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Li ggiochi

Le note al sonetto sono tratte dal volumetto -di sole 38 pagine- "Alcune poesie in dialetto romanesco di G. G. Belli scelte ed illustrate dal P. Daniele Olckers o. s. b. ", Monaco, Tipografia accademica F. Straub, 1878.

III. Sonetti.

1. Li ggiochi.

Famo a bbuscetta? - No. - Ssedia papale?
Sartalaquajja? - No. - Ppiseppisello?
Gattasceca? Er dottor a lo spedale?
A la bberlina? - No - A nnisconnarello?

Potemo fa li sbirri e 'r bariscello,
La ggiostra, li sordati e 'r caporale,
A scaricabbarili, a acchiapparello,
A llippa, a battimuro, a zzompà scale.

Ggiucamo a bboccia, ar piccolo, a ppiastrella,
A mmorè, a mmora, a ppalla, a mmarroncino,
A ccavascescio, a ttuzzi, a gghiringhella,

A attaccaferro, a ffilo, a ccastelletto,
A ccurre, a pparesseparo . . . - No, Nnino,
Damo du' bottarelle a zzecchinetto.

Giuseppe Gioachino Belli
(Sonetto 278)

Note:
Verso 1: 1. Facciamo. 2. Il giuoco delle buschette o bruschettà. Si pigliano tanti fuscelli o fila di paglia quanti sono i concorrenti al premio proposto e si tengono in modo che non si possa vedere quale dei fuscelli sia piìi lungo o più corto. Ognuno dei concorrenti poi ne toglie uno e secondo che prima fu stabilito avrà il premio chi ne toglie o il maggiore o il minore. 3. E' quel giuoco, che chiamano i Veneziani s Piero in caregheta (portar uno a predellino o a predellucce). Due colle mani intrecciate in croce formano una specie di sedia sulla quale un terzo si mette a sedere.
Verso 2: 4. Un ragazzo si sta curvo e gli altri l'uno dopo l'altro saltano sopra di lui senza toccarlo. 5. I ragazzi si mettono in circolo. Uno che sta in mezzo additando o toccando l'uno dopo l'altro dice; Pisepisello, - odori così bello - odori così fino - per santo Martino - per Sant' Apollinare - salimo sulla scala - la scala del Pavone - penna del piccione -- figlia di re - che giucca a piastrella - tira su sto pie - che tocca a te. Colui che vien toccato ultimamente esce dal circolo e si comincia di nuovo.
Verso 3: 6. E il noto giuoco gatta cieca (il giuoco tedesco blinde Kuh), dove uno dei fanciulli cogli occhi bendati si studia di pigliar chi l'abbia leggermente percosso ed il chiappato poi deve bendarsi gli occhi e tentar di chiappar alcun altro. 7. Uno dei fanciulli fa le parti del medico ed altri si fingono ammalati.
Verso 4: 8. In che consista questo giuoco indica già la denominazione. 9. E il giuoco fanciullesco che chiamasi fare a capanniscondere, in cui uno mette il capo in grembo ad un altro, che gli tura gli occhi (e ciò si dice star sotto) mentre gli altri si vanno a nascondere, e poi il primo lasciato in libertà deve andarli a cercare; dicesi anche fare a rimpiattino o a' rimpiatterelli.
Verso 5: 10. Possiamo. 11. fare.  12. Giuoco notissimo (in tedesco Ràuber und Gensdarmen).
Verso 6: 13. E' lo stesso giuoco che correre in quintana o in chintana. Fanciulli seduti sopra cavalli di legno che girano intorno ad un palo di mezzo a cui sono attaccati cercano d'infilare e portar via un .anello de' varii che stanno appesi ad un' asta che sporge in fuori da un fianco del luogo ove si giuoca e ciò nel mentre che i cavalli girano con tutta rapidità. 14. Si veda la nota 8.
Verso 7: 15. Giuoco fanciullesco che si fa in due, ponendosi schiena contro schiena ed intrecciate le braccia alzandosi scambievolmente da terra. 16. Vengon designati tanti posti quanti sono fanciulli giuocatori meno uno. Ad un dato segno tutti devono cambiare i loro posti ed in questo mentre colui che non ha posto cerca di occuparne uno.
