aprirmi, la porta era socchiusa, ero terrorizzata, ma entrai ugualmente. Rimasi pietrificata davanti all’ingresso, non c’era nulla, l’appartamento era vuoto, nessun profumo di rose, nessun suppellettile, forse stavo impazzendo?

 

 

Puntai la torcia sul muro che stava davanti a me, e notai che c’erano delle macchie, mi avvicinai e soffocai un urlo! Erano tracce di sangue raffermo, ce n’erano su tutti i muri e l’odore mi pizzicava le narici. Ormai ero li, così andai verso la camera da letto, spalancai di colpo la porta e un flash mi venne incontro come un treno in corsa…non ero lucida, vedevo sangue ovunque, vedevo Liza in un lago di sangue sopra al letto, gli schizzi arrivavano fino al soffitto e sopra di lei c’era qualcuno; in quell’istante ebbi un dejavu, il volto di lui mi era noto, ma scavando nella mia memoria non trovai risposte. Caddi a terra e in un attimo tornai alla realtà, cercai di riprendere fiato corsi via. Rientrai nel mio appartamento, ero sconvolta, non sapevo cosa fare, il volto di quell’uomo si era insinuato nei miei pensieri, ma non riuscivo a riconoscerlo, tutto era avvolto dalla nebbia.

L’indomani vidi Paul uscire di buon ora, ero alla finestra mentre mi stavo bevendo la mia dose di caffè quotidiano e lui si girò di scatto, fissandomi. Di riflesso lo salutai, ma lui non contraccambiò. Ma questo è un mondo di pazzi? Forse sta sentendo la primavera? E poi dicono che noi donne siamo lunatiche e strane…certa gente, valla a capire…Mi misi al pc, avevo bisogno di scrivere, di sfogare quelle mie sensazioni, di colpo andò via la corrente e qualcosa mi toccò la spalla, mi voltai di scatto ma non c’era nessuno, guardai lo schermo del pc e dietro di me vidi Liza. Non riuscivo a muovere neanche un muscolo, avevo paura di quello che avrei trovato alle mie spalle, ma lei era immobile dietro di me…mi rigirai, ma non vidi nessuno, la sua immagine era scomparsa.Bene, ora che caspiterina dovevo fare? C’era qualcosa di inquietante, di non chiaro, di irrisolto, sentivo l’angoscia fasciarmi ogni muscolo del corpo, stavo ansimando per lo spavento, ma ero decisa a trovare delle risposte. Durante la giornata, chiesi informazioni ai vicini, volevo sapere chi aveva abitato quell’appartamento, ma i condomini non mi furono d’aiuto, anzi, si rifiutarono letteralmente di parlare dell’argomento, dicendomi che sarebbe stato meglio che io non sapessi. Ma perdindirindina, stavo rasentando la pazzia e questi non vogliono dirmi nulla?

