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Un aiuto inaspettato...

Post n°1045 pubblicato il 19 Marzo 2013 da padmaja
 

 

 

Volevo cambiare aria, ed era giunto il momento di trovare un nuovo appartamento, visti i prezzi assurdi, la ricerca era stata estenuante.

Si trovata al penultimo piano di un condominio, non era certo il luogo dei miei sogni, ma nella vita non si può avere tutto.

Melany e Nick mi diedero una mano per il trasloco, non ci si rende conto di quante cose si hanno finché non si cambia casa, caspita che avventura!

Era la fine di marzo e finalmente la primavera stava facendo capolino con la sua brezza leggera, con deliziosi effluvi di fiori; ero riuscita a sistemare l’appartamento in una settimana, e quella sarebbe stata la mia prima notte li.

Era stata una giornata intensa, avevo gli occhi iniettati di sangue da quanto sonno avevo. Cenai alla svelta, con una bistecca e un po’ d’insalata, mi feci una doccia rilassante e me ne andai a letto presto.

Ero letteralmente sfinita, mi addormentai di gusto, quando all’improvviso un rumore mi svegliò all’improvviso.

Mi ritrovai seduta sul letto, con gli occhi sbarrati nel buio e le orecchie tese ad ascoltare…per 10 minuti non sentii nulla, ero ancora spaventata, ma provai a riaddormentarmi. Non feci in tempo a chiudere gli occhi, che il rumore di quei passi mi fece nuovamente sobbalzare. Provenivano dal piano superiore, era davvero strano, perché sapevo che quell’appartamento era ancora sfitto. Poi ci fu silenzio e il sonno mi avvolse dolcemente.

L’indomani, chiesi al mio vicino Paul se anche lui avesse sentito rumori durante la notte e lui mi disse che aveva fatto tardi, si era addormentato profondamente senza sentire nulla. Gli chiesi che, se avessi sentito ancora strani rumori, avrebbe potuto accompagnarmi al piano di sopra per dare un’occhiata.

Tornai dal lavoro verso le h 22, guardai la posta al pc e cercai di rilassarmi guardandomi un film. Ero un po’ in ansia al pensiero di andare a dormire, ma sapevo che Paul quella sera era già rientrato.

Verso l’una decisi di andare a dormire, ma i miei pensieri non erano privi di preoccupazione. Erano le tre e non riuscivo a prendere sonno; ma ecco, di nuovo quei passi! Sobbalzai nel letto e corsi a chiamare Paul, sapevo che non si sarebbe incazzato, mi aveva dato piena disponibilità a qualsiasi ora del giorno e della notte. Mi aprì la porta, l’avevo proprio buttato giù dal letto e senza far domande, visto che immaginava la natura della mia visita, mi accompagnò al piano di sopra. Provammo a bussare, ma dall’altra parte non ci fu alcuna risposta. Provammo ad aprire la porta e con stupore scoprimmo che non era chiusa a chiave. Mandai avanti lui, io avevo il cuore in gola, avevo l’adrenalina a mille, c’era elettricità nell’aria. Paul aveva portato con se una torcia, puntò la luce, scandagliando ogni angolo dell’appartamento, ma non c’era nulla, era completamente vuoto. Mi venne un conato di vomito, perché c’era un odore intenso, metallico, ma non capivo cosa fosse. Decidemmo di tornare nei nostri appartamenti, ringraziai il mio vicino e gli dissi che ero in debito con lui.

Praticamente passai la notte in bianco, dentro di me avevo una strana irrequietezza e visto che l’indomani non sarei dovuta andare al lavoro, sarei andata nuovamente in quell’appartamento…volevo vederci chiaro.

Il mattino arrivò in un baleno, mi preparai una moka da tre e sorseggiai con gusto il mio caffettino.

