Creato da OptometriVale il 09/09/2011
Ho deciso che crederci ancora non sia una brutta malattia
 

 

Complicitą

Post n°210 pubblicato il 27 Settembre 2012 da OptometriVale

 

E' ridere.

Ridere di gusto.
Al telefono, abbracciati, tra le lenzuola mentre fai l'amore, quando ceni, quando ti racconti, quando prendi in giro. Quando le spari talmente grosse, in chiave così assolutista da renderti paradossale, solo per sentire quella risata fragorosa e fresca. Genuina.

Mi piaceva divenire giullare della dialettica.
E abbeverarmi delle sue risa.

 
 
 

Generazione di fenomeni

Post n°209 pubblicato il 25 Settembre 2012 da OptometriVale

 

Oggi, in macchina per andare a lavoro, ascoltavo RTL. Alle volte mi fanno sorridere e quindi li ho sintonizzati sul canale tre della radio.

Oggi è martedì.
Il martedì lo psico-cretino Morelli ( o quello che è) si diverte a fare il figo dicendo fesserie che bascullano tra la new age e il consiglio di fare delle orge per riscoprire il proprio lato istintivo e pulsante.

Stamattina ci è stata propinata l'affermazione più ridicola e priva di fondamento che abbia mai sentito:

" Quelli di questa generazione sono i genitori migliori di tutto il millennio"

Io ho solo ventisette anni, ma per esperienza lavorativa soprattutto, sotto i venticinque ho solo trovato buio profondo. Intesi, anche sopra i trenta c'è ben poco da trovare, ma lì già si è dei cazzoni conclamati mica nuova generazione..

Sono due anni che cerchiamo personale al lavoro. Il mio è un mestiere dove la CONOSCENZA è fondamentale. Se non passi dai libri, a studiare, a CAPIRE e RAGIONARE sarai un mediocre per tutta l'esistenza.
Non esigo che fresco di specializzazione tu sappia lavorare (anche se io l'ho fatto, e siccome non sono la donna bionica non vedo per quale motivo non debba poterlo fare chiunque altro), ma pretendo che tu possa avere le basi teoriche SOLIDE. E, cazzo, per solide intendo SOLIDE. Non sono un fisico nucleare, sono un ottico. Optometria, fisica, ottica, matematica e anatomia non sono materie impossibili. Puoi farcela se ragioni! Tenta di eludere la conoscenza teorica, e se cerchi di lavorare con me ti renderò la vita un inferno.

Se non hai queste basi, perchè da brava nullità a scuola hai pascolato le pecore e la tua famiglia non ti ha seguito in maniera esigente, sei pregato di riprenderti in mano i libri e MANGIARLI. E chiedere, ed incuriosirti e cercare di COMPRENDERE il senso delle cose, invece di ammazzarti la vita per imparare a memoria una mezza frase che ho detto per poi ripeterla con risultati disastrosi.

Sacrificio, gavetta, farsi il culo, guadagnarsi le cose. Sono tutti valori che i famigerati ottimi genitori del millennio non hanno saputo creare. Il prodotto è il vuoto infinito.

Tutto e subito, sempre. Atrofiziamo i cervelli, la curiosità, le voglie.
Incapaci di ambire a qualsiasi cosa, incapaci di fare un ragionamento di matematica di base - porca di quella maledetta, sta cosa mi manda in bestia! - incapaci al punto di NON CAPIRE la logica dell'ordine numerico di una comune fatturazione.

Però hanno i genitori che fanno gli amiconi, con i quali parlano, sono amici su fb ed escono insieme il fine settimana. Che culo.

Chiedi loro di sgobbare per otto ore al giorno, prendendo otto autobus in una città dove il servizio pubblico è una favola della nonna. E AGGRATIS. Con la voglia di fare esperienza, gavetta, imparare da qualcuno i trucchi e fregargli il lavoro dalle mani, poter scrivere due righe in un fottutissimo curriculum. Si riallacceranno le loro Hogan comprate dal padre inutile di turno, e ridendo se ne andranno via.

Mediocri. Generazione di mediocri.
E poi ci lamentiamo che l'Italia sia pessima...vogliamo parlare degli italiani e dei loro figli?

 
 
 

Il mondo ai miei piedi

Post n°208 pubblicato il 24 Settembre 2012 da OptometriVale

 

Non so se voglio cambiare piattaforma oppure no. 
Almeno nel virtuale, posso muovrmi come voglio, senza preoccuparmi tanto dei traslochi. 