Quella sera aspettai Paul, ero intenzionata a parlargli, anche per capire il perché non mi aveva salutato quella mattina.Alle dieci lo sentii arrivare, mi precipitai da lui, chiedendogli se mi avrebbe concesso un po’ del suo tempo; dal canto suo, molto seccato, con un certo sforzo accettò di farmi entrare. Esordì dicendomi: “Elly, secondo me non dovresti andare in giro a fare certe domande e a curiosare; in quell’appartamento non ci abita più nessuno da tre anni, e le tue visioni hanno dell’assurdo, forse sei solo un po’ stressata e ti consiglierei di provare a rilassarti un po’.” “Certo Paul, forse avrai anche ragione, ma una cosa così non mi era mai capitata, quello che ho visto era reale, Liza ieri mattina mi ha accolta nel suo appartamento, ci siamo parlate. E poi mi vuoi spiegare questa tua freddezza nei miei confronti? Stamattina non hai neanche risposto al mio saluto, forse ti sei seccato perché l’altra notte ti ho svegliato? Ma eri stato tu a darmi il consenso a chiamarti se io ne avessi avuto bisogno. Quindi sii sincero con me, senza girarci tanto intorno, io amo la chiarezza.” “E’ solo che stamattina ero arrabbiato per i cavoli miei, ti chiedo scusa se non ho ricambiato il saluto, ma a volte il mio carattere bastardo ha il sopravvento, e divento scorbutico e di poca compagnia. Ti chiedo solo di smetterla di dire baggianate, in quell’appartamento non c’è nessuno, lo vuoi capire? Mettiti il cuore in pace e vai a dormire.” “Non prima di averti mostrato i muri di quell’appartamento.” Esasperato accettò il mio invito, aprii l’appartamento di Liza, Paul era vicino a me e gli feci notare gli schizzi di sangue sul muro della cucina. Lui non disse nulla per alcuni minuti, poi lo pregai di parlare, perché l’ansia mi stava divorando. Chiuse la porta dietro di se e mi prese la torcia che avevo in mano. Urlai per lo spavento, ma lui mi prese da dietro, sussurrandomi all’orecchio: “ Elly, cara Elly, cosa ti avevo detto? Non dovevi fare tante domande in giro, la gente non vuole ricordare certi avvenimenti. Liza è stata solo sfortunata, era una ragazza dolce, ma non ricambiava i miei sentimenti. Non hanno mai preso l’assassino, è stato molto furbo a non farsi beccare. Se tu sarai buona con me, non ti succederà nulla, in caso contrario, assaggerai l’orrore della mia ira e andrai a fare compagnia a Liza, questa è una promessa.” Ero immersa nel buio, stavo sprofondando nelle tenebre, in un abisso senza fine, non sapevo cosa fare…”Tu ora sarai mia, ti possiederò e tu non urlerai, non ti conviene se ci tieni a vivere, inoltre non avevi detto che eri in debito con me?” Però, la prospettiva di diventare la concubina di quel bastardo mi gelava il sangue, cercai di divincolarmi, ma più gli resistevo, più la sua eccitazione aumentava, lo sentivo dietro di me che ansimava, mi strappò i vestiti, le sue mani erano lorde di lussuria e io avrei solo voluto essere altrove, anzi avrei preferito morire piuttosto che essere sua.

All’improvviso sentii una voce nella mia testa, l’avevo riconosciuta, era Liza…”Elly, non ti preoccupare, ho atteso a lungo questo momento, ho cercato un corpo in tutti questi anni, un corpo che lui voleva possedere di nuovo, sarai il mio tramite per la mia agognata vendetta; lasciati andare, cerca di prendere tempo, fagli capire che anche lui ti piace e lascia fare a me." Ero confusa, ma non avevo altra scelta che seguire il suo consiglio, forse stavo impazzendo sul serio. Iniziai ad accarezzare Paul, lui ebbe un sussulto di piacere, cominciò a baciarmi avidamente, quasi stupito da quella mia inaspettata reazione; contraccambiai i suo baci, gli feci capire che anch’io lo desideravo. Mi fece notare che non avrebbe resistito ancora a lungo, sentivo i suoi battiti accelerare, finché accadde l’inaspettato. Nella camera di Liza la luce si accese all’improvviso, lui fece uno scatto indietro, palesemente spaventato, si alzò e andò a controllare…anche se ero terrorizzata lo seguii, entrando in camera con lui. La porta dietro di noi si chiuse all’istante, mi sentivo diversa, non ero più in me…lui si girò e mi guardò pietrificato. "Li-za, ma sei proprio tu?" - “Ciao Paul, da quanto tempo, vedo che non ti sei dimenticato di me e noto con dispiacere che non hai cambiato affatto le tue abitudini. Io e te abbiamo un conto in sospeso, ricordi? Ti prometto che ti riserverò lo stesso trattamento, le stesse attenzioni che tu mi hai regalato, sarai mio, preparati a morire.” Paul non fece in tempo ad urlare, che la lama del coltello gli squarciò la gola da parte a parte, mentre fiotti di sangue schizzarono ovunque, andando ad aggiungersi a quello di Liza. Tutto durò pochi istanti, finché lui crollo sul pavimento, esanime.Ritornò il buio, sentivo il sapore del sangue sulle mie labbra, mentre iniziai a riappropriarmi del mio corpo…ero tornata e al mio fianco sentivo al presenza di Liza. Mi accarezzo il viso, dicendomi: “Elly grazie per avermi prestato il tuo corpo, appena ti ho conosciuta ho sentito subito feeling, ho capito che saresti stata il tramite giusto, perdonami se non ti ho spiegato prima, ma lui doveva tornare qui da me, nel luogo che lui ha trasformato nella mia tomba. Non preoccuparti, non ti accadrà nulla di male, io ora sono libera, la mia vendetta è ora compiuta e non ho più motivo di restare. So che non digerirai facilmente quanto è accaduto, e non preoccuparti per il corpo di Paul, in questi anni mi sono fatta degli amici, non certo raccomandabili, sono demoni affamati di carne...

