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DALL’UOMO VECCHIO, ALL’UOMO NUOVO. RISCOPRIRE CHI SIAMO ATTRAVERSO AGOSTINO D’IPPONA.

Post n°1780 pubblicato il 05 Marzo 2024 da scricciolo68lbr
 

Agostino di Ippona 

Chi era Agostino? Nasce a Tagaste (Algeria) nel 354 d.C. dove compie i primi studi, che poi continua a Madaura frequentando la scuola di grammatica e a Cartagine quella di retorica. A Cartagine ebbe una relazione con una donna, che gli darà un figlio Adeòdato. La lettura dell’Hortensius Ciceroniano lo avvia alla riconquista della sua interiorità. Tuttavia successivamente aderisce al manicheismo, non essendo soddisfatto dal punto di vista religioso. 

Spinto dall'esigenza di insegnare, aprì una scuola di grammatica a Tagaste. Dopo si trasferisce a Roma e subito dopo a Milano. A Milano entrò in contatto con Ambrogio, venendo a conoscenza della sostanza spirituale e con la lettura delle lettere di Paolo riscoprì le Sacre Scritture che lo portarono alla conversione e in seguito al ritiro spirituale.

Ritornò in Africa, e divenne prima primo sacerdote e poi vescovo; era in lotta contro le eresie, si dedicò agli studi biblici e allo stesso tempo alla stesura di numerose opere. Agostino morì nel 430 durante l’assedio di Ippona.

Il pensiero di Agostino rappresenta il culmine della patristica e costituì il fondamento della teologia e della filosofia medievale. Data la complessità del suo pensiero è possibile indicarne solo a grandi linee i principali componenti.
* La lettura dell’Hortensius offrì ad agostino un attrazione alla sapienza, vista come ragione di vita. In seguito l’ansia religiosa lo indusse a rivolgersi alla Bibbia.
* La prima tappa verso la conversione è rappresentata dall’adesione al manicheismo, a cui rimase legato per anni;
*La spinta del dubbio indirizzò Agostino verso lo scetticismo, da cui si allontanò dopo l’incontro con Ambrogio a Milano, dove gli trasmise le nozioni della sostanza spiritualeK;
* Negli scritti platonici Agostino trovò molti punti di contatto con la bibbia, ma non trovò espressa la verità fondamentale dell’incarnazione, cosi si rivolse alle lettere di san Paolo che lo prepararono alla conversione.

Agostino, prima di diventare cristiano, ebbe una vita immersa nella mondanità. Nacque nell’Africa romana da una madre cristiana, Monica, la quale influenzerà la sua conversione.
Da giovane adottó una religione, il manicheismo, fondato dal principe persiano Mani nel III secondo a.C. Si tratta di una religione dualista, spiegava la realtà dalla contrapposizione di due principi, il bene e il male (rispettivamente il regno delle luci e il regno delle tenebre) in perenne lotta tra loro.

Quando di trasferì a Milano incontrò il vescovo di Milano, S.Ambrogio, ed ebbe una crisi spirituale che lo portò a convertirsi insieme ad un percorso spirituale che lo portò a mettere in discussione il manicheismo stesso (così propenso al male da individuarlo come principio). Agostino arriverà alla conclusione che il bene non può essere condizionato dal male, ma deve essere di per sé perfetto ed incorruttibile.

L’opera maggiore di S.Agostino sono Le Confessioni. L’atteggiamento della confessione guiderà Agostino per tutta la vita, in quanto la verità è da trovare soprattutto DENTRO SE STESSI, come nel percorrere un grande viaggio.

Ne Le Confessioni per "confessione" Agostino intende il "guardarsi dentro", analizzarsi e liberarsi, condurre una ricerca interiore che ci porta a trovare Dio e a dialogare incessantemente con lui. Non esiste più il dialogo con Dio mediato dal sacerdote, ma è un dialogo diretto, in quanto la verità risiede già dentro ciascuno di noi. Prima l’introspezione era un comportamento attribuito solo a colui considerato saggio, ora è un comportamento alla portata di tutti. Secondo Agostino l’umanità è una massa di dannati, perché nascono macchiati e il peccato resta nella vita dell’uomo.

Il percorso di salvezza per Agostino passa anche attraverso la confessione, occorre confessarsi continuamente, e non si fa riferimento alla confessione col sacerdote, ma a vokgere lo sguardo intrisoettivo dentro se, sino a diventare un "comportamento esistenziale", attraverso l'ausilio della preghiera e dell’analisi interiore. 

Nelle Confessioni, Sant’Agostino non rinnega i propri errori, anzi proprio attraverso la presa di coscienza di questi ultimi, si compie il viaggio. Quest’opera deve essere un modello, poiché dimostra che è possibile un passaggio da "uomo vecchio" a "uomo nuovo" e ci descrive come si possa diventare un uomo nuovo.

Uomo vecchio: è l'uomo legato al corpo e alla vita terrena.
Uomo nuovo: è l'uomo rinnovato, che sceglie un nuovo battesimo, dopo il battesimo per il peccato originale, intraprendendo la strada della ricerca di Dio.

 

Tripartizione dell’animaAbbiamo detto che Dio è trascendente ma che risiede anche nelle nostre anime, allora Agostino pensa che l’anima abbia la stessa struttura di Dio dal punto di vista qualitativo, è quindi tripartita. Come la goccia del mare ha in sé il tutto, il mare stesso, così l'essere umano ha dentro di sè Dio.

