Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

Il Diavolo in Corpo

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L'amore non conosce età..

Post n°7292 pubblicato il 20 Novembre 2015 da nina.monamour

Lui 100 anni lei 93, la ferisce con l'accetta
perché accecato dalla gelosia.

Arrestato (il minimo, ah..ah..)



Violenta lite tra una anziana coppia, il marito si è scagliato colpendola in testa, lei ha riportato alcune ferite, lui è stato posto ai domiciliari.

La gelosia come l’amore non conosce età. 

Un sentimento umano di ansia ed incertezza, causato dal timore di perdere la persona amata, che in molti casi degenera in violenza psicologica e fisica.

Sono stati questi i motivi che hanno portato un nonnino di 100 anni ad aggredire la moglie ultra novantenne con un'accetta. E’ successo a Pentedattilo, frazione del comune di Melito Porto Salvo, Calabria.

Un borgo posto a 250 metri sul livello del mare, che sorge arroccato sulla rupe del Monte Calvario, dalla caratteristica forma che ricorda quella di una ciclopica mano con cinque dita, e da cui deriva il nome greco

"penta daktylos, cinque dita"



L’anziana colpita ben tre volte dal marito con una bella ascia, ha riportato lesioni importanti nella regione parietale destra e sinistra ed una lesione lieve nella regione sopraccigliare.

 


L’anziana donna, E. F., di 93 anni, colpita alla testa dal suo stesso marito, è stata soccorsa tempestivamente dal 118, con una ventina di punti di sutura, e con nessuna lesione interna, se la caverà con una prognosi di dieci giorni circa. 

Per il marito, invece, che ha colpito la donna accecato dalla gelosia, nonostante la veneranda età sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Una storia che nonostante la drammaticità dei fatti raccontati, si è conclusa a lieto fine, perché l’anziana donna, da quanto rilevato dalla Tac, non ha riportato gravi lesioni interne.

Roba da matti

Ah..ah..l'amore malato cosa fa fare.


 

 

Fantasie..

 

 

Oppure illusioni, ah, ah, ah..

 

 

Chissà..ai posteri l'ardua sentenza..

 Chi disse questa famosa frase?! Ebbene la frase è un verso dell'ode "Il 5 Maggio", scritta da Alessandro Manzoni ( che a me sta sui marroni, uno dei pochi poeti antipatici, tanto per intenderci meglio) nel 1821, all’indomani della morte di Napoleone Bonaparte. scomparso appunto il 5 Maggio di quell’anno.


Napoleone non c’è più, è morto, come le sue spoglie senza memoria, dato l’ultimo respiro, rimasero immobili, prive di una così grande anima, così la terra rimase scossa e incredula alla notizia della sua morte, pensando in silenzio all’ultima ora dell’uomo che ha segnato il destino; e non sa quando una simile impronta di un piede d’uomo verrà a calpestare la sua polvere insanguinata

Ei fu, quel grande famoso, racchiudono già tutta l’essenza della vita del personaggio, che non ha bisogno di essere nominato esplicitamente sia perché la sua identità si può dedurre dal titolo, sia perché il suo ricordo è ancora vivo nel pensiero di tutti. infatti, in tutta la poesia, non è mai nominato apertamente.

Manzoni, che non prese mai apertamente posizione pro o contro Napoleone quando era in vita, anche dopo la morte dell'Imperatore si astiene dal giudicarlo, e lo fa proprio attraverso il celebre verso

“Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza”. 

Cioè, serve tempo per formulare un’opinione.

Il tema di fondo è la meditazione sull’eroismo dei grandi uomini e sul loro ruolo nella storia, guardato da Manzoni con grande pessimismo, in quanto cercare la gloria su questa terra può provocare solo dolore, sofferenza, morte.

Secondo il Poeta, nella storia, o si è oppressi o si è oppressori, se si decide di agire e compiere il male si è oppressori, se ci si rifiuta di farlo, si è oppressi, come è più volte ribadito, "Non resta che far torto o patirlo".

Anche Napoleone, nonostante la grandezza delle sue imprese, alla fine, è un oppresso, oppresso dai suoi ricordi, da se stesso, dal suo fallimento. Nella prospettiva dell’eterno, invece, si svela il vero significato della vita, che si può comprendere solo nel momento estremo della morte.

In realtà, nell’ode traspare il favore di Manzoni anche se il verso, diventato modo di dire, ha oggi un valore dubitativo..

 


 
 
 
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