MEMORIE DI UNA GEISHA

Il cuore muore di morte lenta. Perdendo ogni speranza come foglie. Finché un giorno non ce ne sono più. Nessuna speranza. Non rimane nulla.

 

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Creato da: gameplayer il 26/08/2006
un percorso nell'anima

 

 

Un grande e vero classico

Post n°809 pubblicato il 13 Luglio 2021 da gameplayer
 

Non mi manca quello che mostravi di essere, mi manca quello che pensavo tu fossi.
Alda Merini

 
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Pensando

Post n°808 pubblicato il 11 Luglio 2021 da gameplayer
 


Chi mi conosce, sa. Chi non mi conosce, giudica. Chi pensa di sapere tutto di me, s'illude. Per vedere ciò che pochi hanno visto dovete andare dove pochi sono andati.
(Buddha)

 

 
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Una luce nuova

Post n°807 pubblicato il 09 Luglio 2021 da gameplayer
 

Alla fine solo tre cose contano: quanto hai amato, come gentilmente hai vissuto e con quanta grazia hai lasciato andare cose non destinate a te.

(Buddha)

 
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Girovagando qua e lą

Post n°806 pubblicato il 07 Luglio 2021 da gameplayer
 

“Non ho più tempo né voglia, di giustificare chi sono. Non ho più tempo per la gente ipocrita. Non ho più tempo, per tutto ciò che non ha un’anima. Non ho più tempo da sprecare.”
Charles Bukowski

 
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Dopo aver finito un libro

Post n°805 pubblicato il 05 Luglio 2021 da gameplayer
 

 

 

" Non poteva permettere a nessuno di entrargli nelle costole e trasformare il suo cuore fossile in una ferita sanguinante." (Cit.)

 
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Pensando e ripensando

Post n°804 pubblicato il 04 Luglio 2021 da gameplayer
 

"Come non fossi mai esistita." (Cit.)

A volte, per incominciare a vivere di nuovo, è l'unica legge che si deve rispettare.

Con sofferenza, con dispiacere ma a schiena dritta, sempre.

Si può sempre ricominciare, ripartendo da se stessi e dai propri punti fermi, si può sempre tornare a sorridere, ci vuole solo tempo, che sarà galantuomo.

 
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Motivazione

Post n°803 pubblicato il 24 Giugno 2021 da gameplayer
 

Rinnovati.

Lascia andare al passato, ieri non esiste più, e non c'è nulla che tu possa fare per tornare indietro.

Non conta quello che avresti potuto fare, conta quello che puoi ancora fare.

Lascia andare ciò che è stato, il futuro è oggi. 

( S. Maraboli)

 
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Cambiamento

Post n°802 pubblicato il 22 Giugno 2021 da gameplayer
 

Ci sono sempre due scelte nella vita:

accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle.

(Denis Waitley)

 

Io aggiungo: ci vuole coraggio e tanta determinazione.

 
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Riflessioni estive

Post n°801 pubblicato il 20 Giugno 2021 da gameplayer
 

Ogni relazione umana si basa sulla reciprocità, senza di essa tutto è destinato ad esaurirsi, come un distributore che non viene mai ricaricato.

Tutto svanisce, senza alcuna speranza.

 
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Dove... quando

Post n°800 pubblicato il 13 Settembre 2017 da gameplayer

 
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IL BEL CANTO

Post n°798 pubblicato il 22 Agosto 2016 da gameplayer

ROMA - Bravura e bellezza sono state due doti intrecciate in lei. Una voce limpida e un fisico da copertina, bellissimi occhi cangianti, i capelli neri lunghi, il seno procace. Eppur non è mai stata una diva nemmeno negli anni, tra gli Ottanta e i Novanta, del suo massimo fulgore artistico e femminile. Daniela Dessì è stata una delle più grandi cantanti liriche italiane ma sempre lontana da ogni forma di autocompiacimento e di mondanità. E ieri se ne è andata, a soli 59 anni, con la stessa discrezione con cui aveva vissuto successi e trionfi nei principali teatri lirici del mondo, dalla Scala al Metropolitan di New York. Era malata da mesi, ormai. Aveva fatto cancellare già lo scorso giugno gli appuntamenti estivi, rinviando i fan all' 8 ottobre per un concerto alla Basilica di Loreto. E' morta ieri al Policlinico di Brescia. Commoventi le parole  del suo compagno, il tenore Fabio Armiliato. “Una malattia breve, terribile e incomprensibile me l'ha portata via in questi mesi. Se ne è andata la più grande cantante lirica degli ultimi 20 anni". E non ha esagerato.