Andai al piano di sopra, provai ad aprire il misterioso appartamento, ma la porta non si aprì…era chiusa a chiave. Strano, come poteva essere? Con timore provai a bussare e all’improvviso sentii dei passi, gli stessi che avevo sentito durante la notte. La porta si spalancò e ad accogliermi trovai una ragazza, più o meno avrà avuto la mia età. “Ciao, posso esserti d’aiuto?” - “Ciao, sono Elly, una nuova affittuaria e volevo solo presentarmi.” Era la prima cosa che mi era venuta in mente, ero pietrificata e nella testa avevo mille domande. Lei con gentilezza mi invitò ad entrare. L’appartamento era illuminato, la luce del sole entrava dalle finestre e un intenso profumo di rose mi avvolse delicatamente. Si chiamava Liza, mi offrì un caffè e anche se ne avevo già bevuto a sufficienza a colazione, non rifiutai di certo, visto che una buona tazza di espresso concilia sempre il dialogo. La conversazione fu piacevole, mi disse che viveva li da quasi 9 anni, era single e quando mi disse ciò, notai nei suoi occhi una profonda tristezza; le dissi che venivo fuori da una brutta storia e che per il momento mi sarei goduta il mio stato di singletudine, volevo solo ritrovare un po’ di serenità. Lei cambiò velocemente argomento, come se fosse infastidita da qualcosa…non insistetti e mi congedai, dicendole che sarei dovuta uscire a fare delle commissioni. Prima di salutarmi, mi disse: “Era da tanto che qualcuno non passava a trovarmi, sarà un piacere averti ancora come mia ospite, magari una di queste sere facciamo qualcosa insieme?” Accettai l’invito e uscii dal condominio. Avevo bisogno di aria, in quell’appartamento c’era qualcosa di strano e non vedevo l’ora che Paul ritornasse a casa per raccontargli il tutto; ma quella sera fece di nuovo tardi, non volevo disturbarlo e così decisi di andare a dormire. Fu una notte tranquilla, ma solo fino alle quattro, quando all’improvviso sentii nuovamente il rumore di quei passi veloci.

Presi una torcia e decisi di andare di sopra; bussai, ma nessuno venne ad aprirmi, la porta era socchiusa, ero terrorizzata, ma entrai ugualmente. Rimasi pietrificata davanti all’ingresso, non c’era nulla, l’appartamento era vuoto, nessun profumo di rose, nessun suppellettile, forse stavo impazzendo?

 

 

Puntai la torcia sul muro che stava davanti a me, e notai che c’erano delle macchie, mi avvicinai e soffocai un urlo! Erano tracce di sangue raffermo, ce n’erano su tutti i muri e l’odore mi pizzicava le narici. Ormai ero li, così andai verso la camera da letto, spalancai di colpo la porta e un flash mi venne incontro come un treno in corsa…non ero lucida, vedevo sangue ovunque, vedevo Liza in un lago di sangue sopra al letto, gli schizzi arrivavano fino al soffitto e sopra di lei c’era qualcuno; in quell’istante ebbi un dejavu, il volto di lui mi era noto, ma scavando nella mia memoria non trovai risposte. Caddi a terra e in un attimo tornai alla realtà, cercai di riprendere fiato corsi via. Rientrai nel mio appartamento, ero sconvolta, non sapevo cosa fare, il volto di quell’uomo si era insinuato nei miei pensieri, ma non riuscivo a riconoscerlo, tutto era avvolto dalla nebbia.

L’indomani vidi Paul uscire di buon ora, ero alla finestra mentre mi stavo bevendo la mia dose di caffè quotidiano e lui si girò di scatto, fissandomi. Di riflesso lo salutai, ma lui non contraccambiò. Ma questo è un mondo di pazzi? Forse sta sentendo la primavera? E poi dicono che noi donne siamo lunatiche e strane…certa gente, valla a capire…Mi misi al pc, avevo bisogno di scrivere, di sfogare quelle mie sensazioni, di colpo andò via la corrente e qualcosa mi toccò la spalla, mi voltai di scatto ma non c’era nessuno, guardai lo schermo del pc e dietro di me vidi Liza. Non riuscivo a muovere neanche un muscolo, avevo paura di quello che avrei trovato alle mie spalle, ma lei era immobile dietro di me…mi rigirai, ma non vidi nessuno, la sua immagine era scomparsa.Bene, ora che caspiterina dovevo fare? C’era qualcosa di inquietante, di non chiaro, di irrisolto, sentivo l’angoscia fasciarmi ogni muscolo del corpo, stavo ansimando per lo spavento, ma ero decisa a trovare delle risposte. Durante la giornata, chiesi informazioni ai vicini, volevo sapere chi aveva abitato quell’appartamento, ma i condomini non mi furono d’aiuto, anzi, si rifiutarono letteralmente di parlare dell’argomento, dicendomi che sarebbe stato meglio che io non sapessi. Ma perdindirindina, stavo rasentando la pazzia e questi non vogliono dirmi nulla?

