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VENEZI CRITICATA SOLO PER IDEOLOGIA.

Post n°1749 pubblicato il 29 Gennaio 2024 da scricciolo68lbr
 

La Beatrice Venezi nata a Lucca, classe 1990, una direttrice d'orchestra e pianista italiana, è stata criticata, aspramente, ma non si comprende se perché dirige male o solo per le sue idee. Dopo la seconda serata del concerto di musica classica diretto da Beatrice Venezi al Politeama di Palermo alla guida dell’Orchestra sinfonica siciliana (che, con tutto il rispetto parlando, non è la London simphony o la Filarmonica di Vienna) un carneade di nome Claudio Sardisco, flautista del sunnominato complesso orchestrale, ha dichiarato che la Venezi non è in grado, per presunti limiti tecnici, di dirigere un’orchestra sinfonica e pertanto che «gli esecutori si sarebbero dovuti arrangiare da soli», per cui hanno concordato di non tributare al direttore il rituale omaggio di apprezzamento, battendo rumorosamente i piedi sul pavimento del palco. Curioso il fatto che dopo la prima serata nessuno dei componenti la stessa orchestra si sia lamentato della scarse attitudini musicali del conduttore, che già da tempo subisce feroci critiche dalla sinistra perché ama definirsi con l’orrendo maschilismo di «direttore». Sull’Orchestra Sinfonica Siciliana il sipario non cala. Il clima è sempre tesissimo. E ora si cercano i ribelli. Non è andato proprio giù ai piani alti l’ammutinamento da parte dei musicisti durante e dopo due serate sold out al Politeama di Palermo. Beatrice Venezi, sul podio, ha solo pensato di dirigere gli orchestrali nell’esecuzione del Concerto in re maggiore per violino di Čajkovskij e della Quinta sinfonia. In realtà a loro dire, non ha diretto nulla. Loro hanno preferito fare da soli. Nemmeno uno sguardo. Occhi sullo spartito e occhiate di intesa l’un l’altro sui tempi. Motivo? “Non sa dirigere, i suoi movimenti sono scoordinati rispetto alla partitura”, “Meglio fare da soli”, “Durante le prove ha reso più difficile il nostro lavoro invece che agevolarlo”.

Il nutrito gruppo di ribelli ha dichiarato alla stampa la totale sfiducia nelle capacità professionali di Beatrice Venezi, fra l’altro candidata a diventare direttrice artistica della Foss. “Ci è stata presentata come Bernstein” ma “non è un nome di cui mi vanterei nel mio curriculum”, hanno sottolineato alcuni professori d’orchestra.

A sentire i ribelli, la buona riuscita del concerto è dipesa unicamente dalla professionalità dell’Orchestra che si è sovraccaricata di una responsabilità in più: “Non è stata certo una passeggiata suonare con una direttrice che conosce le partiture ma non è in grado di controllare l’orchestra”.

Nessun motivo politico. Nessun collegamento con il fatto che sia consulente al ministero della Cultura, del Governo Meloni, confermano ancora una volta gli orchestrali. Solo inadeguatezza professionale. Intanto l’atmosfera si fa incandescente. La settimana prossima Venezi è attesa per le prove del nuovo concerto: le musiche di Šostakovič tecnicamente sono molto complesse. “Personalmente avrei chiamato un altro direttore al posto suo”, spiega un musicista. “Noi la seguiremo e se qualcosa andrà storto qualcuno continuerà a suonare, qualcun altro invece si fermerà”, gli fa eco un altro.

Anche qui, vale la stessa regola citata per il caso della consigliera del PD Veneto, che qualche giorno va ha mandato per aria l'approvazione del disegno di legge dell'accomoagnamento di fine vita, per avere votato secondo coscienza, anzichè rispettare il diktat del capo-Schlein: quando cioè i veri fascisti sono gli antifascisti, capaci solo di puntare il dito!

 
 
 
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