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DITTATOTI E BEONI: ESISTE UNA CORRELAZIONE!

Post n°1781 pubblicato il 05 Marzo 2024 da scricciolo68lbr

Sono sempre più del parere che i dittatori non sorgono mai per la loro forza, non è mai sufficiente la brama e il desiderio di usurpare per divenire un integralista dominatore di genti, ma occorre un popolo succube, ignaro o accondiscendente, individui comunque capaci e consapevoli di rinunciare alla propria autodeterminazione e sovranità individuali.

L'essere umano diventa sempre più pigro, si incontra sempre meno coi propri simili, appassisce sui social e sul web, rinunciando alla convivialità e alla socialità fatta in presenza. Si fide eccessivamente della bontà del web, e meno delle proprie potenzialità umane. Eppure abbiamo visto come ad esempio i motori di ricerca, vedi Google, possano condizionare le nostre vite, controllarci, spiarci, privarci della nostra privacy, lecitamente o meno. E questo vale tanto nella voglia di cultura, quanto di creatività e nella ricerca delle notizie.

L'Europa ha varato nel corso degli anni leggi per impedire e controllare la libera circolazione delle notizie, spacciandola per lotta alle fake news, resta da stabilire chi decida cosa una notizia sia reale e quale no. Tuttavia nel prossimo futuro non vedremo solo un'ulteriore stretta sul web contro i pensieri "non allineati" ma anche un cambiamento sostanziale delle grandi piattaforme social: Instagram penalizzerà i contenuti "politici" e Facebook, per bocca di Zuckerberg, toglierà la sezione "notizie" perché "Sappiamo che le persone non vengono su Facebook per notizie e contenuti politici"... ma non è vero.

Più andiamo avanti e più i social network diventano disarmanti. Tutto accelera, siamo passati in poco più di una decina di anni dallo stare assieme in presenza agli spazi di condivisione di pensieri, foto e gusti personali, da qui ad un utilizzo caratterizzato da scroll di video di pochi secondi con i creatori di contenuti che lo hanno fatto diventare un lavoro a tutti gli effetti.

Basta fare un giro di web per capire: in rete troviamo gente a caso che si filma mentre balla in casa cantando o recitando monologhi insulsi. Visualizzazioni? Centinaia di migliaia. A volte milioni. Sì, avete capito bene, una persona che si filma per un reel su tik tok canticchiando magari la canzonetta del momento muovendosi in modo scimmiesco, viene vista e condivisa da una marea di persone.

Se qualcuno scrive qualcosa lo fa appoggiandosi a chat gpt. Questi sono i social network oggi, prendiamone atto. Spazi come blog, booklet, o canali tematici dedicati alle proprie passioni sono obsoleti e fuori tempo massimo.

Adattiamoci, riprendiamoci mentre ascoltiamo il brano del momento mentre leggiamo però una massima di Nietzsche. Magari funziona.

Sempre meno cultura, sempre più spazio dedicato al banale e al vuoto, sempre meno liberi, sempre più incanalati in spazi decisi altrove. Sempre meno liberi di esprimere il pensiero liberamente, sempre più obbligati alla narrativa dominante. Sempre meno libertà, sempre più censura, sui social è più facile subirla e meno semplice rendersene conto.  I social più gettonati hanno aperto la strada, seguiranno probabilmente a ruota, anche i social sulla stessa linea: limitare la possibilità di esprimere un parere difforme dalla narrazione dominante, agendo sulla visibilità del contenuto e sulla già oliata macchina censoria.

Cosa ci dice questo? Quello che vado maturando da lungo tempo: e cioè che la rete è importante, ma non basta. Occorre tornare sul territorio e recuperare quello, là dove i nostri nemici sono sempre meno presenti perché presi dall'etere e dalla intelligenza artificiale, vittime del loro stesso mondo fluido. n

E questo vale per qualsiasi iniziativa, soprattutto di stampo politico, culturale, ricreativo e movimentistico. Lì si misurerà la serietà dei progetti e la lungimiranza delle scelte.

Prima lo capiamo tutti meglio è per tutti.

 

 

 

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                             i

Le parole.

                       I

Le parole contano
dille piano...
tante volte rimangono
fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano
In qualche modo restano.
Le parole, quante volte rimangono
le parole feriscono
le parole ti cambiano
le parole confortano.
Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano.
                                  i
 
 

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