 
 
 

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Post n°207 pubblicato il 21 Settembre 2012 da OptometriVale

 

Io mi sto davvero, ma davvero rompendo le scatole.
Cuore e stomaco che spingono da un lato, testa che con caparbia pazienza tira da quello opposto. E' il caos, la quotidianità vissuta come un ossimoro, non riesco a far trovare loro un accordo.
Che poi, io mi sono sempre fidata del mio stomaco: questa volta, però, me la sto facendo sotto. Se prova a fregarmi, mi eviscero. Giuro.

Ho quasi trent'anni, dovrei essere una disillusa. Non dovrei avere più speranze, nè credere ancora al cazzo di Amore nè tanto meno sperare nella pace nel mondo.
Dovrei uscire il fine settimana, ubriacarmi, scopare con gli sconosciuti nei bagni dei locali e poi usare la scusa di essere stata troppo brilla per ricordarmene.  Un po' come tutti, ecco.

Invece continuo imperterrita a stressarmi la vita.
Non mi accontento mai, non abbasso la guardia, non trovo succulento nessuno dei piatti che - porca di quella maledetta!- continuano a propinarmi sotto il naso. Al massimo mi viene il vomito.

Che. Due. Palle.

Non risco più neppure ad essere incazzata. Sorrido. Vedo lucido e sorrido serena, quasi divertita. Mi prendo per il culo da sola, in pratica.

E poi mia madre mi manda in bestia. Con i suoi consigli demenziali e le sue ipotesi ridicole. Pare sia diventata una moda accaparrarsi il diritto di conoscere sentimenti, voglie e desideri di terze persone. A ma', vai a cacare pure tu, ecco.

E TU, proprio TU...non te la faccio vincere. Manco morta.

 
 
 

Dicono bisogna metterci la faccia

Post n°206 pubblicato il 14 Settembre 2012 da OptometriVale

 

 

mh,ok.

 
 
 

Sbuffo.

Post n°205 pubblicato il 14 Settembre 2012 da OptometriVale

 

Il ricordo non è doloroso. Ho provato a ripescarlo più e più volte per testarlo, ma non fa male.
Che siano i viaggi in macchina, gli abbracci, le risate sincere, quegli attimi interminabili a Bologna aspettando il bus che mi strappasse da lui per riportarmi a casa e intanto lo mangiavo,  o la prima volta che vidi la neve soffice e bianchissima.
Ricordo e sorrido serena. Pezzi di vita, attimi di fame soddisfatta, che fanno parte di me e del mio vissuto. Mi hanno costruita, e ne sono contenta. Felice.

Quello che, porco giuda, fa male è il presente.
Mi basta il nome della sua città, la recondita possibilità di beccare qualcosa di lui tra le mani, di leggerne per sbaglio da qualche parte.
La paura mi attanaglia quando sento che potrei avere sue notizie, anche indirettamente. 
Un pugno allo stomaco, il fiato corto, sudo fredda. Vado in panne, ecco.

Non voglio saperlo.
Se ha già voltato pagina molto più in fretta di me, se ha qualcuna accanto, se sta combinando chissà quale cagata pazzesca per testare chissà cosa...non voglio saperlo.
Spero che stia bene, che in fondo abbia sbagliato io tutto e che lui abbia avuto ragione.
Ma poi basta. 

So che è come se fossi in riabilitazione: ho ancora tubicini collegati ovunque ed il fisioterapista che mi aiuta a riprendere l'uso delle gambe.

Finchè sarò in questa condizione, non potrò fare molto. Un passo falso, e stavolta ci lascio le penne. Ma ho da fare, da andare. Solo che adesso non è il momento. 

Una mia amica mi ha detto che è come ridipingere casa. Devo scegliere il nuovo colore delle pareti, girare le ferramenta e provare. Perchè devo essere sicura che quel colore non mi stanchi nel tempo.
Non sapevo se ridere o rimanere interdetta.
Le ho risposto che io ho le idee chiarissime, senza bisogno di provare per soddisfare curiosità, e se la mia carta da parati dovrà essere importatta direttamente dalla Cina, non me ne frega niente. Voglio quella, anche se mi costerà una vita intera.

E se non sarà reperibile? Lascerò le mura grezze. Vere.
Non me la tiro, ma non ho alcuna intenzione di accontentarmi di un ripiego.

E poi ho ancora sti cazzo di tubicini a darmi fastidio, non mi stressate.

