Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Le 'analfacapre' e gli esimi professori.

Post n°3212 pubblicato il 29 Maggio 2024 da fedechiara
 

Le 'analfacapre' al potere.  - 29 maggio 2019

Ogni giorno ha la sua pena, com'è vero! E ci sono in giro professori emeriti che si fanno 'leoni della tastiera' e nel loro profilo scrivono le cose che mai avrebbero voluto scrivere: di sette milioni di 'ignoranti', di 'analfacapre' che hanno votato contro di lui e contro il suo esimio sentire politico – che chissà perché dovrebbe essere stimato maggiore e più intelligente di quello delle capre analfabete di cui al suo poco encomiabile e per nulla democratico sfogo.
E questa dei professori e delle professoresse che si 'lasciano andare' a porconare in pubblico come camionisti impazziti e/o scaricatori di porto – e dicono e ripetono, o fanno dire agli allievi più realisti del re le stupidaggini 'antifasciste' di prima delle elezioni, e paragonano il povero Salvini a un Hitler redivivo (salvo, poi, andare a Canossa e chiedergli perdono per non perdere i 15 giorni dello stipendio dimezzato) è la novità di questa 'stagione all'inferno' che viviamo in cui il popolo sovrano impone il suo credo a loro, i professori un tempo autorevoli, ma oggi chiusi ai domiciliari nella sala dello sdegno dell'Olimpo della Sapienza; dei nella polvere del non aver più nulla da dire di sensato e significativo al mondo dei discenti: le 'analfacapre' chiamate a decidere la politica nazionale dei prossimi mesi e anni.
Suggeriamo loro una nuova manifestazione 'antifascista' e 'dei professori' in cui contarsi e 'stringersi a coorte' e recitare e scandire le loro litanie e le geremiadi, oppure offrirsi l'un l'altro la famosa spalla su cui piangere la loro impotenza – e magari avranno il sostegno di quelle altre 'analfacapre', quelle dei centri sociali, che cercheranno, com'è d'uso, di rompere il cordone dei poliziotti e ne avranno le manganellate conseguenti – e così si rinchiude il ciclo eterno dell'opposizione e del governo 'fascista' che tanto ci incanta per il suo eterno riproporsi in cronaca senza variazioni.
Chi vivrà vedrà le analfacapre al potere, e chissà che dotte invettive saliranno al cielo.
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Guerre in crescita esponenziale.

Post n°3211 pubblicato il 29 Maggio 2024 da fedechiara
 

La legge di Murphy e le sanzioni. 29 maggio 2022

Prima o poi l'avremo un conto stimato realistico dei morti-feriti-dispersi di quest'altra guerra di Ucraina che, vista e ascoltata in televisione, sembra un'eco lontana e inverosimile delle vere guerre che si sono combattute nella Storia.
Non ci sono stime verosimili dell'assedio degli Achei ad Ilio, durato anni, ma già Waterloo e Stalingrado e le Ardenne sono ben altra cosa da questi reports stitici di giornalisti embedded al Verbo filo Nato che ci ragguagliano sulle bombe assassine, ma sempre a qualche chilometro di prudente distanza dal fronte, e in redazione ci dicono tutto sui missili Harpoon che sarebbero in grado di stecchire l'intera flotta russa del mar Nero, ma chissà come non lo fanno.
E chissà perché attendono a farlo, se sono in grado di farlo, ci chiediamo, forse il placet degli Stranamore d'Oltreatlantico che misurano con oculatezza omeopatica fino a dove può spingersi la guerra per procura Nato contro lo storico e geo strategico nemico russo?
Non ci sono più le gloriose guerre di una volta, perbacco: di quelle che osservavamo appassionati e faziosi nei films: con le fila contrapposte dei prodi combattenti che andavano al massacro al suono delle cornamuse (Braveheart) o le prime file degli Inglesi, elegantissimi nelle loro divise bianche e rosse, che venivano decimati dalla prima salva dei fucili prima di prendere la rincorsa con la baionetta in canna – e i Francesi non erano da meno per non deludere il loro amatissimo imperatore.
E tutta questa lentezza nel procedere dei Russi – che tecnicamente potrebbero seppellire l'Ucraina sotto tonnellate di bombe - non sarà che per davvero risponda, come afferma Putin, ad un desiderio pio di non fare troppo danno ai civili, considerata la storia comune e le recenti fratellanze sovietiche - e la necessità di ristabilire relazioni di civile convivenza, una volta terminata la guerra e stipulati i trattati di pace?
Tutto questo non sono in grado di dircelo (credibilmente) i nostri inviati e gli 'esperti' dei talk show e vi confesso che un vago alone di noia e una nebbiolina di noncuranza si sta alzando sopra questi fatti bellici giunti al loro trimestre – e la sola cosa che sappiamo è che le sanzioni che dovrebbero far finire la guerra le stiamo pagando noi, invece, popolo grasso e meno grasso che paga e pagherà le bollette stellari dell'energia gonfiate dalle scelte avventate degli s-governanti di turno.
Che fanno a gara per dire le noiose cose di sempre e garantirci di ben interpretare e al massimo grado di efficienza la legge di Murphy: se una qualsiasi cosa negativa può accadere accadrà, sotto il loro mitico s-governo.
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Biblioteca Giubileo, Guerre e massacri: i conti della storia
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L'Arte che (non) salva il mondo..

