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GENTE DI MOLDAVIA

Domenica porto Misha, il mio minifighter moldavo, al suo primo match.
Combatterà in un torneo di K1-light under 12 a Verona, categoria 40 kg.

Misha ha iniziato con gli sport di combattimento solo il 20 settembre scorso, in occasione della prima lezione del mio corso per bimbi, e non ha mai perso una sola lezione.
Ogni volta che arrivo davanti alla palestra, che piova, nevichi o ci sia il sole, lui è lì che mi aspetta con la sua bicicletta.

E' venuto anche quando aveva mal di testa e la febbre, quando era visibilmente incazzato perchè fatica ad integrarsi a scuola (parla ancora maluccio l'italiano) o aveva i suoi cazzi a casa.
Si, perchè Misha il suo padre naturale praticamente non l'ha mai conosciuto, ha una mamma molto giovane e un'insegnante di sostegno (per tradurre le lezioni), e vive nel nostro paese da poco tempo.

Le sue giornate di dodicenne non devono essere molto facili.
Infatti, certe volte, mi accorgo che è proprio scornato, ha poca voglia di parlare e se qualcuno lo tocca scatta come una molla.
Ma ci sono anche giorni dove viene fuori il bambino che ancora è, e gli si illuminano gli occhi, ride, scherza e azzarda qualche battuta anche con me (mi chiama "PROF" e non c'è verso di fargli cambiare idea). 
E mi sembra che, ultimamente, di giornate no non se ne siano più viste, perlomeno in palestra. 

In questi mesi mi ha portato in palestra altri tre bimbi moldavi o ucraini, che ha conosciuto a scuola, ed è impressionante la differenza di "pasta" rispetto ai loro coetanei italiani.

Prima di tutto, Misha e company si muovono sempre da soli, senza essere accompagnati da genitori, scorrazzando per il quartiere con le loro bici.
Come facevamo noi alla loro età, ma oggi non usa più.

Fuori dalla palestra il loro gioco preferito sono i petardi ad alto potenziale, e dentro, nelle pause dell'allenamento, sono sempre sulla materassina a lottare tra di loro, e mica tanto per scherzo.

Quando metto a contatto gli stranieri con gli italiani devo sempre intimare ai primi di andarci piano, molto piano, altrimenti me li distruggerebbero in pochi secondi.
E' come mettere un antilope a giocare con un leopardo, e quindi devo sempre essere lì a controllare (ultimamente, per la verità e per fortuna, si stanno abituando a non picchiarli come fanno tra di loro).

A Natale li ho portati fuori tutti per una pizza: era come cercare di tenere a tavola dei diavoli.
Però si devono essere divertiti, perchè dopo nel parcheggio hanno fatto brillare un buon quantitativo di esplosivi.

Ieri sera in palestra parlavo con Gheorghe, vent'anni ed ex nazionale giovanile di grecoromana del suo paese, tanto distruttivo nelle MMA quanto educatissimo fuori dal tappeto, e mi raccontava "in Italia voi avete calcio, in Moldavia noi abbiamo lotta, tutti amano lotta".
Adesso tutto mi torna.

Domenica Misha tocca a te e, come ti ho detto, pensa solo a divertirti.
Ma tanto so già che farai a modo tuo, quaranta chili e tibie tenere come sedani, ma già con un cuore da samurai.