 

 

 

 

 
 
 

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Post n°204 pubblicato il 12 Settembre 2012 da OptometriVale

 

Quindi non faccio più sogni dove vengo cacciata via in malo modo.

Adesso sogno di essere maldestramente sopportata. Sto lì in un angolino, zitta e buona. Non chiedo, non parlo, non faccio rumore, rispondo a monosillabi se vengo interpellata, e cerco di arrecare il minimo disturbo. Miracolosamente non mi urla contro, e quasi mi sembra un traguardo.

Il mio inconscio ha qualche problema di autostima, secondo me. Oppure è profondamente coglione.

 
 
 

Piove...

Post n°203 pubblicato il 11 Settembre 2012 da OptometriVale

 

 
 
 

Bah!

Post n°202 pubblicato il 10 Settembre 2012 da OptometriVale

 

La fedina è di macabro gusto.
Ora, non so in quante e quali parti di Italia essa venga usata, ma qui in Terronilandia è una piaga del buon gusto e del senso civico. E non sto esagerando, no.

Per chi non avesse idea di cosa sia, l'oggetto in questione è una caricatura della vera nuziale. In pratica, da fidanzati ci si scambia ( ergo: nel 98% dei casi LEI impone tale prassi) una sorta di anellino in argento. Possibilmente lucido ed intarsiato, che si possa vedere almeno ad un centinaio di metri.

L'effetto che questo coso al dito di un uomo mi riesce a fare è devastante. La libido si suicida, gli ormoni si impiccano e la patata mi fa causa.

"eh, ma a fidanzato corrisponde anello!"
No, ciccia, ad anello corrisponde matrimonio nel mio mondo fatato. Ti rendi conto dell'importanza del simbolo? Dove cazzo sta scritta la regola che il fidanzato DEVE farti l'anello a prescindere? Ma lo sai che lui - povero stronzo - è osceno con quel cosetto argentato ? Ah, già, altrimenti cosa fai vedere alle tue amichette? Solo i succhiotti? Giusto, non è fine.

Vaffanculo, ok?

Vaffanculo anche a te, che hai appena ventitrè anni, mi racconti che sei fidanzato da cinque e la fedina si vede prima di te. Ma dove l'hai conosciuta la tipa, all'asilo?
Tra l'altro sei ignorante da morire, ti faccio trottare io, ti faccio. Tsè.
 

 
 
 

1

Post n°201 pubblicato il 09 Settembre 2012 da OptometriVale

 

E quindi è già passato un anno da quando ho aperto il blog.
Chi lo avrebbe mai detto? Non mi sono stancata e mi è stato d'aiuto per imparare un po' alla volta a parlare di me senza filtri. Non ho usato solo questo non luogo, intesi, ma visto che era una cosa per me troppo difficile da realizzare, mi sono imposta e un po' per volta ho imparato a percepirlo come cosa mia. 
I cambiamenti devo essere lunghi e sofferti per essere efficaci. Un po' come perdere peso, così è perdere i vizi: se fai troppo in fretta, ritornano indietro presto. E anche in aggiunta! 

Non voglio fare punti della situazione. Non mi va.

Però, rispetto al giorno in cui ho deciso di iniziare a scrivere, oggi sono una persona più serena. Più lucida. Con passione e ragione in non equilibrio costante, ma che almeno mi fanno sentire viva.

Sono contenta, perchè sto andando da qualche parte.
Il bello sarà scoprire dove. 

 
 
 

Treno

Post n°200 pubblicato il 07 Settembre 2012 da OptometriVale

Parlo, parlo, mi racconto. Cerco di essere onesta, e so che non è facile.
Ad un certo punto lui sorride. Di un sorriso che so non può piacermi.

"Cosa c' è ?... " 
" Nulla. È che nonostante tutte le tue parole, hai gli occhi ancora pieni d' amore. Se ci fossero le condizioni, tu avresti la forza di buttare tutto a mare e ricominciare da zero..."

Silenzio.
E paura di capire quanto possa aver ragione.

 
 
 

( H )Air

Post n°199 pubblicato il 06 Settembre 2012 da OptometriVale

 

Ho completamente stravolto i miei capelli.
Da insensati mossi-lisci-crespi-sottili-appesantiti- cazzodicane (per buona pace dei puritani), a volume e senso dati da un sostegno.

Sono una nuvola mossa e morbida. Mi piaccio.

E mi sento bene. Dopo troppo tempo. 