 

(Immagini e video tratti dal web)

 

...ti prometto che di lui non rimarrà nulla, ogni singola traccia di sangue verrà spazzata via e tu ritornerai alla tua vita si sempre. Ricordati solo una cosa, ora ti sei fatta dei nuovi amici, ti aspetteremo nell’aldilà, ma non preoccuparti, non è ancora giunta la tua ora, goditi la vita e se posso darti un consiglio, vattene da questo condominio, perché dopo la mia morte è stato maledetto.” “Liza, al momento ho solo tanta confusione in testa, ma sono felice di esserti stata d’aiuto, seguirò il tuo consiglio e nella scelta del mio prossimo appartamento, sarà mia premura informarmi accuratamente sui personaggi che vi abitano. Credo che sia giunto il momento di salutarci, immagino che Paul sarà già tra le braccia di Lucifero, tra le fiamme perpetue dell’Inferno, cosa che auguro a chi prende la vita degli altri solo per piacere e vendetta.”

 

fla

 
 
 

Un'altra dimensione...

Post n°1044 pubblicato il 17 Marzo 2013 da padmaja
 

 

 

Decisi di passare il week end fuori città con  Eloise, Dreid e Jo, i miei migliori amici; ci meritavamo un po’ di relax e al solo pensiero che avremmo trascorso due giorni in una bella baita ci riempiva il cuore di gioia. Volevo solo dormire, leggere un buon libro e godermi la natura.

Arrivati a destinazione, mi venne la pelle d’oca, il posto era un po’ inquietante; il rifugio metteva i brividi ed eravamo proprio isolati dal resto del mondo. Avevamo sentito il proprietario i giorni precedenti, ci aveva dato piena libertà, lasciandoci le chiavi in un vaso all’ingresso; ci aveva messo a disposizione la sua dimora, con tanto di provviste e legna a sufficienza per il fine settimana, ad un prezzo davvero modico; per questo ne avevamo approfittato, senza fare troppe domande, di questi tempi passare anche un solo week end fuori casa è davvero un salasso.

Ci guardammo attorno perplessi, l’idea di fare dietrofront aveva sfiorato le nostre menti, ma dovevamo almeno tentare; l’ingresso era accogliente, non era affatto male, anzi era delizioso; 

 

 

Jo corse ad accendere il fuoco, anche se eravamo in aprile, faceva freddo li in montagna. Nel frattempo, io ed Eloise decidemmo di disfare le valige, accomodandoci nelle nostre stanze; wow che lusso, avevamo una stanza ciascuno. Il letto aveva lenzuola e coperte morbidissime e delicate tende contornavano la finestra. La camera era piccola e molto confortevole, ma allo stesso tempo avvertii una strana sensazione, sentivo freddo, mi dissi che era normale visto che non avevamo ancora acceso il caminetto e le stufe nelle stanze. Misi in ordine le mie cose e scesi al piano di sotto per vedere cosa stavano combinando Dreid e Jo. Ecco, si erano già bevuti due birre, non si smentivano mai, mentre io avevo un certo appetito, ormai erano le sette di sera; decisi di preparare la cena, sbirciai nel frigo e nella dispensa e con mio stupore c’era ogni ben di Dio. Eloise sbucciò le patate, le avrei fatte al forno con un po’ di rosmarino, presi le bistecche e iniziai a cucinare. Il profumo delle patate arrosto riempiva la cucina, fino a raggiungere il salone. I ragazzi in coro mi chiesero quanto mancasse, e io risposi di preparare la tavola nel salone, dove ci attendeva il calduccio del caminetto e che saremmo arrivate dopo 10 minuti. A cena ormai ultimata, preparai il caffè e portai in tavola un dolcetto che avevo trovato nella dispensa, wow una bella crostata di ciliegie succose. Eravamo sazi, assonnati e contenti, così dopo aver riassettato la cucina assieme ad Eloise, andammo a coricarci. Nessuno avrebbe messo la sveglia l’indomani, ognuno avrebbe fatto ciò che voleva, in piena libertà.

