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La ricreazione non ci sarą pił?

Post n°783 pubblicato il 10 Luglio 2014 da mullerina
 

Nel weekend mi "trasferirò" in una casuccia senza internet.
Bella la vita dell'eremita.
In realtà mi sposto per ragioni organizzative, o forse perchè ho colto la palla al balzo per stare un po' da sola e mettere in pratica l'arte dell'arrangiarsi (preziosa di questi tempi).
Grazie al mio potentissimo smartphone continuerò ad avere un possibile contatto sociale, per quanto riguardo il meraviglioso mondo di facebook (se riesco a non collegarmi è meglio), ma soprattutto mi preme potermi collegare al blog, con la speranza che la fine della sessione mi restituisca il tempo per scrivere.
In ogni caso oltre alla biancheria, i libri da studiare per l'esame di settembre e il mio amato cuscino, porterò con me anche il pc, per i web-dipendenti la speranza in un wi-fi a libero accesso è l'ultima a morire, mal che vada ruberò ai vicini la password per connettermi alla loro rete o più probabilmente raggiungerò la biblioteca e mi collegherò da lì.

Al di là di questa nota tecnica e di indubbio interesse collettivo, la giornata dell'open day di Verona a cui ho partecipato (in qualità di Virgilio, per gli studenti che si addentreranno nella selva oscura) mi ha portato a ripensare ad un classico dei classici... Il dilemma della scelta.
Per quanto ognuno di noi compia scelte continuamente, appena si rende conto che sta facendo una scelta iniziano le paranoie.
Quando scegliamo se mangiare un panino con la nutella o un panino con il prosciutto bene o male non ci sentiamo smarriti (ok ho scelto l'esempio sbagliato, i più, compresa la sottoscritta, ne mangeranno prima uno e poi l'altro, senza troppi problemi).
Quando invece ci viene chiesto di scegliere che università fare, l'ansia prende il sopravvento e le questioni, che il nostro cervello solleva, sono le più disparate.

Il problema delle scelte è l'accorgersi che si sta per rinunciare ad una possibilità per un'altra, senza conoscere nessuna delle due.
Siamo ad un bivio e davanti alla scelta: destra o sinistra, ci blocchiamo. Nessuno ci vieta di voltare a destra e provare ad avanzare, ma non sapere cosa c'è a sinistra ci infastidisce.
Potremmo voltare a destra, fare qualche passo e poi in caso tornare inidietro e prendere la via di sinistra. Ma il tempo perso chi ce lo ridà?
È difficile.
Ora io mi trovo in una posizione un po' delicata, mi attendono incontri per tutta l'estate con ragazzi che hanno le idee molto chiare o molto confuse sul proprio futuro. Chi le ha chiare rischia di non accorgersi delle altre possibilità e rimanere inchiodato alla propria idea, chi brancola nel buio rischia di perdersi, davanti alle infinite possibilità, che il futuro può riservargli.
È dura anche aiutare ad orientarsi... Già io mi dovrò orientare, per accompagnarli verso scelte più consapevoli possibili. So il peso che potranno avere le mie parole, per quanto veloci, sfuggite, o quant'altro... Nel mio piccolo potrei avere una parte di responsabilità, riguardo questi primi passi che faranno.

L'iniziare il percorso universitario per diventare infermiera a me è un po' "capitato", non era la mia prima scelta, eppure di questa professione me ne sono innamorata, sono la prova vivente che a volte intraprendere una strada quasi al buio, può portarti davanti a panorami imprevedibili, ma che ti stravolgono dentro.

È iniziata quest'avventura...
Mi sto appassionando a stare con i ragazzi delle superiori (forse dovevo fare l'insegnante!).

 

 
 
 
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