 
 
 

Vuoi vedere che non era niente?

Post n°198 pubblicato il 30 Agosto 2012 da OptometriVale

 

Bendati. Prendi un barattolo di miele, aprilo ed immergi la mano aperta.
Adesso chiudila lentamente, saggia la consistenza. Senti come la sostanza scivola tra le dita, scappa via. Vorresti afferrarla ma è complicato, non puoi. Però senti. E' lì. 
Non vedi, non afferri bene, ma c'è qualcosa. E ciò che senti non può essere un'allucinazione. 

Mi sento così da un pò. Prima era un odore leggero, che quasi non percepivo. Pian pianino, lo stomaco ha spinto sempre più forte. Sempre di più, perchè a lui non basta mai.

Dire che si cambia in breve tempo è una cazzata. Una storiella che ci si racconta per prendersi in giro, trovare un compromesso con sè stessi. Praticamente, quasi non si cambia mai.
Però la percezione di sè, il modo di viversi, quello sì. Con fatica, puoi riuscirci.

Ho perdonato facendomi un favore. Ho accettato la mia debolezza, il mio limite. Ho imparato ad aprirmi. La strada è lunga, ma ho iniziato, ed ogni piccolo passo in avanti è motivo di fierezza. Cadrò ancora, mi sbaglierò ancora, lo preventivo già da adesso. Ma è normale. E non mi crocifiggerò più per la mia condizione umana. O, almeno, mi impegnerò per non farlo. 

La verità è che sono un'inguaribile ottimista. La verità è che io credo.

Credo ancora nella Vita, nella sua bellezza senza fine.
Credo nell'Amore, quello che ti farebbe scendere nuda all'inferno per strappare a morsi il cuore del primo demone che vuole trollarti l'esistenza. Credo che l'Amore non ha bisogno di prove di alcuna sorta, per essere, che non sono un test- drive dove prima vediamo come va e poi decidi.
Credo che il dubbio insensato, senza basi logiche, sia masochismo puro.
Credo di aver fatto bene a non partire mesi addietro, perchè sarei partita solo in preda alla disperazione e non per me. E avrei sbagliato tutto.
Credo che quando lo farò, sarà per sempre. Perchè è la mia scelta e nessuna delusione, nessuna paura e nessun dolore possono scegliere al posto mio.
Credo nei tempi giusti, nelle stagioni che maturano i frutti e nella neve che può sciogliersi solo con l'avvento della primavera.  
Credo nelle mia Camper, nel passo fermo e nelle camicie a maniche lunghe che riesco a mettere anche in pieno Agosto. Perchè sono ME. 
Credo di potermi salvare, perchè sono io a volerlo fare.
Credo che il Caso sia l'invenzione più codarda mai partorita da mente umana.
Credo che questo sia solo l'inizio, e mi sento eccitata come una bambina alla vigilia di Natale mentre aspetta il momento giusto per aprire il suo regalo.

Credo di aver bisogno di stare ferma un altro po'.  A decantare, come un vino buono. 
Credo ai miei occhi riflessi allo specchio.

E questo mi basta.

 

 
 
 

Innocenza

Post n°197 pubblicato il 30 Agosto 2012 da OptometriVale

 

Avere una sorellina di cinque anni, e trovarsela tra i piedi mentre cambi i pantaloni con indosso un perizoma, può significare sentirsi fare domande del tipo:

 

"Vale, ma perchè il tuo culo non entra tutto nelle mutande?"

 

Ed ecco che poi non sai più cosa rispondere, però in compenso ti vengono i complessi sul tuo lato B percepito abnorme da una bimba.

 

 
 
 

Per un cornuto, un cornuto e mezzo!

Post n°196 pubblicato il 29 Agosto 2012 da OptometriVale

 

Almeno una volta al mese faccio lo stesso sogno.
Magari cambiano leggermente i luoghi, o forse la dinamica si differenzia per banali sfumature, ma il succco è sempre identico.

Prendo, parto, arrivo, vengo cacciata in malo modo, e in silenzio e senza disturbare oltre, me ne ritorno via a schiena ricurva. Umiliata e sconfitta nel profondo.

Adesso, qualcuno spieghi al mio incoscio che l'io cosciente non ha NESSUNA intenzione di andare in alcun luogo e di fare alcuna cosa. Manco per niente.
E che quindi la può anche piantare di farmi svegliare al mattino come se avessi passato la notte in un incontro di pugilato.

 Ecchedueppallle.

 
 
 

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