Creato da ania_goledzinowska il 10/01/2011

CON OCCHI DI BAMBINA

Ania Goledzinowska

 

 

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IL DRAMMA DELLE SCHIAVE CHE NESSUNO VEDE

Post n°9 pubblicato il 20 Marzo 2011 da ania_goledzinowska
 

 

RECENSIONE quotidiano LIBERO -5 marzo 2011

libero 011

IL DRAMMA DELLE SCHIAVE CHE NESSUNO VEDE

Carlo Sala 5 marzo 2011

Ciniche carrieriste o semplicemente succubi, le ragazze a cui tanta attenzione dedica la magistratura milanese che indaga su Arcore non hanno mai lamentato di essere state costrette ad agire contro la loro volontà.

C’è invece un vasto mondo di ragazze, straniere di norma, letteralmente vittime di una tratta di schiave: ingannate, con la promessa di un futuro radioso in Italia, sequestrate, costrette a prostituirsi e spesso oggetto di vera e propria violenza sessuale. Una verità tanto universalmente nota quanto ormai accettata in un rassegnato silenzio che Anja Goledzinowska ha il merito di squarciare. Raccontando in prima persona, nel libro “Con occhi di bambina”, la sua storia di giovane polacca fuggita alle privazioni dell’era sovietica ma trovatasi schiava là dove si attendeva di gustare la libertà. Schiava, con l’inganno di un ingaggio da modella, non solo in senso fisico - una violenza sessuale subita a 17 anni, perché in un certo mondo è inconcepibile che chi lavora in un night possa anche negarsi - ma anche di tutta una rete di connivenze e luoghi comuni: dagli agenti prezzolati per non vedere certe cose all’idea che “così fan tutte” e quindi da un lato non c’è niente di male (la testimonianza su certi “dietro le quinte” dell’autrice è impietosa), dall’altro è incredibile che qualcuno possa non accettare quelle che sono vere e proprie “regole del gioco”.

Scevro da ogni sociologismo o vittimismo autoindulgente - della serie: sono le condizioni di bisogno che spingono tante a fare quel che fanno - e semmai saldamente ancorato ai concetti di responsabilità e dignità personale (chi si presta lo fa volantariamente, evidentemente disprezzando ogni altro suo talento), il racconto della Goledzinowska ha poi il pregio di non cadere in una denuncia che affidi alla magistratura compiti palingenetici. Anche se al lettore viene inevitabile pensare come esista una vasta area grigia di cui la legalità si disinteressa completamente, la Goledzinowska affida ancora alla responsabilità individuale - raccontando nuovamente la sua esperienza, l’incontro con la Madonna a Medjugorje - trovare la propria salvezza. Dopo anni da "bellona" paparazzata come classico elemento decorativo del vip di turno, dal nobile alla star sportiva o della canzone, una sorta di vuoto a rendere tutta esteriorità e nessun valore, lei la sua redenzione l'ha trovata nella scoperta della fede e a chi legge (coi suoi 16 euro in libreria contribuirà agli aiuti destinati dall’autrice ad associazioni dedite a donne e bimbi in difficoltà) viene automatico pensare che se legge dev'essere, meglio che sia quella delle 12 tavole piuttosto che del codice penale.

 



 

 

 
 
 
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