Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Messaggi del 18/12/2023
Suggestioni espressionistiche. - 18 dicembre 2021 Alura (milanes): vinco la pigrizia, inforco le mie geox da trekking e vado. Fuori un nebiun da tagliarlo con il coltello e solo le lucine intorno e davanti rivelano le sagome delle case e i giardini. Gente intabarrata e mascherinata mi sfila accanto cupa e sospettosa, avviata al suo destino oscuro pandenomicronico. A mezza strada dal centro cittadino, però, ecco levarsi un canto a gole spiegate e pure amplificate, che le senta tutto il quartiere, islamici e animisti inclusi : 'E' Natale, è Natale...' con tutto il resto della pia leggenda cattolico-occidentale: Maria, Giuseppe, i re magi - e inclusi i pastorelli curiosi della stella che posa graziosamente sulla sacra capanna in barba alla gravità. Giro l'angolo e vedo un cancello aperto di villa privata dove sono radunati i cattoliconi del canto natalizio incuranti delle rimostranze dei diversi di fede (o dei loro patrocinatori sinistri più realisti del re). Sembrano l'esercito della salvezza di londoniana e dickensiana memoria e levano alto il canto emettendo fuori dalle ugole i pericolosissimi aerosoli pieni di maledetti delta e di omicron e di epsilon che si contendono l'aere sanza tempo tinto (come la rena quando il turbo spira). Ma, alla stazione, ecco il truce annuncio che si mescola al canto e lo sovrasta cambiando radicalmente atmosfera: 'I signori passeggeri a bordo dei treni devono essere muniti di greenpass, ecc., ecc.' Nebbia, pandemia che incombe, un lamento lontano di autoambulanza: il set di Blade Runner è allestito e poco importa che manchi una settimana al Natale. Pure al mercatino dell'Avvento ti chiedono greenpass e/o tampone in corso di validità, se vuoi un cespo di radicchio indigeno o una bottiglia di spumeggiante prosecco maroccheso. Non ce l'ho, mannaggia, ho dimenticato il cell con il Qr salvifico a casa, maledizione, se mi beccano mi sanzionano. Fuggo come un bandito, affondando il viso nella mascherina e affrettando il passo, lontano da una occhiuta pattuglia di vigilantes con la giacca gialla degli aiuto-carabinieri che mi tallonano da presso. E' Natale, un Natale di guerra, Blade Runner ci mostra i suoi mutanti-guardiani con i pistoloni laser, il nebbione si è infittito, siamo ombre nere fuggenti nel crepuscolo, la fredda notte assassina è in agguato. A me Ensor e gli espressionisti mi fanno un baffo, mi fanno. |
Sarà perché, fin dalla lontana adolescenza, ho sempre avversato la sudditanza ad ogni autorità sedicente e, sotto servizio militare, ho capito che l'obbedienza non è sempre una virtù, ma il film 'Il sapore del successo', con uno strepitoso Bradley Cooper e una bravissima Sienna Miller e un montaggio da favola non mi ha inchiodato alla poltrona. 'Si chef' è la chiave di volta del film, il leit motiv, la chiusa di ogni (dei molti) conflitto/i rappresentato/i. La sudditanza totale ad un preteso iddio dei piatti decorati (e forse appetitosi), più degni di una esposizione alla Biennale d'Arte e Design quale si mostra nel film, proietta la mente in un altrove inquietante e, senza scomodare gli storici 'Heil' e gli 'Eia,eia' del burro al posto dei cannoni, ti fa decidere all'impronto per una osteria di campagna, un rifugio di montagna, una trattoria fuori porta con le 'animelle' servite in una ciotola sbrecciata e gli involtini di vitello un po' troppo sugosi, e le lasagne bruciacchiate 'n coppa, ma, vivaddio! senza lo stuolo di camerieri e i cuochi in adorazione permanente dell'Altissimo Tristar Stelluto che ammicca ai suoi obbedientissimi collaboratori e soldati di una guerra all'ultimo decoro e terza stella della guida Michelin. E non posso tollerare come i truccatori mi abbiano imbruttito quel gioiellino di creatura femminile che è la Sienna Miller, torcendole i biondi capelli per rappresentarceli unti dei fumi che salgono dai fornelli e il sudore che scende giù dal collo e le spalle. Ma la sua colpa più grave (della Sienna) è quella di innamorarsi di quel tal figuro trucido autoritario fino al midollo e schiavo di misteriosi debiti (che paga col sangue) – e, ancora una volta, è un gioiello di creatura femminile, una bellissima e dolente Alicia Vikander, a riscattarne il passato tormentato e a dotarlo, in finale, dei coltelli magici del padre suo defunto. Ma, alla fin della vicenda, la domanda d'obbligo è se vale la pena sedere in uno di quei ristoranti stellati e fare un mutuo di dodici rate per assaggiare quei decori da Biennale che appagano più gli occhi che il palato, così premiando la moda televisiva del decennio di propinarci quotidianamente in tivù gli improbabili attori dei vari 'masterchef' e dintorni. No, grazie, meglio un 'pastin' o un 'frico' al passo Staulanza con contorno di porcini di giornata, credetemi – e, a un'ora di cammino più in là, cercate le 'orme dei dinosauri' che si estinsero, pare, si dice, per un eccesso di 'crudismo'. |
Inviato da: Anthony101990Jones
il 26/04/2024 alle 10:55
Inviato da: aracnoid.999
il 11/04/2024 alle 16:31
Inviato da: animasug
il 29/03/2024 alle 15:03
Inviato da: fedechiara
il 27/03/2024 alle 14:40
Inviato da: maresogno67
il 27/03/2024 alle 08:31