Mentre mi sistemavo nel lettone, andò via la luce! Credetti di morire dall’ansia, sono nictofobica e tengo sempre con me un accendino in caso d’emergenza. Mi ricordai che vicino alla specchiera c’erano delle candele; tastando l’aria e col cuore in gola, le raggiunsi,  dando fuoco agli stoppini in un nano secondo. Ah finalmente la luce! Si ma il tutto durò solo un istante, perché una folata di vento le spense. Come poteva essere? La finestra era chiusa e nell’agitazione l’accendino mi sfuggì di mano. Lo cercai sul pavimento, ma senza successo, era assurdo, dove poteva essere finito? Cercai di respirare a fondo e mi lanciai nel letto, tirando su le coperte fino al viso, lasciando scoperti solo gli occhi, che nel frattempo erano diventati enormi da quanto li sgranavo…All’improvviso la porta si aprì, avevo il cuore che andava a mille e con un filo di voce dissi: "Chi c’è?" - "Shhh sono Dreid, ho visto che è andata via la luce e so quanto tu abbia paura del buio, così mi sono detto che forse volevi un po’ di compagnia, almeno finché non ti addormenti. Purtroppo, quando siamo arrivati,  non ho guardato dov’è il contatore, ma lo farò sicuramente domani." - "Grazie Dreid, sei un tesoro." Si raggomitolò accanto a me e mi strinse forte. Da tempo avremmo voluto che il nostro rapporto andasse oltre, ma avevamo paura di rovinare la nostra amicizia. C’era una strana alchimia tra di noi e sentirlo così vicino, mi faceva ribollire il sangue, mi sembrava di avere lava infuocata nelle vene. Mi avvinghiai a lui, i nostri visi si sfiorarono, sentivo il suo profumo, la sua pelle calda, mi sentivo dolcemente stordita e al sicuro, finché lui osò! Lambì dolcemente le mie labbra con la sua lingua, mi cercava, mi voleva e io volevo lui, avevo fame di lui. Mi baciò, sentivo il suo sapore, ne ero estasiata, avevo le sue mani ovunque, un brivido mi percorse la schiena…corpi eccitati, febbricitanti, smaniosi di passione. Lui era forte, sentivo i suoi muscoli contrarsi sopra di me, le sue labbra sul collo mi facevano impazzire, la sua lingua mi cercava, sentivo la sua smania. Mi prese con forza e la mia eccitazione aumentò, c’era feeling totale tra di noi, lui sapeva cosa volevo e io cosa voleva lui…grazie anche a tutte le chiacchierate che c’eravamo fatti da buoni amici nel corso di quell’ultimo anno; non avevamo segreti e infatti ora stavamo mettendo in pratica ciò che piaceva ad entrambi. Avrei voluto che quel momento non finisse mai, non mi sarei più staccata da lui, non avevo mai provato un piacere così intenso e Dreid era arrivato al limite, io non resistevo più, finché arrivammo al culmine di quel momento infuocato! Rimase sopra di me, baciandomi ancora e ancora, consumandomi di baci; non ci potevo ancora credere, ero frastornata ma felicissima. Ci addormentammo abbracciati, non avevo mai dormito così serenamente, mi sentivo protetta e amata.

La luce entrò dalla finestra, svegliandomi piano piano. Mi sentivo confusa, ma un flash mi ricordò i momenti della notte appena trascorsa e una cascata di brividi mi percorse dolcemente la schiena. Dreid si era già alzato e aveva lasciato la mia stanza, mi vestii e scesi a fare colazione con gli altri.

