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« bbc e 100 gender | 2 fase protesta io Apro » |
Domenico Arcuri arrivato con
Conte è legato al settore pubblico.
Meglio faccio un passo indietro e vi racconto di
Arcuri passato.
Secondo il Corriere della Sera, che cita
Arcuri stesso, fu Romano Prodi, che allora
era a capo dell’IRI, a volerlo, assieme ad
altri laureati promettenti della Luiss, per
occuparsi di nuove tecnologie in varie
società del gruppo. Nel 1986 lasciò l’IRI
e cominciò un lungo periodo nel settore
della consulenza privata.
Il commissario straordinario per l'emergenza coronavirus è un manager di stato con una carriera molto lunga, che ha incrociato ben otto governi differenti.Chi oggi si stupisce della grande
quantità di responsabilità e
situazioni critiche di cui
Domenico Arcuri si fa carico
non sa che ormai da anni,
anche senza una nomina ufficiale,
Arcuri è il commissario
straordinario di praticamente
tutte le crisi più gravi dell’
economia italiana. Chi gli
rimprovera di assumersi troppi
incarichi troppo onerosi non
sa che queste critiche sono note
da tempo agli addetti ai lavori
nel settore industriale. A partire
dalla metà degli anni Dieci, infatti,
Invitalia è diventata o meglio,
è tornata a essere l’ente a cui
il governo centrale ha tentato
di delegare la gestione di problemi
non affrontabili con metodi
ordinari: per molti versi, l’Invitalia
di oggi è una struttura
commissariale permanente.
Le crisi industriali più importanti
di cui Arcuri si è occupato sono state,
tra le altre, l’impianto di produzione
dell’alluminio di Alcoa a Portovesme,
la fabbrica Fiat di Termini Imerese,
quella di BredaMenarinibus a
Bologna, di Irisbus a Valle Ufita,
di Bekaert a Figline Valdarno,
di Embraco a Riva di Chieri e
così via. Da novembre
di quest’anno, inoltre, Invitalia
ha anche la responsabilità di
trovare una soluzione al
complessissimo caso dell’ex
ILVA di Taranto, assieme agli
investitori privati. Le modalità
dell’intervento di Invitalia sono
più o meno le stesse: una grande
azienda di valore strategico è in
grave crisi, rischia la chiusura e
minaccia migliaia di licenziamenti
e l’impoverimento di un territorio.
Il governo chiama Invitalia, la quale
prepara un piano di recupero
/rilancio/valorizzazione che prevede
il reperimento di un nuovo
investitore che salvi l’azienda,
oltre alla partnership della stessa
Invitalia, che per rendere il
salvataggio allettante e possibile
promette di investire centinaia
di milioni di euro di denaro pubblico.
Negli ultimi cinque anni o poco più, dunque
, Invitalia di Arcuri ha accumulato una
serie di impegni e responsabilità che vanno
dall’intricatissimo all’impossibile, promettendo
di trovare una soluzione a tutto e senza
nemmeno considerare la pandemia da coronavirus.
Questo è stato possibile a causa di due
movimenti coincidenti: da un lato la politica
che, seppure con governi di indirizzi politici
diversissimi, ha scaricato su Invitalia la gestione
di responsabilità terribili. Dall’altro Arcuri, che non
ha mai detto a nessuno «questo non si può fare», anzi.
La politica, dal 2007 a oggi (si sono succeduti ben
sette presidenti del Consiglio), non ha mai
smesso di fidarsi di Arcuri perché Arcuri
offre sempre una soluzione. In questo senso,
l’operato di Invitalia ricorda quello delle società
di consulenza per cui Arcuri ha lavorato decenni fa.
Normalmente, le aziende si avvalgono delle
società di consulenza per far gestire dall’esterno
una crisi o una situazione particolarmente
intricata, magari con un obiettivo già precostituito.
Per i vari governi che si sono succeduti, Arcuri
si è assunto responsabilità che la politica non
voleva o non poteva prendersi e ha cercato di
rispettare gli obiettivi che gli erano stati imposti.
Dopotutto è la ragion d’essere di un’azienda
nata per servire la pubblica amministrazione:
se la politica dice che una certa fabbrica non
può chiudere, si fa di tutto per tenerla aperta e
per proporre una soluzione che generi consenso,
eviti le manifestazioni dei sindacati, non
deprima il territorio.
Invitalia nel 2013 apre la strada a investimenti grossi
di multinazionali come Rolls Royce ,Vodafone e altre straniere.
Arcuri nel governo Conte ha portato 50 persone fedeli di Invitalia
posso nominare per esempio Fabbrocini amico di Benotti .
Pensate che Fabbrocini conosce il nipote di Mattarella che nomina
in merito all' affare mascherine a Benotti e Tommasi .
INFO
SEX CRIMES
Personalmente sono molto soddisfatto, il programma è stato equilibrato, non ha avuto paura di mostrare i casi scabrosi di pedofilia che riguardano il clero, non ha evitato di mostrare integralmente Sex Crimes and Vatican, ha usato la giusta sensibilità e prudenza nel mandare in onda il filmato solo dopo la prima interruzione pubblicitaria avvertendo più volte che si trattava di argomenti che potevano urtare la sensibilità dei minori lasciando ai genitori la scelta di far vedere o meno ai loro figli questo documento.
Sono reduce dalla visione della trasmissione di stasera di Anno Zero, la fatidica puntata con la trasmissione dell'inchiesta choc della BBC.
Gli interventi di Don Di Noto e Monsignor Fisichella sono stati garantiti nel pieno rispetto di un equo contradditorio. La presenza in studio di Colm O'Gorman, autore dell'inchiesta è stata preziosa, soprattutto per chiarire il punto più controverso e meno sostanziale della vicenda, quello riguardante il famoso documento segreto, il Crimen Sollicitationis. Non sta certo a me dire chi è risultato più credibile fra i contendenti, ma certamente il fatto che il confronto non si sia svolto essenzialmente su un'interpretazione giuridica, formale degli articoli del documento redatti in latino, bensì sul problema delle vittime, delle mancanze della Chiesa nella collaborazione con la giustizia ordinaria, sulla prassi di trasferire in altre parrocchie preti già accusati dalla polizia di abusi su minori, è innegabilmente positivo.
Credo, e resto convinto, che la bagarre politica generata prima della trasmissione di questa puntata, il fatto che politici si siano addirittura sbilanciati sostenendo in diretta tv che "il documentario non andrà in onda", che il consiglio d'amministrazione abbia tentato in ogni modo di limitare la libertà d'espressione e di censurare preventivamente Santoro e la sua redazione, resti un fatto grave. Un precedente pericoloso ed inquietante che lascia un interrogativo piuttosto deprimente: quanti giornalisti, in Rai come in Mediaset, che non hanno la "forza" e il seguito di Santoro, si sentiranno liberi di trattare argomenti tanto delicati in futuro?
Questa è la mia opinione, la parola va ora ai lettori, ovviamente sperando che coloro che votano siano anche stati spettatori della trasmissione e che il risultato - seppur dal valore relativo- non venga inquinato da quanti possono votare guidati da un semplice pregiudizio ideologico.
Cosa ne pensate?
Inviato da: Mr.Loto
il 23/03/2022 alle 12:17
Inviato da: Romeo
il 21/01/2022 alle 18:16
Inviato da: Mr.Loto
il 21/07/2021 alle 15:22
Inviato da: giabi
il 26/05/2021 alle 17:39
Inviato da: giabi
il 26/05/2021 alle 17:38