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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

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Nati in una famiglia sbagliata: desiderio di vendetta

Post n°996 pubblicato il 03 Maggio 2015 da lascrivana

 

Ansante e sudato, Lucio si rivestì. Il ragazzo, scosso dai singhiozzi, giaceva supino sul letto.

-Smettila di frignare stronzetto, in fin dei conti non sei stato un granché- disse sprezzante. Fece quindi per andarsene ma, quando fu sulla porta, il giovane emise una sorta di gemito.

-Che vuoi ancora- la mano già sulla maniglia.

-Io...ecco. L'altro signore, mi...aveva detto che sarebbe stato lei a...a pagarmi...-

Lucio esplose in una fragorosa risata. Tornando verso il letto, affondò le mani nelle tasche dei pantaloni.

-Hai ragione, scusami- disse tranquillamente.

-Ecco ciò che ti devo-

 

Brandendo un coltello a serramanico, lo fece scattare davanti agli occhi terrorizzati del ragazzo.

-E quanto vorresti per la tua prestazione? Su, non aver paura, dimmi una cifra-

Ammutolito, il giovane scosse la testa con decisione.

-Come no? Mi hai appena detto che vuoi essere pagato. Ebbene, dimmi quello che vuoi allora!-

-Non...non fa nulla signore, mi...mi scusi...io...- farfugliò il ragazzo sempre più nel panico.

Come se non l'avesse udito, Lucio avvicinò la lama ai suoi genitali.

-Non che ti servino a molto, ma azzardati ancora una volta a chiedermi soldi, e giuro che te li stacco in un colpo solo. Sono stato chiaro?-

Il ragazzo annuì freneticamente.

-Ok, ci siamo capiti picciriddo- proseguì Lucio rimettendo il serramanico in tasca.

-Ti aspetto stasera, dopo cena. E vedi di essere puntuale-

Chiudendosi la porta alle spalle, il mafioso sorrise soddisfatto.

In fin dei conti, non era stato del tutto sincero. In realtà, era da tempo che non provava una soddisfazione simile. Pensandoci bene però, si rese conto che, durante il rapporto, non aveva fatto altro che pensare a Carlo, il fratello di quella stupida di Agnese. Avrebbe dovuto rimediare, e l'avrebbe fatto al più presto.

 

Attenta a non svegliarlo, scesi lentamente dal letto e mi recai in bagno. Una volta dentro, riempì la vasca d'acqua calda, quasi bollente, quindi m'immersi.

Mi sentivo tremendamente in colpa. Nonostante le migliori intenzioni, avevo fatto l'amore con John in maniera furiosa, quasi animalesca.

Quell'uomo aveva il potere di soggiogarmi, di stravolgermi. Ma, una volta uscita dalle lenzuola, tutti i dubbi e le incertezze m'assalivano impietose e inesorabili.

Come avevo potuto accettare un simile compromesso? Il pensiero di Carlo, così giovane e indifeso, mi fece fremere di terrore.

In cuor mio, era convinta che prima o poi Lucio gli avrebbe messo le mani addosso. Al solo pensarci, venni colta da un senso di nausea.

No, non potevo permettere una cosa simile.

E la soluzione, pur tremenda e sconvolgente, non poteva essere che una. Dovevo uccidere Lucio, e dovevo farlo da sola.

Quando ritornai in camera, John stava ancora dormendo profondamente.

Lo fissai intensamente.

La decisione appena presa, avrebbe di certo sconvolto le nostre vite, ma ciò non mi fece retrocedere, anzi.

In fondo, era solo colpa di uomini come John e Lucio se stavo per trasformarmi in un'assassina.

Non fui nemmeno sfiorata dal pensiero della prigione. Se avessi fatto le cose con calma, nessuno avrebbe mai sospettato di me.

Presa da quelle riflessioni, non mi era nemmeno accorta che john aveva aperto gli occhi.

- Ciao amore...- disse attirandomi a se.

 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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