SFIDE DI PENNA

ci troverete recensioni di film, giochi letterari e informazioni sui concorsi

Creato da ParafrasandoOblii il 19/02/2010
 
 
 

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 3
 

Ultime visite al Blog

pippomangionegaetano_venerivincenzolanteborallyteatroleforchemaria.cristinaebe62howcrueltimecanbelubopoesclusivamoblagTopoCangurofelitrottiLucioLorentz
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Citazioni

In amore non può esserci tranquillità, perché il vantaggio conquistato non è che un nuovo punto di partenza per nuovi desideri.
Marcel Proust

Tutte le decisioni definitive sono prese in uno stato d'animo che non è destinato a durare.
Marcel Proust

L'esser contenti è una ricchezza naturale, il lusso è una povertà artificiale.
Socrate

Non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo.
Isabel Allende

Eravamo insieme, tutto il resto del tempo l'ho scordato.
Walt Whitman

La moda è una forma di bruttezza così intollerabile che siamo costretti a cambiarla ogni sei mesi.
Oscar Wilde

L'uomo stolto cerca la felicità lontano, il saggio la fa crescere sotto i propri piedi.
J.
Robert Oppenheimer

"...è uno strano dolore... morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai..
." Baricco-Seta

La felicità è benefica per il corpo, ma è il dolore che sviluppa i poteri della mente.
Proust

Ti amo, ma la cosa non ti riguarda. Holderlin

 

 

« COME IN UNO SPECCHIOMangia, prega, ama »

The Road

Post n°17 pubblicato il 25 Giugno 2010 da ParafrasandoOblii
 

the_road

The Road è un film del 2009 diretto da John Hillcoat.

Il film è un adattamento cinematografico del romanzo di Cormac McCarthy La strada, pubblicato nel 2006 e vincitore del Premio Pulitzer nel 2007.

Protagonisti della pellicola sono Viggo Mortensen e Kodi Smit-McPhee

insieme alla sempre splendida Charlize Theron.

La trama si svolge in un contesto "apocalittico" di crisi della realtà sociale, avvenuta in seguito a fenomeni tellurici di vasta portata. I terremoti avrebbero provocato, oltre il progressivo disboscamento, un’estinzione della fauna terrestre; la qual cosa ha condotto a sua volta verso un diminuire improvviso del bene primario per l’uomo: il cibo.
L’evidente scarto quantitativo tra la popolazione richiedente e l’oggetto al centro dei desideri di sopravvivenza ha spinto una vasta frangente di invidui verso i limiti estremi della loro umanità. Laddove ogni istituzione soccombe sotto i colpi di una natura non incline a rinunciare alla propria esistenza in virtù di concetti astratti, si palesano degli scenari nauseabondi per l’uomo sociale che ha, casualmente o non, scelto la visione di questo film. Durante la strada, infatti, che li condurrà verso sud, l’uomo alla ricerca disperata di cibo scopre una cantina, proprio sotto la cucina di una casa apparentemente abbandonata. L’amara rivelazione è un tripudio di carni viventi mozzate di arti. Immaginate di essere cibo, che tutti gli altri siano cibo, organismi tenuti in vita col solo scopo di evitare la putrefazione. Dietro l’aspetto di mostro di un qualsiasi film dell’orrore, quasi come zombie, c’è l’uomo.
Sappiamo, anche grazie a numerosi studi filosofico-sociologici, che la realtà attuale è quasi del tutto occupata da istituzionalità. Dovunque ci giriamo scorgiamo fenomeni sociali come il matrimonio, il denaro, la proprietà, qualcosa che non ha di per sé un valore intenzionale ma lo acquista grazie ad un’assegnazione di funzione da parte della collettività. Immaginiamo dunque di vedere banconote lasciate alle strade, beni oggi di primo ordine considerati nulli; immaginiamo buona parte degli individui arrendersi alla paura di un’imminente processo inverso di transustanziazione, da uomo a cibo; intere famiglie, compresi i bambini (anzi soprattutto per i bambini), impiccarsi perché a quel punto la morte assume le tinte di un riparo accogliente, fuori di ogni terrore. Non è un caso che il film inizi proprio con l’affermazione che il tempo non esiste. Non c’è più alcuna posizione temporale, perché anche il tempo è un prodotto sociale e dove non c’è più posto per alcuna società il tempo cessa di esistere; lo spazio assume i connotati di un territorio da video gioco, in ogni momento qualsiasi cosa puo’ mutare in un’altra, qualsiasi cosa puo’ comparire e all’uomo non resta che muoversi di continuo, senza fermarsi, nel viaggio nomade di chi ha come solo scopo la sopravvivenza.
 Ecco, in questo contesto scorre il percorso interiore di un padre deciso nell’intento, oserei dire educativo, di preservare le possibilità di esistenza del figlio. Il presente è talvolta accompagnato da un passato, alle volte germoglio di pace fiorito grazie al ricordo; altre infinito riverbero di un lascito duro, l’addio di una madre e moglie arresasi al nulla. Al figlio che chiede continuamente quale sia la direzione, lo scopo, l’aspettativa, l’uomo risponde di voler andare verso la costa, sperando in residui di umanità.  Ma il padre, che un tempo era medico, sa di stare per morire, sa bene di dover fare l’impossibile per insegnare al bambino tutto quanto gli possa servire per resistere. Ad un certo punto del film, al bambino che si sveglia in preda agli incubi, il padre dice che è un buon segno, vuol dire che sta ancora lottando, laddove dietro un’incantevole sogno si celerebbe la resa.
“Noi portiamo il fuoco”, gli dice. Dove per fuoco si intende forse l’essenza dell’umanità vera, quella non corrosa dalla fame, un’umanità che si palesa tutta negli occhi di un’altra madre che accoglie, infine, quel bambino ormai solo, avvenuta la morte del padre. La fine fortunata del bambino, nell’aver trovato una famiglia pronta ad accoglierlo, nell’aver trovato finalmente i “buoni”, getta una pallida luce: la possibilità che il fuoco non si dilegui, che la fiamma non si spenga al sospiro mortale della società.  

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963