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Post n°1044 pubblicato il 17 Marzo 2013 da padmaja
 

 

 

Decisi di passare il week end fuori città con  Eloise, Dreid e Jo, i miei migliori amici; ci meritavamo un po’ di relax e al solo pensiero che avremmo trascorso due giorni in una bella baita ci riempiva il cuore di gioia. Volevo solo dormire, leggere un buon libro e godermi la natura.

Arrivati a destinazione, mi venne la pelle d’oca, il posto era un po’ inquietante; il rifugio metteva i brividi ed eravamo proprio isolati dal resto del mondo. Avevamo sentito il proprietario i giorni precedenti, ci aveva dato piena libertà, lasciandoci le chiavi in un vaso all’ingresso; ci aveva messo a disposizione la sua dimora, con tanto di provviste e legna a sufficienza per il fine settimana, ad un prezzo davvero modico; per questo ne avevamo approfittato, senza fare troppe domande, di questi tempi passare anche un solo week end fuori casa è davvero un salasso.

Ci guardammo attorno perplessi, l’idea di fare dietrofront aveva sfiorato le nostre menti, ma dovevamo almeno tentare; l’ingresso era accogliente, non era affatto male, anzi era delizioso; 

 

 

Jo corse ad accendere il fuoco, anche se eravamo in aprile, faceva freddo li in montagna. Nel frattempo, io ed Eloise decidemmo di disfare le valige, accomodandoci nelle nostre stanze; wow che lusso, avevamo una stanza ciascuno. Il letto aveva lenzuola e coperte morbidissime e delicate tende contornavano la finestra. La camera era piccola e molto confortevole, ma allo stesso tempo avvertii una strana sensazione, sentivo freddo, mi dissi che era normale visto che non avevamo ancora acceso il caminetto e le stufe nelle stanze. Misi in ordine le mie cose e scesi al piano di sotto per vedere cosa stavano combinando Dreid e Jo. Ecco, si erano già bevuti due birre, non si smentivano mai, mentre io avevo un certo appetito, ormai erano le sette di sera; decisi di preparare la cena, sbirciai nel frigo e nella dispensa e con mio stupore c’era ogni ben di Dio. Eloise sbucciò le patate, le avrei fatte al forno con un po’ di rosmarino, presi le bistecche e iniziai a cucinare. Il profumo delle patate arrosto riempiva la cucina, fino a raggiungere il salone. I ragazzi in coro mi chiesero quanto mancasse, e io risposi di preparare la tavola nel salone, dove ci attendeva il calduccio del caminetto e che saremmo arrivate dopo 10 minuti. A cena ormai ultimata, preparai il caffè e portai in tavola un dolcetto che avevo trovato nella dispensa, wow una bella crostata di ciliegie succose. Eravamo sazi, assonnati e contenti, così dopo aver riassettato la cucina assieme ad Eloise, andammo a coricarci. Nessuno avrebbe messo la sveglia l’indomani, ognuno avrebbe fatto ciò che voleva, in piena libertà.