Daniela Dessì è stata una splendida eroina verdiana e puccinana, forte e passionale Tosca, piena di entusiasmo giovanile per Manon Lescaut, belle e drammatica Cio- Cio- San nella Madama Butterfly che ha riproposto a Genova nel 2014, Violetta nella Traviata con la regia di Zeffirelli all'Opera di Roma nel 2009, e una grande Aida, “un'opera che mi piace molto fare perché è l’opera grazie alla quale ho iniziato a cantare consumando a furia di ascolti il disco dell’edizione Caniglia - Gigli”, raccontava con la passione allegra che l'ha sempre contraddistinta.

Daniela Dessì era nata a Genova. “Mia madre e una mia zia, sorella di mamma, avevano studiato canto - raccontava in una intervista di qualche anno fa - Mia zia non fece carriera, pur avendo una voce molto bella, solamente perchè aveva paura del pubblico. Inoltre, bene o male, tutti in casa mia erano amanti della lirica: mio nonno era un fan di Beniamino Gigli ed io a due anni cantavo 'non più andrai farfallone'. Presto diventai la disperazione di mia mamma. A nove anni cominciai con il voler cantare e a quindici mi iscrissi al Conservatorio; in quel lasso di tempo tutti i pomeriggi mi chiudevo in camera ad ascoltare le mie opere preferite. Ricordo che rimanevo chiusa in camera mia, anche per 6 ore, magari ascoltando e riascoltando la stessa romanza”.

Si diploma in canto e pianoforte al Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma, specializzandosi in canto da camera all'Accademia Chigiana di Siena. Il momento rivelatore è la vittoria al concorso internazionale della RAI nel 1980. “Vincere i concorsi è molto importante - racconterà poi - perchè apre le porte dei teatri. Grazie a quel concorso ebbi la possibilità di conoscere Herbert von Karajan e di lavorare con lui, e fu un'esperienza meravigliosa”.

Il suo debutto fu poco dopo proprio a Genova, dove era nata, con La serva padrona di Pergolesi. E da lì non si è più fermata. A lungo Daniela Dessì è stata la star nei teatri e nei festival più importanti del mondo, diretta dai più importanti direttori tra cui Riccardo Muti, Claudio Abbado, Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Gianluigi Gelmetti, Carlo Maria Giulini, Carlos Kleiber, James Levine, Lorin Maazel, Zubin Mehta, Giuseppe Sinopoli e negli allestimenti più prestigiosi da Luca Ronconi a Franco Zeffirelli, da Roberto De Simone a Pier Luigi Pizzi, Ettore Scola.

Tra i teatri la Scala è sicuramente uno di quelli a cui è più affezionata e dove ha raccolto i suoi successi,anche se la sua ultima inaugurazione di stagione scaligera fu quella rimasta negli annali con il Don Carlo nel '92 quando il protagonista, il grande Luciano Pavarotti, scivolò su una stecca. “In molti hanno disprezzarono quello spettacolo per una nota strozzata di Luciano. Io invece l'ho sempre difeso. Ricordo con molta precisione le parole che mi disse mio padre in quell’occasione: 'vedrai che tra tanti anni potrai dire, io a quel Don Carlo c’ero'. Colse pienamente nel segno”. E La Scala oggi ricorda con commozione i quasi 30 anni di legame con la soprano, dal debutto nell'82 nella parte di Donna Fulvia ne La pietra del paragone di Rossini diretta da Piero Bellugi (alla Piccola Scala) e la regia di Eduardo De Filippo, passando poi dalla Fiordiligi in Così fan tutte e nei suoi ruoli verdiani con Riccardo Muti (Alice Ford, Elisabetta di Valois, Messa da Requiem) e le sue interpretazioni di Puccini e Cilea fino all'ultima apparizione nel 2009. L'anno prima aveva vinto il premio Abbiati della Critica Musicale Italiana per Norma al Comunale di Bologna “un ruolo estraneo al repertorio tradizionale della cantante, che richiede imperiosa autorità vocale e scenica unita a ferreo controllo tecnico".