Salutai gli amici e mi sedetti davanti a Dreid, guardandolo con un sorriso malizioso. Lui mi guardò come se fossi una demente e mi chiese cosa avessi. Non era famoso per il suo tatto, anzi era un mago nel farti fare certe figuracce. Gli dissi: "No, no non ho nulla, sono solo felice e tu conosci il motivo." - "Cioè? Io dovrei sapere cosa? Forse ieri sera il Jack Daniel's che ti sei bevuta prima di andare a nanna ti ha bruciato anche gli ultimi neuroni rimasti?" - "Certo che sei proprio un cretino. Lo so che non vuoi parlare davanti a loro, ma potresti almeno evitare di trattarmi così, come se non fosse successo nulla." - "Ma di che diavolo stai parlando? Per favore illuminami, perché non c’arrivo." - "Che imbarazzo, dai non fare così. Ieri sera, quando è andata via la luce sei passato da me per rassicurarmi e poi…" - "E poi cosa? Ma ti sei bevuta il cervello? Io stanotte ho dormito nel mio letto!" - "Allora visto che continui a fare il cretino, non mi lasci altra scelta che dire cos’è accaduto, così non passo da visinaria, cioè che ti sei accoccolato con me nel letto e ci siamo amati!" Dreid scoppiò a ridere, e gli andò il caffè di traverso. Appena riprese fiato disse: "Scusa? Cos’è che abbiamo fatto io te? Sesso sfrenato? Senti piccola, vabbè che a volte sono sbadato, ma credimi che mi ricorderei di aver fatto scopatlon con te, eccome se me lo ricorderei!!!" Mi sentii morire per l’imbarazzo, mentre Eloise e Jo mi guardarono sbigottiti. Uscii fuori, mi mancava l’aria, mi sentivo soffocare, avevo bisogno di correre, di sfogare la mia rabbia. Rientrai la sera tardi, gli altri avevano già cenato e io non avevo affatto appetito. Non li salutai nemmeno e andai a dormire. Feci dei sogni strani, sentivo ancora le mani di Dreid sul mio corpo, non sapevo resistergli, ancora una volta ero sua, ma sapevo che era un sogno. L’indomani mattina mi svegliai stordita, non mi sentivo lucida. Provai a scendere dal letto, ma non ci riuscii, mi stropicciai gli occhi e ritentai con successo. Scesi a raggiungere gli altri nel salone, forse avevano fatto le valige e stavano già facendo colazione, quel giorno saremmo tornati a casa, alla vita di sempre.

Ma non trovai nessuno, il caminetto era spento, nessuna traccia di loro. Mi prese il panico, uscii di corsa dalla baita e l’auto non c’era. Ok, avevo litigato con Dreid, ma non mi avrebbero mai lasciato li da sola. Ritornai dentro, cercando per tutte le stanze…erano vuote! Mi assalì il panico, scesi in cucina, bevvi un sorso d’acqua, avevo le mani che mi tremavano e il bicchiere mi cadde dalle mani frantumandosi a terra. Nel raccogliere i vetri mi tagliai e tra lacrime e sangue il mio sguardo andò a finire su un giornale che stava sul pavimento. La data risaliva a un anno fa, ma in prima pagina c’era la mia foto…mi venne un tuffo al cuore, cosa stava succedendo? Lessi la didascalia: “Ragazza viene trovata morta in circostanze misteriose. Gli amici sconvolti non sanno cosa sia realmente accaduto in quella baita;  trovarono Beth morta nel suo letto, dopo una notte senza luce.” Mi lasciai cadere sul pavimento, era tutto così assurdo, così irreale…andai nel salone e mi raggomitolai su una grande poltrona, ero disperata, avevo bisogno di risposte…ma ad un certo punto sentii una presenza dietro di me. "Ciao Beth, sono Matt,  non ti devi preoccupare, non sarai sola. Quando hai varcato la soglia di questa casa ho voluto con tutto me stesso che fossi mia, non avresti comunque avuto scampo, ti stavo aspettando…ho trascorso anni pieni di solitudine, ma ero stanco di rimanere in quella condizione, tutto solo in questa baita…lei è la mia prigione. 10 anni fa un pazzo mi tolse la vita. Io ero il proprietario di questo rifugio, era il mio nido, la mia casa. Un giorno arrivò lui, all’inizio sembrò che volesse solo un riparo per la notte, ma poi il suo lato oscuro ebbe il sopravvento e mi ammazzò con un’accetta. Occultò il mio cadavere dentro alla baita, che diventò la mia perpetua cella. Non so che fine abbia fatto quel bastardo, so solo che non posso uscire da questo luogo, non posso vendicarmi, non posso perseguitarlo…Sono bloccato in questa dimensione e ho cercato di trasformare la mia rabbia, cercandoti…e ora che ti ho trovata sarai mia, per sempre. Non verrà più nessuno a disturbarci, perché dopo il tuo trapasso, il proprietario ha abbandonato la baita." Solo in quell’istante realizzai il tutto: ero morta! "Allora quella notte, nel mio letto non c’era Dreid, ma tu!!!" - "Si ero io, ti ho amata con tutto me stesso, non so come sia successo, ma sei riuscita a riaccendere la passione che non credevo più di avere...ti volevo tutta per me ed è stato il mio ultimo bacio ad ucciderti, strappandoti il soffio di vita. Per un anno ti sei persa tra le pareti di quella stanza, è come se tu avessi semplicemente dormito, è stato come un lungo sogno. Ora che sei riuscita ad aprire la porta di questa dimensione e potremmo amarci per sempre."