Mentre mi sistemavo nel lettone, andò via la luce! Credetti di morire dall’ansia, sono nictofobica e tengo sempre con me un accendino in caso d’emergenza. Mi ricordai che vicino alla specchiera c’erano delle candele; tastando l’aria e col cuore in gola, le raggiunsi,  dando fuoco agli stoppini in un nano secondo. Ah finalmente la luce! Si ma il tutto durò solo un istante, perché una folata di vento le spense. Come poteva essere? La finestra era chiusa e nell’agitazione l’accendino mi sfuggì di mano. Lo cercai sul pavimento, ma senza successo, era assurdo, dove poteva essere finito? Cercai di respirare a fondo e mi lanciai nel letto, tirando su le coperte fino al viso, lasciando scoperti solo gli occhi, che nel frattempo erano diventati enormi da quanto li sgranavo…All’improvviso la porta si aprì, avevo il cuore che andava a mille e con un filo di voce dissi: "Chi c’è?" - "Shhh sono Dreid, ho visto che è andata via la luce e so quanto tu abbia paura del buio, così mi sono detto che forse volevi un po’ di compagnia, almeno finché non ti addormenti. Purtroppo, quando siamo arrivati,  non ho guardato dov’è il contatore, ma lo farò sicuramente domani." - "Grazie Dreid, sei un tesoro." Si raggomitolò accanto a me e mi strinse forte. Da tempo avremmo voluto che il nostro rapporto andasse oltre, ma avevamo paura di rovinare la nostra amicizia. C’era una strana alchimia tra di noi e sentirlo così vicino, mi faceva ribollire il sangue, mi sembrava di avere lava infuocata nelle vene. Mi avvinghiai a lui, i nostri visi si sfiorarono, sentivo il suo profumo, la sua pelle calda, mi sentivo dolcemente stordita e al sicuro, finché lui osò! Lambì dolcemente le mie labbra con la sua lingua, mi cercava, mi voleva e io volevo lui, avevo fame di lui. Mi baciò, sentivo il suo sapore, ne ero estasiata, avevo le sue mani ovunque, un brivido mi percorse la schiena…corpi eccitati, febbricitanti, smaniosi di passione. Lui era forte, sentivo i suoi muscoli contrarsi sopra di me, le sue labbra sul collo mi facevano impazzire, la sua lingua mi cercava, sentivo la sua smania. Mi prese con forza e la mia eccitazione aumentò, c’era feeling totale tra di noi, lui sapeva cosa volevo e io cosa voleva lui…grazie anche a tutte le chiacchierate che c’eravamo fatti da buoni amici nel corso di quell’ultimo anno; non avevamo segreti e infatti ora stavamo mettendo in pratica ciò che piaceva ad entrambi. Avrei voluto che quel momento non finisse mai, non mi sarei più staccata da lui, non avevo mai provato un piacere così intenso e Dreid era arrivato al limite, io non resistevo più, finché arrivammo al culmine di quel momento infuocato! Rimase sopra di me, baciandomi ancora e ancora, consumandomi di baci; non ci potevo ancora credere, ero frastornata ma felicissima. Ci addormentammo abbracciati, non avevo mai dormito così serenamente, mi sentivo protetta e amata.

La luce entrò dalla finestra, svegliandomi piano piano. Mi sentivo confusa, ma un flash mi ricordò i momenti della notte appena trascorsa e una cascata di brividi mi percorse dolcemente la schiena. Dreid si era già alzato e aveva lasciato la mia stanza, mi vestii e scesi a fare colazione con gli altri.

Salutai gli amici e mi sedetti davanti a Dreid, guardandolo con un sorriso malizioso. Lui mi guardò come se fossi una demente e mi chiese cosa avessi. Non era famoso per il suo tatto, anzi era un mago nel farti fare certe figuracce. Gli dissi: "No, no non ho nulla, sono solo felice e tu conosci il motivo." - "Cioè? Io dovrei sapere cosa? Forse ieri sera il Jack Daniel's che ti sei bevuta prima di andare a nanna ti ha bruciato anche gli ultimi neuroni rimasti?" - "Certo che sei proprio un cretino. Lo so che non vuoi parlare davanti a loro, ma potresti almeno evitare di trattarmi così, come se non fosse successo nulla." - "Ma di che diavolo stai parlando? Per favore illuminami, perché non c’arrivo." - "Che imbarazzo, dai non fare così. Ieri sera, quando è andata via la luce sei passato da me per rassicurarmi e poi…" - "E poi cosa? Ma ti sei bevuta il cervello? Io stanotte ho dormito nel mio letto!" - "Allora visto che continui a fare il cretino, non mi lasci altra scelta che dire cos’è accaduto, così non passo da visinaria, cioè che ti sei accoccolato con me nel letto e ci siamo amati!" Dreid scoppiò a ridere, e gli andò il caffè di traverso. Appena riprese fiato disse: "Scusa? Cos’è che abbiamo fatto io te? Sesso sfrenato? Senti piccola, vabbè che a volte sono sbadato, ma credimi che mi ricorderei di aver fatto scopatlon con te, eccome se me lo ricorderei!!!" Mi sentii morire per l’imbarazzo, mentre Eloise e Jo mi guardarono sbigottiti. Uscii fuori, mi mancava l’aria, mi sentivo soffocare, avevo bisogno di correre, di sfogare la mia rabbia. Rientrai la sera tardi, gli altri avevano già cenato e io non avevo affatto appetito. Non li salutai nemmeno e andai a dormire. Feci dei sogni strani, sentivo ancora le mani di Dreid sul mio corpo, non sapevo resistergli, ancora una volta ero sua, ma sapevo che era un sogno. L’indomani mattina mi svegliai stordita, non mi sentivo lucida. Provai a scendere dal letto, ma non ci riuscii, mi stropicciai gli occhi e ritentai con successo. Scesi a raggiungere gli altri nel salone, forse avevano fatto le valige e stavano già facendo colazione, quel giorno saremmo tornati a casa, alla vita di sempre.