Verso 8: 17. Giuoco che si fa con due mazzette, delle quali l' una appuntata a due capi chiamasi lippa e vien balzata coli' altra chiamata mazza. 18. E piuttosto pena che giuoco. Uno dei ragazzi vien afferrato dagli altri e battuto al muro. 19. Saltare per le scale.
Verso 9: 20. Giuoco che si fa con pallottole (bocce) di legno, una delle quali detta il lecco vien gettata ad una certa distanza ed ognuno s'ingegna di tirare la sua pallottola più vicino al lecco che può buttando via quella dell' avversario. Nello stesso modo si giuoca alle p i as tr e 1 1 e (22) o lastrucce di ferro. Tali lastrucce sono anche chiamate morelle, onde dicesi giuocare alle morelle (23). 21. Giuoco che si fa con un pezzetto di legno di figura conica munito in cima di un ferruzzo, che da ragazzi mediante una cordicella scagliato cade ritto in terra e gira. I Romani chiamano questo giuoco anche ruzzica, più comunemente però dicesi trottola o ruzzola. 22 & 23 Si veda la nota 20.
Verso 10: 24. Giuoco notissimo che si fa in due. Nello stesso tempo stendendo i due giuocatori uno o più dita d'una delle mani gridano la somma delle dita stese da loro ambedue. 25. Giuoco detto anche al pallone, che si fa battendo col bracciale una palla grande di cuojo e ripiena d'aria. 26. Questo giuoco si fa così. Uno getta un ciottolo o altro pezzetto di pietra detto boccio o marrone ad una certa distanza e poi ciascuno dei giuocatori procura di lanciarvi vicino un soldo o altra piccola moneta.
Verso 11: 27. Giuoco simile al giuoco saltalaquaglia (si veda la nota 4) con questa differenza però che colui che salta sopra l'altro gli si mette addosso cavalcione. 28. E il giuoco detto comunemente al sussi. I ragazzi mettono sopra una pietra posta per ritto in terra quelle monete che sono convenuti di giuocare ed allontanatisene in una certa distanza ordinatamente tirano una lastra per uno in quella pietra ritta chiamata sussi e se questo sussi vien colpito, quei danari che cadono più vicini alla lastra di chi ha gettato, sono di lui, gli altri più vicini al sussi vi si rimettono sopra. 29. Giuoco che si fa andando in giravolte.
Verso 12: 30. Giuoco simile all' acchiapparello (si veda N° 16). In una stanza vengon designate come posti varie parti munite di ferro sia d'una finestra, sia d'un uscio ecc. le quali ad un dato segno dai giuocatori vengon poi afferrate. 31. Giuoco detto anche a tavola di mulino, a smerelli, a filetto, che si fa in due sopra tre quadrati concentrici figurati divisi per mezzo d'una croce (è il nostro Mùhlenspiel.). 32. Giuoco che si chiama anche alle caselle o capannelle. Mettonsi sopra un piano tre noccioli in triangolo e sopra di essi un altro nocciolo; si tira poi da una certa distanza con un altro nocciolo e vince chi coglie.
Verso 13: 33. Correre a gara ad una meta e chi vi giunge il primo è vincitore. 34. Giuoco simile alla mora, in cui si ha solamente da indovinare se il numero non noto sia pari o dispari.
Verso 14: 35. Diamo. 36. Giuoco a zecchinetta detto in altre parti d'Italia anche a santi e cappelletto, a palla e santi, a Marco Madonna, a testa e corona. Si fa gittando in alto una moneta prima d'essersi apposto a dire da quale parte resterà voltata. Chiamasi anche così un giuoco d'azzardo proibito in Italia.

 
 
 
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Un blog di: valerio.sampieri
Data di creazione: 26/04/2008
 

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