Avevo solo desiderato di passare due giorni in una baita e invece mi ritrovo cadavere, prigioniera di Matt…Lui aveva le sembianze di Dreid, non riuscivo ad odiarlo, lui era tutto quello che avevo sempre desiderato, mi amava e io mi stavo innamorando di lui...quello che dico può non avere senso, ma per me lo ha.  Devo solo digerire la notizia del mio trapasso e lui mi aiuterà in questo...

Morii durante la prima notte in quella baita…tutto il resto era stato solo un sogno confuso…perché ero già in viaggio verso il mio nuovo mondo, il regno dei morti...ora sono a casa.

 

fla

 
 
 

Nuove amicizie...

Post n°1043 pubblicato il 11 Marzo 2013 da padmaja
 

 

 

Nel mio condominio arrivò un nuovo affittuario,  Mark era arrivato da alcuni giorni, ma non avevo ancora avuto modo di conoscerlo e a dire la verità ero piuttosto curiosa.

Un giorno suonarono alla porta, non aspettavo visite, guardai dallo spioncino e chiesi chi fosse: "Ciao sono Mark, il tuo nuovo vicino." Aprii la porta e lui mi salutò con gentilezza chiedendomi se per caso avessi dello zucchero. Ah! Voi direte: "La classica frase per attaccar bottone" e invece no, un motivo c’era  Mi disse che stava preparando un dolce e che si era dimenticato dell’ingrediente principale. Così presi lo zucchero, mentre lui rimase educatamente sull’uscio. Ci salutammo e lui andò a preparare il suo dolcetto. Però, niente male, bello e sa pure cucinare...senza alcuna ombra di dubbio me ne ricorderò 

Col passare del tempo mi accorsi che di giorno le sue persiane erano sempre chiuse, probabilmente lavorava di notte e magari stava solo riposando, ma la cosa mi sembrò alquanto strana visto che anch’io faccio i turni, ma di certo non mi muro in casa.

Una sera rientrai tardi e me lo trovai davanti sulle scale all’improvviso, (ma da dove cavolo era sbucato?), giuro che mi prese quasi un colpo e lui si fece una bella risata  a mie spese; stavo per cadere quando lui mi afferrò, abbracciandomi la vita con forza...in quell'istante mi sono sentita come Rossella O'hara in Via col vento tra le braccia di Rhett Butler ahahah

Si scusò e mi disse che presto si sarebbe fatto perdonare.

Infatti la sera dopo suonò di nuovo il campanello, andai ad aprire e vidi Mark con qualcosa in mano: "Ciao Fla, come stai? Disturbo?" - "Certo che no, posso esserti utile?" - "Posso entrare? Volevo farmi perdonare per lo spavento di ieri sera e ti ho portato un dolcetto." - "Wow, che gentile, entra pure, ma non dovevi disturbarti." Certo che doveva disturbarsi, a momenti ci rimanevo secca sulle scale  e per dirla tutta era un gran bel pezzo di figliuolo, così almeno mi sarei lustrata un po' gli occhi

 


Appena lo invitai ad entrare iniziò a farmi i complimenti per l’appartamento, certo non era la reggia del Dubai, ma anche se piccolo è molto accogliente.

