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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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Nati nella famiglia sbagliata: Il rientro

Post n°997 pubblicato il 06 Maggio 2015 da lascrivana

 

Nonostante mi odiassi a morte, fu difficile mantenere rapporti freddi e impersonali con John.

Ogni qualvolta mi si avvicinava tutte le mie paure, i miei dubbi, crollavano. Mi abbandonavo a quella passione con una foga bestiale, tanto da spaventare persino me stessa.

Possibile che con lui fosse così difficile mantenere il controllo?

Non ero mai abbastanza sazia di lui, lo desideravo più di ogni altra cosa al mondo.

Il tutto, era reso più semplice dal fatto che, da qualche tempo, Lucio sembrava essere scomparso. Ma avevo parlato troppo presto.

Ripresentandosi in albergo il giorno della nostra partenza da Las Vegas,mi disse senza mezzi termini che, una volta rientrati, saremmo andati direttamente dai miei genitori. John si limitò a guardarmi inespressivo, mi sentii morire.

Inutile dire che le mie proteste furono inutili.

 

Una volta atterrati infatti, diede al tassista l'indirizzo di casa mia.

Quando arrivammo, in preda a un panico incontrollato, lo vidi suonare il campanello con naturalezza, sorrideva.

Quando la porta si aprì, lo sguardo di mia madre fu come una mazzata allo stomaco.

Pallida da far paura, aprì la bocca per dire qualcosa ma Lucio, facendo un passo in avanti, non glielo permise.

-I miei rispetti donna Rosalia. Potrei parlare con vostro marito?-

In lontananza, la voce di mio padre echeggiò alle loro spalle.

-Non permetterti di far entrare quella svergognata, Rosalia. Ne tanto meno quel individuo che l'accompagna, sono stato chiaro?-

Per nulla intimorito, Lucio avanzò deciso.

-Don Lucisano...- disse alzando la voce.

-Che lo vogliate o meno, io e vostra figlia siamo marito e moglie ormai. Inoltre, desidero informarvi che siamo in attesa di un erede, vostro nipote!-

A quelle parole, mia madre si portò le mani alle labbra.

-E vorreste forse, che il sangue del vostro sangue nasca senza la vostra benedizione?- concluse trionfante Lucio.

Seguirono alcuni istanti di silenzio durante i quali, la tensione, si poteva tagliare con il coltello.

-Non ti riconoscerò mai come genero, Campisi!- tuonò mio padre affacciandosi alla porta.

-Così come non benedirò nessun nipote nato da questo sciagurato matrimonio! E adesso andatevene, ho già perso sin troppo tempo con voi-

Pur tremando vistosamente, esultavo per le parole di mio padre.

Il mio pensiero andò a Carlo, al fatto che, per lo meno, Lucio non gli si sarebbe potuto avvicinare più di tanto.

Ma Lucio, testardo e infido quanto era, sembrava non voler darsi per vinto.

-Papà...Renzo...voi mi permettete di chiamarvi così vero? Vi prometto che mi prenderò cura di Agnese e della vostra famiglia. Manderemo Carlo a studiare nelle migliori scuole e voi non dovrete più penare-

Nel sentir nominare mio fratello, avvertii un tuffo al cuore. Nonostante questo, cercai di mantenere un minimo di controllo.

-Ascolta Lucio, conosco bene mio padre. Per ora andiamo via, vedrai che con il tempo cambierà idea-

Ignorandomi, Lucio proseguì nel proprio discorso.

-Papà, io voglio che veniate a vivere nel nostro ricco quartiere e che abbiate la più bella villa che ci sia a New Orleans. Mamma Rosalia, per voi la vita da sguattera resterà solo un brutto ricordo. Potrete fare la signora restando comodamente a casa a comandare una schiera di servitù-

Quel bastardo, stava toccando i tasti giusti per far colpo, mi sentii perduta.

Dovevo inventarmi qualcosa, e dovevo farlo al più presto.

Scostandolo bruscamente, mi piazzai davanti a mio padre, rosso dalla collera.

-Io invece, ti ritengo colpevole per aver messo in pericolo la mia vita e quella di mio fratello! Per questo, ti odio a tal punto che sono io a non implorare il tuo perdono! Il mio nome, d’ora in avanti, sarà solo Agnese Campisi. Un nome rispettato da tutti. Questa vita da onorati combattenti mi ha stancato! Mio figlio crescerà come un principe. E in quanto a voi, non voglio più vedervi!-

Dire queste cose ai miei genitori, mi feriva oltremodo. Ma era l’unica cosa che potevo fare per evitare che si lasciassero corrompere dal finto perbenismo di Lucio. Assorta com’ero nei miei pensieri, lo schiaffo di Lucio mi colse impreparata, tanto da farmi perdere l’equilibrio e cadere a terra. Da una parte è stato un bene perché, barcollando, evitai l’impatto duro della sua mano sulla mia faccia. In un certo senso l’avevo quasi schivato.

-Non ti permetto di mancare di rispetto ai tuoi genitori!- sbraitò Lucio falsamente indignato.

-Se non sparite entro due minuti, parola mia che vi faccio saltare le budella! E bada bene Campisi, stavolta faccio sul serio! Prendi questa svergognata e andatevene, prima che sia troppo tardi!- tagliò corto mio padre.

  • Danio e Laura

 
 
 
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INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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