Ma non trovai nessuno, il caminetto era spento, nessuna traccia di loro. Mi prese il panico, uscii di corsa dalla baita e l’auto non c’era. Ok, avevo litigato con Dreid, ma non mi avrebbero mai lasciato li da sola. Ritornai dentro, cercando per tutte le stanze…erano vuote! Mi assalì il panico, scesi in cucina, bevvi un sorso d’acqua, avevo le mani che mi tremavano e il bicchiere mi cadde dalle mani frantumandosi a terra. Nel raccogliere i vetri mi tagliai e tra lacrime e sangue il mio sguardo andò a finire su un giornale che stava sul pavimento. La data risaliva a un anno fa, ma in prima pagina c’era la mia foto…mi venne un tuffo al cuore, cosa stava succedendo? Lessi la didascalia: “Ragazza viene trovata morta in circostanze misteriose. Gli amici sconvolti non sanno cosa sia realmente accaduto in quella baita;  trovarono Beth morta nel suo letto, dopo una notte senza luce.” Mi lasciai cadere sul pavimento, era tutto così assurdo, così irreale…andai nel salone e mi raggomitolai su una grande poltrona, ero disperata, avevo bisogno di risposte…ma ad un certo punto sentii una presenza dietro di me. "Ciao Beth, sono Matt,  non ti devi preoccupare, non sarai sola. Quando hai varcato la soglia di questa casa ho voluto con tutto me stesso che fossi mia, non avresti comunque avuto scampo, ti stavo aspettando…ho trascorso anni pieni di solitudine, ma ero stanco di rimanere in quella condizione, tutto solo in questa baita…lei è la mia prigione. 10 anni fa un pazzo mi tolse la vita. Io ero il proprietario di questo rifugio, era il mio nido, la mia casa. Un giorno arrivò lui, all’inizio sembrò che volesse solo un riparo per la notte, ma poi il suo lato oscuro ebbe il sopravvento e mi ammazzò con un’accetta. Occultò il mio cadavere dentro alla baita, che diventò la mia perpetua cella. Non so che fine abbia fatto quel bastardo, so solo che non posso uscire da questo luogo, non posso vendicarmi, non posso perseguitarlo…Sono bloccato in questa dimensione e ho cercato di trasformare la mia rabbia, cercandoti…e ora che ti ho trovata sarai mia, per sempre. Non verrà più nessuno a disturbarci, perché dopo il tuo trapasso, il proprietario ha abbandonato la baita." Solo in quell’istante realizzai il tutto: ero morta! "Allora quella notte, nel mio letto non c’era Dreid, ma tu!!!" - "Si ero io, ti ho amata con tutto me stesso, non so come sia successo, ma sei riuscita a riaccendere la passione che non credevo più di avere...ti volevo tutta per me ed è stato il mio ultimo bacio ad ucciderti, strappandoti il soffio di vita. Per un anno ti sei persa tra le pareti di quella stanza, è come se tu avessi semplicemente dormito, è stato come un lungo sogno. Ora che sei riuscita ad aprire la porta di questa dimensione e potremmo amarci per sempre."

Avevo solo desiderato di passare due giorni in una baita e invece mi ritrovo cadavere, prigioniera di Matt…Lui aveva le sembianze di Dreid, non riuscivo ad odiarlo, lui era tutto quello che avevo sempre desiderato, mi amava e io mi stavo innamorando di lui...quello che dico può non avere senso, ma per me lo ha.  Devo solo digerire la notizia del mio trapasso e lui mi aiuterà in questo...

Morii durante la prima notte in quella baita…tutto il resto era stato solo un sogno confuso…perché ero già in viaggio verso il mio nuovo mondo, il regno dei morti...ora sono a casa.

 

fla

 
 
 
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Mi sono ispirato spesso agli incubi perché per me il cinema è un sogno o un incubo, a seconda dei punti di vista, e ritengo sia importante riuscire a pescare nel proprio immaginario notturno.

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