Della sua carriera Daniela Dessì diceva : “Ho cominciato con tutto il repertorio settecentesco, poi Mozart, Rossini, e lentamente ho cominciato a “salire” verso Verdi e adesso mi sto divertendo un po’ a cantare il “verismo””.  E a chi le chiedeva un confronto con le grandi soprano che l'avevano preceduta rispondeva: “Purtroppo ho conosciuto superficialmente Maria Callas quando ero ragazzina e avuto la fortuna di scambiare solo qualche opinione con Renata Tebaldi. Ho invece cantato una Butterfly con la regia di Renata Scotto ed è stato bello conoscerla. Mi ha fatto molto piacere sentirmi dire che secondo lei avevamo lo stesso modo di sentire questo personaggio. Ricordo che disse: “non hai bisogno che ti dica nulla perché tu senti Butterfly come la sentivo io. Quando canto io trasmetto la passione per quello che faccio. La bellezza vocale se c’è è meglio, e si lavora per tanti anni sulla tecnica anche per rendere il suono bello, ma ci vuole anche la passione altrimenti si rimane freddi”.

“La correttezza e la perseveranza” erano le sue migliori caratteristiche, diceva;  “la pigrizia”, il vero difetto. Nel 2000 inizia il legame con il tenore Fabio Armiliato: entrambi con un figlio avuto da un precedente legame, si innamorano, guarda caso, a Verona, la città di Giulietta e Romeo, durante una Aida all'Arena e da quel momento formano una delle coppie più celebri della lirica italiana e internazionale. Insieme erano andati ad abitare a Brescia in collina , in mezzo al verde. “Ci sono personaggi che per essere ben interpretati hanno bisogno di una sintonia con il partner, penso a Manon Lescaut, Francesca da Rimini...Per questo Fabio è stata una benedizione - diceva - In un certo senso, sono stati proprio i teatri a decidere la nostra unione artistica”.

Temperamento ipercritico, sempre impegnata a studiare e a migliorarsi, Daniela Dessì è stata anche insegnante. “Per me è una straordinaria possibilità per poter trasmettere quel poco o quel tanto che ho imparato nella mia carriera. Mi sono resa conto ultimamente che il problema più grande è l’insicurezza, le scuole di canto in Italia sono davvero troppo poche. Ai giovani raccomando sempre la calma. I giovani vogliono correre, arrivare. Io li convinco che è meglio pensare alla propria formazione vocale, perché senza quella non si arriva da nessuna parte; oppure ci si arriva un attimo ma poi ci si sgretola. Quindi io raccomando che bisogna pensare a diventare bravi e non famosi”. E questa forse è la più bella eredità che lascia.

 
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IL SILENZIO

Post n°797 pubblicato il 04 Marzo 2016 da gameplayer
 

 E' un brano che in molti susciterà ricordi del passato, di gioventù; nella caserma vicino casa lo suonavano l'ultima sera dello scaglione che si congedava , ed io e papà ci mettevamo sul balconcino ad ascoltarlo, nel silenzio della sera. Erano tempi belli e io sorridevo.

Hanno appena istituito il reato di omicidio stradale, non per te, ma forse piano piano comincerà ad esserci una giustizia veramente giusta.Anche se, per certe ferite, neanche il tempo serve a guarire.

Ho solo il silenzio da potervi offrire, non ho più parole e poche forze. Va bene così, è la vita. Devo solo riprendere fiato,forse.

 
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MUSICA

Post n°796 pubblicato il 02 Gennaio 2016 da gameplayer
 

 Quando l'animo è fiaccato e provato, l'unica cosa che può consolarlo è la musica ... e che musica. Com'è difficile essere ...

DALLA TURANDOT di Puccini

Il principe ignoto
Nessun dorma! Nessun dorma! Tu pure, o Principessa,
nella tua fredda stanza
guardi le stelle
che tremano d'amore e di speranza...
Ma il mio mistero è chiuso in me,
il nome mio nessun saprà!
No, no, sulla tua bocca lo dirò,
quando la luce splenderà!
Ed il mio bacio scioglierà il silenzio
che ti fa mia.
Voci di donne
Il nome suo nessun saprà...
E noi dovrem, ahimè, morir, morir!
Il principe ignoto
Dilegua, o notte! Tramontate, stelle!
Tramontate, stelle! All'alba vincerò!
Vincerò! Vincerò!