Parlammo un po’ di noi, del più e del meno, dei nostri lavori; era un tecnico informatico, una vera manna, così mi avrebbe potuto aiutare col mio pc che a volte va a badilate.

L’incontro era stato molto piacevole, ma quando quella sera gli chiesi come mai di giorno teneva le persiane abbassate, lui con abilità spostò subito la conversazione su un altro argomento. Mi stava incuriosendo e non poco, ero determinata a scoprire l’arcano, così sguinzagliai il CSI che alberga in me. Decisi quindi di invitarlo ancora una volta da me, per un caffettino. Gli mandai un sms dicendogli che se era libero, lo avrei aspettato per le h 21 la sera stessa.

Alle h 21 e zero zero suonò il campanello e io sobbalzai sulla sedia; stavo scrivendo uno dei miei racconti tranquilli e mi spaventai un ciccinin.

Lo invitai ad entrare e lui si presentò con un libro di Virginia De Winter "L’ordine della spada". Rimasi di stucco, in quanto era il libro che avrei voluto acquistare, visto che avevo letto da poco "L’ordine della chiave". Lui sorrise dicendomi che l’altra volta aveva visto i miei libri e che aveva notato che mi mancava quello. Ma chi è David Copperfield? Ammazza che occhio!

Dopo un po’ provai a portare la conversazione un po’ sul privato, chiedendogli se nella sua vita ci fosse qualcuno e con mia immensa gioia mi diede una bella notizia: era sigle e pure io!!! Ahahah La serata si stava scaldando, non riuscivo a staccare gli occhi da lui, aveva uno sguardo da strappa mutande e in un secondo mi sentii una deficiente, perché nella testa mi si stampò questa frase: "Se i miei slip fossero neve, tu saresti aprile." Dopo un nano secondo che pensai questo, lui fece un sorriso compiaciuto e mi prese il panico. Non sarà mica un mago per davvero? Non leggerà mica nel pensiero, vero? Attenzione, momento di panico! Lui all’improvviso si alza, mi viene vicino, mi prende e m’abbraccia sussurrandomi:  "Se ti mordo sei mia." Di chi sono io? Cosa cosa? Aiutoooooo, ho un vampiro in casa! Ma come ho fatto a non rendermene conto? Scrivo di loro dal mattino alla sera nei miei racconti, cazzarola! Ecco ora mi è tutto chiaro: persiane abbassate di giorno, apparizioni improvvise, velocità e soprattutto, quando era venuto da me la prima volta mi aveva chiesto esplicitamente SE POTEVA ENTRARE. Infatti i vampiri possono entrare solo se invitati. E adesso che faccio? Il suo abbraccio è come una morsa d’acciaio, però ha un buon profumo, mi sento stordita, per rendervi l’idea, mi sento lobotomizzata, non posso scappare e lui ride di gusto. "Ma che ti ridi?" - "Rido perché ci sei cascata in pieno sciocchina che non sei altro, e ora come la mettiamo? Hai veramente paura di me? Non ti farò male, ti succhio solo un pochino, non voglio mica ammazzarti e neanche trasformarti,  sai che posso controllare la tua mente...

 

 

...quindi non resistermi, vorrei solo che tu diventassi la mia amica di sangue."

 

 

E ora in coro starete dicendo: "Fla ti sta bene, racconti di loro sempre, sei appassionata di questo genere e ora che farai?" E me lo chiedete pure? Accetto e sottoscrivo col sangue questa nuova amicizia, anche perché è uno stragnocco da paura e mi sa che dopo la sua cena, lui sarà il mio dessert, a ognuno il suo!!! Quando ce vo ce vo!

 

(Immagini e video tratti dal web)


Pss pss ragazze! Guardate come ho ridotto Mark dopo l'ultima notte di fuoco  

 


Ahahah porello, ora gli dovrò dare un ricostituente ahahah

 

fla

 
 
 

Ho una predisposizione naturale a dialogare con la parte più oscura di me stesso. Da questa macchia nera ricevo input, ispirazione e tanti sogni.

 

Mi sono ispirato spesso agli incubi perché per me il cinema è un sogno o un incubo, a seconda dei punti di vista, e ritengo sia importante riuscire a pescare nel proprio immaginario notturno.

Dario Argento


 

IL MIO SECONDO BLOG

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Ciao da fla

 

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