Quella sera aspettai Paul, ero intenzionata a parlargli, anche per capire il perché non mi aveva salutato quella mattina.Alle dieci lo sentii arrivare, mi precipitai da lui, chiedendogli se mi avrebbe concesso un po’ del suo tempo; dal canto suo, molto seccato, con un certo sforzo accettò di farmi entrare. Esordì dicendomi: “Elly, secondo me non dovresti andare in giro a fare certe domande e a curiosare; in quell’appartamento non ci abita più nessuno da tre anni, e le tue visioni hanno dell’assurdo, forse sei solo un po’ stressata e ti consiglierei di provare a rilassarti un po’.” “Certo Paul, forse avrai anche ragione, ma una cosa così non mi era mai capitata, quello che ho visto era reale, Liza ieri mattina mi ha accolta nel suo appartamento, ci siamo parlate. E poi mi vuoi spiegare questa tua freddezza nei miei confronti? Stamattina non hai neanche risposto al mio saluto, forse ti sei seccato perché l’altra notte ti ho svegliato? Ma eri stato tu a darmi il consenso a chiamarti se io ne avessi avuto bisogno. Quindi sii sincero con me, senza girarci tanto intorno, io amo la chiarezza.” “E’ solo che stamattina ero arrabbiato per i cavoli miei, ti chiedo scusa se non ho ricambiato il saluto, ma a volte il mio carattere bastardo ha il sopravvento, e divento scorbutico e di poca compagnia. Ti chiedo solo di smetterla di dire baggianate, in quell’appartamento non c’è nessuno, lo vuoi capire? Mettiti il cuore in pace e vai a dormire.” “Non prima di averti mostrato i muri di quell’appartamento.” Esasperato accettò il mio invito, aprii l’appartamento di Liza, Paul era vicino a me e gli feci notare gli schizzi di sangue sul muro della cucina. Lui non disse nulla per alcuni minuti, poi lo pregai di parlare, perché l’ansia mi stava divorando. Chiuse la porta dietro di se e mi prese la torcia che avevo in mano. Urlai per lo spavento, ma lui mi prese da dietro, sussurrandomi all’orecchio: “ Elly, cara Elly, cosa ti avevo detto? Non dovevi fare tante domande in giro, la gente non vuole ricordare certi avvenimenti. Liza è stata solo sfortunata, era una ragazza dolce, ma non ricambiava i miei sentimenti. Non hanno mai preso l’assassino, è stato molto furbo a non farsi beccare. Se tu sarai buona con me, non ti succederà nulla, in caso contrario, assaggerai l’orrore della mia ira e andrai a fare compagnia a Liza, questa è una promessa.” Ero immersa nel buio, stavo sprofondando nelle tenebre, in un abisso senza fine, non sapevo cosa fare…”Tu ora sarai mia, ti possiederò e tu non urlerai, non ti conviene se ci tieni a vivere, inoltre non avevi detto che eri in debito con me?” Però, la prospettiva di diventare la concubina di quel bastardo mi gelava il sangue, cercai di divincolarmi, ma più gli resistevo, più la sua eccitazione aumentava, lo sentivo dietro di me che ansimava, mi strappò i vestiti, le sue mani erano lorde di lussuria e io avrei solo voluto essere altrove, anzi avrei preferito morire piuttosto che essere sua.

