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poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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Concerto per tre. 4

Post n°1103 pubblicato il 25 Dicembre 2015 da lascrivana

Non l'aveva mai considerata sotto quel punto di vista ma ora, vedendola distesa sul divano, avvertì qualcosa fremere dentro di se. Luciana non rappresentava di certo il suo ideale femminile, ciononostante, o forse proprio per quello, il desiderio di farla sua cresceva ogni minuto che passava.

Abituato a seni prorompenti e a labbra tumide e sempre vogliose, rimase incantato dinanzi alla figura semplice ma altrettanto affascinante della ragazza. Nel sonno, il volto le si era rilassato e aveva ripreso colore, mentre il respiro era tornato regolare. Avvicinandosi il più possibile, scostò lentamente la leggera coperta che la ricopriva, fissando il torace alzarsi e abbassarsi al ritmo del suo respiro. I piccoli seni, simili a quelli di un'adolescente, spuntavano invitanti dalla maglia color fucsia che indossava e la gonna, risalita oltre le ginocchia, lasciava intravedere le cosce lisce e ben tornite.

Lei si mosse appena, socchiuse gli occhi e lo fissò.

-Ciao- disse Simon con il tono più suadente e seducente che possedeva.

Luciana sbatté le palpebre diverse volte quindi, con un brusco movimento, si mise a sedere.

-Ci...ciao...perché mi fissi a quel modo...io...io...-

Portandosi l'indice al naso, le fece segno di tacere.

-Vieni, di la starai più comoda- disse afferrandola per un braccio.

Ancora frastornata e mezza addormentata, Luciana si lasciò condurre senza opporre resistenza. In breve, raggiunsero la stanza da letto e Simon aprì la porta cedendole il passo.

-Non è ancora l'alba, qualche ora di sonno non potrà farti che bene- disse con un sorriso che alla ragazza non piacque per niente. Arretrando di un passo, lo costrinse a lasciarle il braccio.

-Ti...ti ringrazio per l'ospitalità, ma credo che adesso tornerò a casa, Luke sarà preoccupato-

A quelle parole, il volto di Simon subì una trasformazione così repentina tanto da obbligare Luciana a fare un altro passo indietro.

-Luke, sempre Luke. Quel pivello non potrà mai darti ciò che posso offrirti io!-sbraitò, mentre una vena iniziò a pulsargli sul collo.

-Se siete arrivati dove siete, lo dovete solo a me! Hai capito stronzetta!?-

Sempre più spaventata, la ragazza non riuscì a replicare, e fece esattamente il contrario di quello che avrebbe dovuto. Voltandosi di scatto, cominciò a correre lungo il corridoio con l'intenzione di lasciare al più presto quella casa. In due balzi, Simon la raggiunse e l'afferrò per i capelli trascinandola all'indietro. Gli occhi le si riempirono di lacrime, sia per il dolore che per la paura di ciò che stava per accaderle. Sbattendola con violenza sul pavimento, le alzò la gonna sino alla vita e nel contempo armeggiò con la cerniera dei pantaloni.

-Avresti potuto evitare tutto questo, maledetta stronza! Ma visto che fai la schizzinosa, non meriti nemmeno che ti porti a letto!-

Terrorizzata, cercò di opporre una pur minima resistenza ma Simon, con un violento colpo al volto, la tramortì all'istante. Una nebbia gelatinosa le offuscò lo sguardo, ma non tanto da impedirle di sentire i movimenti dell'uomo che, con estrema brutalità, le strappò le mutandine per poi penetrarla con inaudita ferocia. Il tempo si fermò, amplificando quei terribili minuti in un'odissea senza fine. Quando tutto terminò, Simon si rimise in piedi e la guardò con un sorriso perverso.

-Ne ho scopate di meglio, non sei nulla di che- disse riallacciandosi i pantaloni.

-Adesso rivestiti e tornatene pure dal tuo Luke, ti voglio fuori di casa entro cinque minuti- detto questo, tornò in salone come se nulla fosse accaduto.

 

L'aria fredda la colpì immediata, ma era ben poca cosa a confronto del gelo che sentiva dentro. Il dolore alla mandibola si stava attenuando, ma sapeva che l'affronto subito avrebbe bruciato ancora per molto tempo. Per un istante, valutò se fosse stato il caso di correre alla polizia e denunciare quel pazzo ma, ripensandoci, cos'avrebbe potuto dire?

Sa, agente, sono andata di mia spontanea volontà a casa sua. Poi, davanti alle sue avance, mi sono rifiutata e lui mi ha violentata, per poi lasciarmi andare come nulla fosse”

Con ogni probabilità, il poliziotto l'avrebbe guardata alzando un sopracciglio.

Ne è proprio certa, signorina?”

No, non sarebbe stata una buona idea.

In quel momento, dei fari in lontananza l'abbagliarono tanto che fu costretta a schermarsi gli occhi con il braccio. Subito dopo, un'automobile le si fermò accanto.

-Luciana!- urlò Luke scendendo dall'abitacolo e correndole incontro.

Sollievo, disgusto, voglia di piangere. Tutti sentimenti che l'aggredirono con violenza alla vista del suo miglior amico.

-Luciana, cos'è successo, sei sconvolta!-

Senza rispondere, salì dalla parte del passeggero e richiuse lo sportello.

-Portami a casa- disse con un filo di voce.

Danio e Laura

 
 
 
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INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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