Trama della Turandot

Il tempo delle favole. A Pechino la Principessa Turandot ha fatto il sacro voto di sposare solo il pretendente che saprà sciogliere i tre enigmi da lei proposti; chi sbaglia pagherà con la vita. La sua crudeltà deriva della tragica fine di una sua antenata, violentata e uccisa da un re barbaro. Per vendicarla, Turandot ha giurato che non apparterrà mai a nessuno.Tra la folla accorsa per vedere la decapitazione del Principe di Persia un vecchio cieco, accompagnato dalla schiava Liù, viene travolto.

Lo soccorre Calaf, principe in esilio dato per morto, che riconosce in lui il proprio padre, Timur. Alla vista di Turandot, Calaf se ne innamora perdutamente e decide di tentare la prova. Timur, Liù e i tre ministri dell'Imperatore, Ping, Pong e Pang, tentano invano di dissuaderlo: Calaf è irremovibile e accetta la sfida. Turandot gli propone i tre enigmi ed egli li svela.

Disperata, la Principessa supplica il padre di non darla allo straniero. Calaf propone quindi a sua volta un enigma: se Turandot riuscirà a scoprire il suo nome prima dell'alba, lui morirà; altrimenti dovrà accettarlo come sposo. Vengono rintracciati e imprigionati Timur e Liù, che sono stati visti parlare con Calaf. Turandot stessa li interroga, ma Liù, che è innamorata di Calaf, pur di non rivelarne il nome si uccide.

Il sacrificio della giovane schiava turba Turandot, nel cui cuore si è insinuato un sentimento d'amore per lo straniero. Così, quando Calaf le rivela il suo nome, Turandot annuncia al padre che lo straniero si chiama "Amore", tra il giubilo della folla.

 

 

 

 

 
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BRANDELLI DI UN'ESTATE

Post n°795 pubblicato il 01 Settembre 2015 da gameplayer
 

manu

 

Guardando indietro nei giorni appena trascorsi, l’estate che mi appare è assolutamente anomala rispetto alle altre. Influenzata in maniera ineluttabile dalla morte di Elena che ci ha fatto ritrovare per certi versi  con il vecchio gruppo ma allo stesso tempo ci ha inesorabilmente diviso di nuovo, alla luce degli ormai immodificabili cambiamenti che l’età ci ha portato.

Filo conduttore che l’ha percorsa tutta è stata la mia salute ballerina che come  sempre mi ha impedito di godermi il meglio di questi giorni, i problemi gastrici e annessi non mi hanno dato requie  e sono arrivati ad essere un ingombrante fardello.

Un legame ancestrale che invece si è rinnovato con una potenza mai vista, è stato quello con il mare, amico, fratello, consolatore e confidente.  Finalmente,  superando ostacoli a non finire, nel corso di questi due anni, sono finalmente riuscita a conseguire il mio primo livello di brevetto da sub, l’open; il mio sapere è stato sancito dall’ufficialità di immersioni in mare aperto, nella splendida cornice dell’isola, dell’arcipelago Toscano, Giannutri. Dopo le serie problematiche che mi avevano afflitto due anni fa  alle prime immersioni al lago che mi avevano costretto ad accertamenti accurati e profondi, la paura di ripresentare lo stesso ventaglio di sintomatologia  era veramente molto. L’ansia nella prima immersione era incontenibile (Anche se dissimulavo bene), ma nel momento in cui il mio adorato mare mi ha raccolto tra le sue braccia, è sparita d’un colpo, tornando a  stringere quell’atavico rapporto che ho sempre avuto con lui.  Il mare t’accoglie , ti culla, di accompagna, non ti giudica , ma ti consola e quando sei sotto , nel silenzio rotto solo dal rumore del tuo respiratore e immersa nelle sue bellezze improvvisamente capisci che quella è la tua appartenenza, è lì l’unico posto dove veramente sei te stessa, adeguata , perfettamente integrata  e il desiderio profondo ma inattuabile è quello di restarvi per sempre. Lontana dalle brutture di un mondo che non comprendi più, placato il frastuono delle inutili voci dell’umanità  l’anima trova la sua pace e la sua dimensione.  E’ stata una rivelazione, l’unico brandello di vitalità all’insegna   di un’estate apatica e scoraggiante. Un interruttore on/off che si accende nel momento in cui l’acqua ti sovrasta. Mi sono immersa nella pioggia, ho visto meraviglie da togliere il fiato, branchi di barracuda bellissimi , pesci dai colori meravigliosi, le simpatiche lepri di mare,  e ho attraversato archi rocciosi naturali che si mostravano in tutta la loro ricchezza ittica . Lontano da tutto e tutti , in un moto egoistico  profondamente soddisfacente . Lontano da chi mi fa sentire inadeguata, da chi fa della critica al mio operato  una missione personale, lontana dalle tante inutili parole e dai pochi, pochissimi fatti, lontana da tutto questo, ma vicinissima, anzi immersa in me. Ho ritrovato il dialogo con me stessa, ridato priorità al mio sentire , al mio essere, e ricalibrato il senso delle mie parole, poche ma giuste, senza ridondanze. Chiudere gli occhi la sera, essendo esausta da una giornata di mare ed immersioni è la cosa più bella e gratificante. Io e il mio mare , amico, fratello e confidente abbiamo ritrovato il nostro legame ed io torno ad essere degna figlia di Atlantide.