Il padre equivale alla potenza (Dio è onnipotente), il figlio equivale alla sapienza (Dio che si incarna, è il logos), e lo spirito santo all’amore ( che lega Dio agli uomini e questi a Dio). 
La differenza è di tipo quantitativo, in quanto Dio è perfetto, non è soggetto al tempo ed è quindi infinito (onnipotente, onnisciente e infinitamente buono), mentre l’uomo ha qualità limitate il motivo per cui possiamo trovare Dio dentro di noi è questa aderenza e somiglianza a Dio.

 

Concezione del tempo. Il tempo si misura con e nell’anima. Il tempo esteriore – quello dell’orologio che si misura con il moto degli altri – è artificiale, serve per la convivenza civile. La vera durata della vita si misura nell’anima, è un tempo soggettivo. Il passato è ciò che non esiste più, il futuro è ciò che ancora non esiste ed il presente è ciò che tende a non esistere perché nel momento stesso in cui esiste diventa già passato. Il tempo tende quindi a nulla, a non esistere. L’anima da senso al tempo perché nell’anima il passato rimane sottoforma di ricordo, il presente esiste sottoforma di attenzione e il futuro esiste sottoforma di speranze ed aspettative.

 

Teoria della non sostanzialità del male. Agostino si pone una contraddizione, perché se Dio è infinitamente buono ed onnipotente il male non dovrebbe esistere perché: 

1) se Dio non ferma il male significa che non è infinitamente buono;
2) se Dio vuole fermare il male però non ci riesce, allora non è onnipotente;
3) Dio non esiste.
Secondo Agostino, quindi, il male non esiste come principio a se stante ma come assenza di bene in quanto non esiste un principio uguale come potenza e contrastante come caratteristiche al bene, non è quindi una sostanza, non esiste come realtà autonoma né come concetto metafisico ma esistono solo i mali, mortali (i peccati) o fisici (malori che sono conseguenza del peccato).

 

Problema della salvezza eterna. Agostino critica un monaco inglese, Pelagio, del quale esiste una dottrina, il pelagianesimo.

Egli, richiamandosi alla Genesi, nella Bibbia, affermava che la colpa di Adamo non ricadeva sull’umanità, fu solo un cattivo esempio. Confina quindi il peccato originale ad Adamo, d conseguenza l’umanità ha ancora una possibilità per riscattarsi senza bisogno della grazia divina, ovvero la salvezza concessa da Dio, né della mediazione della chiesa o dei sacramenti.
Agostino sostiene invece che l’umanità sia una massa dannata, macchiata dal peccato originale e solo Dio per mezzo della grazia decide chi si salva, nonostante l’uomo possa decidere se passare da uomo vecchio a uomo nuovo, convertendosi da una vita da peccatore a quella dello spirito.
Agostino ha quindi una visione pessimistica anche se non arrivò a formare la teoria della predestinazione come invece fece Luteroaffermando che, sebbene le opere buone aiutano nella vita, queste non bastano in quanto Dio ha già scelto chi salvare.

 

La città di Dio – civitae dei. La città di Dio è un’opera scritta dopo il sacco di Roma da parte dei Goti nel 410 d.C. (periodo delle invasioni barbariche). Questo episodio destò un grandissimo sconcerto, in quanto Roma era un simbolo spirituale e politico. Al sacco di Roma si diedero due spiegazioni diverse:

1) punizione divina
2) fu utilizzato dai pagani per attaccare il cristianesimo, perché si credeva che siccome con il paganesimo l’impero fu forte ed unito mentre ora si andava ad indebolirsi, fu il cristianesimo a causare le sue debolezze.
Il tema centrale dell’opera è la provvidenza divina, l’elabora una teologia della storia, ovvero ricostruisce l’avvicendarsi degli avvenimenti storici dalla creazione in poi dicendo che tutto dipende dalla provvidenza di Dio, troviamo quindi una lettura provvidenzialistica della storia. Agostino infatti crede che esista un piano divino e che ogni evento che accade si inserisce nella linea temporale già decisa da Dio.
Essendo l’uomo limitato rispetto Dio, ha una visione parziale della storia, la vede solo dal suo punto di vista e non nel suo insieme. La storia procede con andamento regolare, non è né eterna né ciclica, ha un inizio (la creazione) e un fine (il giudizio universale), che è un evento salvifico che darà poi senso a tutta a storia.

Dopo la conversione, Agostino mantiene comunque alcuni punti del manicheismo, come ad esempio la lotta tra bene e male, che vengono rappresentati nell’opera con la città di Dio e la città terrena.
Il termine civica è però da intendere con il significato comunità di uomini,non propriamente come città.
La città di Dio non è il paradiso, ma è l’insieme degli uomini giusti che vivono secondo lo spirito arrivando poi alla salvezza, ovvero l’insieme degli uomini nuovi. La città terrena è invece l’insieme degli uomini ch vivono secondo i piaceri terreni e della carne, ovvero gli uomini vecchi.
Questa divisione non è rigida perché un uomo vecchio può sempre diventare un uomo nuovo ed aderire alla comunità degli giusti. Le due città sono entrambe nel mondo terreno e non scandiscono la differenza tra paradiso e inferno e neanche tra uomini di chiesa o no perché spesso chi aderiva alla fede non la praticava nella vita, ma questa differenza riguarda l’anima, è quindi una differenza interiore in base all’adesione dell’anima alla fede. Queste due città esistono sin dai tempi di Adamo, infatti la distinzione nacque proprio dal suo peccato, perché se lui non avesse mangiato la mela ci sarebbe stata la beatitudine, e finirà con il giudizio universale. Nella storia le due città sono mescolate tra di loro.
Agostino definisce l’uomo come pellegrino, di passaggio sulla terra perché la vera vita è quella che inizia dopo il giudizio universale dopo il quale non esisterà più la mescolanza tra bene e male ma le due città verranno separate e il bene trionferà sul male.

 
 
 
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