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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

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Concerto per tre. 5

Post n°1104 pubblicato il 28 Dicembre 2015 da lascrivana

Le prime luci dell'alba mostrarono i contorni di una città fredda e tetra. Nemmeno il tenue pallore dei raggi del sole, che si specchiavano sui vetri delle finestre, riusciva a dar calore al suo cuore gelido.

Luciana, gli occhi fissi nel vuoto, si era chiusa in un sordo dolore. Il senso di solitudine, lo stesso che l'aveva assalita una volta che aveva scoperto Luke a letto con Marisol, non solo non l'aveva lasciata anzi, si era accentuato. Oltre a quello, avvertiva ancora sul collo il respiro di quel porco di Simon, e nelle narici l'odore nauseabondo del suo sesso, un odore che non avrebbe mai più dimenticato. Colta da una nausea improvvisa, urlò a Luke di fermarsi. Fece appena in tempo ad aprire lo sportello, e la bile gialla e vischiosa le riempì la gola col suo sapore acre e amaro. Pulendosi le labbra con la manica del cappotto, ebbe modo di notare il volto cadaverico di Luke, spaventato e incredulo di fronte a ciò che stava vedendo.

E il ragazzo, era veramente spaventato e confuso. Non era da Luciana rimanere muta per ore, tanto meno rifiutare ostinatamente di parlargli. Oltre a non aver risposto a nessuna delle sue domande, quando le aveva chiesto se per caso fosse stato Simon a ridurla in quel modo, la ragazza aveva reagito in modo spropositato.

-Zitto...te ne devi stare zitto!- aveva sibilato.

Una volta giunti a casa, si era rinchiusa in bagno e si era liberata degli abiti. L'acqua bollente della doccia non riuscì tuttavia a levarle di dosso l'odore di Simon anzi, sembrava quasi che più si sfregasse, più aumentasse d'intensità, come se oltre il corpo le avesse invaso la mente. Senza forze, si lasciò scivolare a terra e si prese la testa tra le mani. Un sordo pulsare le forava i timpani, e sembrava voler farle scoppiare il cervello da un momento all'altro. Scossa da violenti singhiozzi, si convinse che l'unica maniera per far sparire quella puzza devastante fosse farla finita. Uscì dalla doccia senza chiudere il rubinetto, quindi aprì l'armadietto che solitamente usava Luke. La sua collezione di rasoi era li, ordinatamente sistemata sui vari ripiani a seconda delle misure e del valore. Ne prese uno di quelli più antichi, del tipo che si apriva a serramanico, quindi tornò sotto il getto dell'acqua.

Improvvisamente il pianto cessò, lasciando il posto a una fredda determinazione che non avrebbe mai creduto di possedere. Allungando il braccio, poté distinguere chiaramente le vene, bluastre e pulsanti sulla pelle bianca e umida. Con mano ferma, avvicinò la lama al polso e prese un respiro profondo. Un istante dopo, l'acqua sul piano doccia dapprima si colorò di rosa, per tramutarsi ben presto in un rosso cremisi acceso. Luciana non si accorse del rasoio che, lentamente, le scivolava di mano. La vista le si annebbiò, mentre uno strano senso di pace la pervase dolcemente. Chiudendo gli occhi, le ultime immagini che vide furono quelle di sua madre che, dal fondo di un tunnel, la chiamava a se.

 

Luke sembrava un'anima in pena. Il comportamento di Luciana l'aveva lasciato di sasso, non l'aveva mai vista in quello stato. Era sin troppo lampante che, a casa di Simon, qualcosa di terribile era accaduto, e pensava anche di sapere di cosa si trattava. Ma senza la sua conferma, correre da lui e pestarlo a morte poteva essere un rischio. Ma c'era anche qualcos'altro che aveva intuito nelle sue parole. Possibile che l'avesse visto con Marisol? Quell'attimo di debolezza lo stava angosciando in maniera innaturale. Non aveva affatto desiderato andare a letto con lei, non l'amava e non avrebbe mai pensato a una relazione stabile. Solo in quel momento si accorse di quanto amasse Luciana, di quante volte avrebbe voluto rivelarglielo senza mai averne realmente il coraggio. Un amore che andava al di la del solo sesso, anche se entrambi ne avevano ricevuto soddisfazione.

Impaziente, si avvicinò al bagno e appoggiò l'orecchio contro la porta. Lo scroscio dell'acqua lo rassicurò e poi, senza pensarci, girò la maniglia, ma la porta rimase chiusa. Reprimendo a fatica la voglia di bussare, tornò sui suoi passi rimuginando sul da farsi. Ecco cosa avrebbe fatto. Sarebbe uscito e le avrebbe comprato cornetti caldi e un cappuccino. Si trattava di poco, ma per il momento gli sembrava la cosa giusta da fare.

Quando tornò, una mezz'ora più tardi, si meravigliò di non trovarla ne in sala ne tanto meno in camera da letto. Avvicinandosi nuovamente al bagno, un brivido di paura gli percorse la spina dorsale. La porta era ancora irrimediabilmente chiusa, mentre lo scroscio dell'acqua gli giunse attutito ma chiaro. In preda al panico, cominciò a tempestare il legno di pugni, chiamandola a gran voce. Non ottenendo risposta, prese una breve rincorsa sfondandola al primo tentativo. Ansante e col cuore che batteva a mille, si fermò inorridito dinanzi alla scena che gli si parò davanti. Appoggiata alla parete della doccia, Luciana teneva le braccia in grembo, mentre il sangue colava lentamente nello scarico.

Danio e Laura

 

 
 
 
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INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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