Grazie Alessandro (il mio istruttore) che nel corso di questi anni ci hai sempre creduto, contro tutti e tutti, e che la prima volta mi hai preso la mano e mi hai portato giù, facendomi immergere in quel mare meraviglioso, all’inizio del mio viaggio dentro me stessa. E GRAZIE A TE PAPA' PER AVERMI TRASMESSO QUESTO INFINITO AMORE PER IL MARE (E per avermi fatto provare la prima volta le bombole ) era il nostro sogno insieme ma io l'ho realizzato comunque e tu ci sei stato, sempre.

 


 
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SOGNI DI RAGAZZE... CIAO ELENA

Post n°794 pubblicato il 01 Luglio 2015 da gameplayer

Il post di oggi voleva essere allegro, felice, raccontarvi di grandi traguardi, ma il destino non ha voluto e così … la gioia e la felicità aspetteranno ancora un po’.

 

Voglio ricordarti così, seduta insieme a me sul mio lettino da ragazza, a raccontarci i sogni per il nostro futuro, a piangerci sulla spalla per gli amori mancati, e le tue repentine fughe perché dovevi andare a negozio.

Il futuro che ci immaginavamo era bello , felice , pieno di sorrisi e colori, e quelle feste da te in campagna, le nostre risate e la nostra allegria.

E voglio ancora ricordarti così il giorno del mio matrimonio, quando , mente mi truccavo e pettinavo all’ora di pranzo mi portasti quel cesto di fiori. Ti sedesti accanto a me , guardandomi attentamente e mi dicesti, “sei la sposa più triste che ho visto”. Eri arrivata dietro la maschera, come hai sempre fatto Elena cara, e forse tu unica allora avevi letto quella tristezza che è mia da una vita, quel nucleo di ghiaccio che mi rende la Signora della Fortezza dei Ghiacci. Mi abbracciasti forte , senza parole, e mi dicesti,”ci vediamo in chiesa” .

Poi il tuo primo matrimonio purtroppo finito male, e dopo qualche anno ti rivedo finalmente felice accanto ad un altro uomo che dopo il divorzio dal primo avevi sposato. Fiera mi presentasti il tuo bambino, un ometto delizioso e vidi nel tuo sorriso  quella felicità sognata insieme su quel letto da quelle due ragazze, e fu il mio primo vero sorriso profondo da molto. Tu eri felice ed io lo ero per te. Anche allora mi guardasti attentamente e mi dicesti:”hai gli occhi tristi Manu… “ ed io mi riaggiustai la maschera, ma sapevo che avevi capito , come sempre . Aggiungesti solo:” Ci sarà un tempo anche per te… vedrai ”

Oggi ti saluto per l’ultima volta , perché un maledetto ictus ti ha portato via, un maledetto ictus esteso il giorno del mio compleanno, e ieri sei volata via. Il tuo sorriso ci ha lasciato, il tuo bimbo vivrà un dolore infinito.

Ed io mi domando la profonda ingiustizia della vita, che toglie vite necessarie e piene e lascia quelle inutili come la mia, “ moi pur elle” ma questo non accade mai… Io che non ho nulla da costruire sono qui e tu amica cara sei volata via dalla tua vita piena.

Sono schiantata, questo anno è stato troppo anche per me , non ho la forza di rialzarmi, scusatemi se stavolta non posso esserci come sempre, semplicemente non ce la faccio. Ho finito tutto quello che avevo.  