All’improvviso sentii una voce nella mia testa, l’avevo riconosciuta, era Liza…”Elly, non ti preoccupare, ho atteso a lungo questo momento, ho cercato un corpo in tutti questi anni, un corpo che lui voleva possedere di nuovo, sarai il mio tramite per la mia agognata vendetta; lasciati andare, cerca di prendere tempo, fagli capire che anche lui ti piace e lascia fare a me." Ero confusa, ma non avevo altra scelta che seguire il suo consiglio, forse stavo impazzendo sul serio. Iniziai ad accarezzare Paul, lui ebbe un sussulto di piacere, cominciò a baciarmi avidamente, quasi stupito da quella mia inaspettata reazione; contraccambiai i suo baci, gli feci capire che anch’io lo desideravo. Mi fece notare che non avrebbe resistito ancora a lungo, sentivo i suoi battiti accelerare, finché accadde l’inaspettato. Nella camera di Liza la luce si accese all’improvviso, lui fece uno scatto indietro, palesemente spaventato, si alzò e andò a controllare…anche se ero terrorizzata lo seguii, entrando in camera con lui. La porta dietro di noi si chiuse all’istante, mi sentivo diversa, non ero più in me…lui si girò e mi guardò pietrificato. "Li-za, ma sei proprio tu?" - “Ciao Paul, da quanto tempo, vedo che non ti sei dimenticato di me e noto con dispiacere che non hai cambiato affatto le tue abitudini. Io e te abbiamo un conto in sospeso, ricordi? Ti prometto che ti riserverò lo stesso trattamento, le stesse attenzioni che tu mi hai regalato, sarai mio, preparati a morire.” Paul non fece in tempo ad urlare, che la lama del coltello gli squarciò la gola da parte a parte, mentre fiotti di sangue schizzarono ovunque, andando ad aggiungersi a quello di Liza. Tutto durò pochi istanti, finché lui crollo sul pavimento, esanime.Ritornò il buio, sentivo il sapore del sangue sulle mie labbra, mentre iniziai a riappropriarmi del mio corpo…ero tornata e al mio fianco sentivo al presenza di Liza. Mi accarezzo il viso, dicendomi: “Elly grazie per avermi prestato il tuo corpo, appena ti ho conosciuta ho sentito subito feeling, ho capito che saresti stata il tramite giusto, perdonami se non ti ho spiegato prima, ma lui doveva tornare qui da me, nel luogo che lui ha trasformato nella mia tomba. Non preoccuparti, non ti accadrà nulla di male, io ora sono libera, la mia vendetta è ora compiuta e non ho più motivo di restare. So che non digerirai facilmente quanto è accaduto, e non preoccuparti per il corpo di Paul, in questi anni mi sono fatta degli amici, non certo raccomandabili, sono demoni affamati di carne...

 

(Immagini e video tratti dal web)

 

...ti prometto che di lui non rimarrà nulla, ogni singola traccia di sangue verrà spazzata via e tu ritornerai alla tua vita si sempre. Ricordati solo una cosa, ora ti sei fatta dei nuovi amici, ti aspetteremo nell’aldilà, ma non preoccuparti, non è ancora giunta la tua ora, goditi la vita e se posso darti un consiglio, vattene da questo condominio, perché dopo la mia morte è stato maledetto.” “Liza, al momento ho solo tanta confusione in testa, ma sono felice di esserti stata d’aiuto, seguirò il tuo consiglio e nella scelta del mio prossimo appartamento, sarà mia premura informarmi accuratamente sui personaggi che vi abitano. Credo che sia giunto il momento di salutarci, immagino che Paul sarà già tra le braccia di Lucifero, tra le fiamme perpetue dell’Inferno, cosa che auguro a chi prende la vita degli altri solo per piacere e vendetta.”

 

fla

 
 
 
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Ho una predisposizione naturale a dialogare con la parte più oscura di me stesso. Da questa macchia nera ricevo input, ispirazione e tanti sogni.

 

Mi sono ispirato spesso agli incubi perché per me il cinema è un sogno o un incubo, a seconda dei punti di vista, e ritengo sia importante riuscire a pescare nel proprio immaginario notturno.

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