 
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AMICO FRAGILE...

Post n°793 pubblicato il 27 Giugno 2015 da mafaldalastarda

BUON COMPLEANNO AMICA GAMEPLAYER UN ABBRACCIO...

 
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....................

Post n°792 pubblicato il 27 Giugno 2015 da sissi20092009
Foto di gameplayer

NON    è  MOLTO CHE TI CONOSCO .....MA POSSO DIRE  CON ASSOLUTA 

TRANQUILLITà AMICA MIA.......

COME  TI SEI COMPORTATA TU NEI MIEI RIGUARDI  SENZA SAPERE CHI E COSA ERO...PENSO CHE

POCHISSIME PERSONE LO AVREBBERO  FATTO....

E QUALE  MIGLIOR  GIORNO DI OGGI  è  PER   DIRTI 

 TANTI AUGURII E  GRAZIE AMICA MIA....

 
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47 PRIMAVERE

Post n°791 pubblicato il 26 Giugno 2015 da gameplayer
 

Ancora poche ore e saranno ufficialmente 47  primavere le mie… Forse mai come quest’anno ne sento il peso; sono questi ultimi anni molto difficili per me, delusioni ed amarezze, e troppe poche gioie  per poter compensare questo amaro; perché la vita non ti offre mai nulla come la desideri pienamente e spesso ti costringe ad accontentarti delle briciole di un tavola che ti irride con la sua opulenza, che però nello stesso momento ti è preclusa.

Arrivo a questi 47 moralmente provata e molto abbattuta, ma paradossalmente ho scalato la cima e dall’alto ormai vedo le cose con realtà e disincanto, senza più sogni o illusioni, eppure vedere questa realtà delle cose ti porta ad essere più vera e sincera nei sentimenti e in tutto, perché sei scevra dalle illusioni e se ami, ami la realtà.

Stranamente però questo viene visto con diffidenza e sospetto se non con riprovazione , quindi sono cambiata, ovviamente in peggio … Forse ho solo smesso di cadere e farmi male, perdo anima e cuore , ma guadagno  staticità e anestesia … Buone  47 primavere Manu e brindo al sorriso che non è più .

 

 

Il blog sarà aperto a tutti fino a domenica, se avrete voglia potrete scrivere qualcosa, si accettano critiche, ma non offese … i post offensivi verranno cancellati.

 

 

 

 

 
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2 GIUGNO 2007/2 GIUGNO 2015

Post n°790 pubblicato il 02 Giugno 2015 da gameplayer
 

 

Eri  il Re delle nostre vite, il tuo sorriso la tua forza,ti dobbiamo la nostra intera esistenza caro papino  e non c'è giorno che il dolore  non ci attanagli, sappiamo che ci sei ma la tua mano forte e il tuo abbraccio-rifugio ci manca tanto!

Ciao papà a presto!!

Il carrozzone va avanti da sé,
con le regine, i suoi fanti, i suoi re…
Ridi buffone, per scaramanzia,
così la morte va via
Musica, gente, cantate che poi
Uno alla volta si scende anche noi…
Sotto a chi tocca… in doppiopetto blu
Una mattina sei sceso anche tu!
Bella la vita che se ne va…
Un fiore, un cielo, la tua ricca povertà
Il pane caldo, la tua poesia…
Tu che stringevi la tua mano nella mia!
Bella la vita, dicevi tu
È un po' mignotta e va con tutti, sì però…
Però, però… proprio sul meglio, t'ha detto no!
E il carrozzone prende la via,
facce truccate di malinconia..
Tempo per piangere, no, non ce n'è,
tutto continua anche senza di te..

Bella la vita che se ne va…
Vecchi cortili dove il tempo non ha età,
i nostri sogni, la fantasia

ridevi forte e le paura era allegria!
Bella la vita, dicevi tu,
e t'ha imbrogliato e t'ha fottuto, proprio tu!!!

Con le regine, con i suoi re,
il carrozzone va avanti da sè…

 
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Perso in riva la mare
Contare innumerevoli tracce
A ciascuna una vita
Diversa, sconosciuta
Io uomo curioso
Io granello di sabbia
Intravedo mille volti
Mentre l'acqua ricopre
Cancellando le realtà
Io curioso granello di sabbia
Tra l'immensità della spiaggia

 

 
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