Post n°3210 pubblicato il 29 Maggio 2024 da fedechiara
 

28 maggio 2016
L'architettura, come l'Arte, salverà il mondo? E' lecito dubitarne, dal momento che il mondo è stato distrutto da due guerre mondiali e un intero paese, la Siria, è affondato nel suo Medioevo islamico di guerre e sette religiose e tribali - e perfino le meravigliose rovine dell'antico (Palmira e altri siti archeologici) sono incorse nelle distruzioni a botte di esplosivo da parte di fanatici islamisti rincoglioniti provenienti perfino dalle famigerate 'banlieues' islamiche delle maggiori metropoli europee.
Il mondo non verrà salvato dall'Architettura e dagli architetti (che solo l'altro ieri erano detti, in un famoso libro, 'maledetti'), però ci ri-provano a incantarci coi loro progetti spesso un tantino astratti e cervellotici, ma suggestivi e affascinanti.
E pazienza se molti padiglioni, la Germania in testa, hanno dedicato l'intero spazio e le tesi e gli elaborati al dramma degli immigrati che ci assediano e che il nostro mondo, ahinoi, lo stanno cambiando davvero - e non in meglio, ad ascoltare le cronache dai quartieri dove la polizia teme di mettere piede e solo i clamorosi attentati e le centinaia di morti innocenti la obbligano a fare i 'blitz' delle teste di cuoio per scovare i terroristi-serpi in seno ivi annidati e che trovano solidarietà e protezione nelle 'enclaves' immigratorie a maggioranza islamica.
E, scorrendo lungo e dentro i padiglioni uno via l'altro, ho conferma che i nostri ospiti immigrati si affollano nelle metropoli e snobbano i piccoli centri, per le ovvie ragioni delle opportunità che vi si offrono e gli apparentamenti familiari e i riconoscimenti dei valori religiosi di provenienza – che è quanto dire che di integrazione quale panacea del presente malessere europeo in crisi immigratoria esplosiva è ridicolo parlare e la tendenza del melting pot globale è quella del proliferare tribale in ambito urbano e metropolitano e del covare degli atavici conflitti sotto la cenere, estote parati.
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1Chiarafederica Zane
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La Commedia a palazzo.

Post n°3209 pubblicato il 28 Maggio 2024 da fedechiara
 

La libertà non è gratis. Goldoni che non seppe descrivere i tempi nuovi. 28 maggio 2021

Carlo Goldoni va a vivere e lavorare a Parigi. Un invito a corte che non si può rifiutare, malgrado la Comèdie italienne in loco non se la passasse affatto bene? O un dispetto a Venezia che non apprezzava troppo la sua rivoluzione teatrale di personaggi veri e 'di strada', opposti alle stanche moine delle maschere della Commedia antica medievale?
Fatto sta che Goldoni a Parigi non 'sfonda', come diremmo oggi e viene confinato nel ruolo di insegnante di italiano per le figlie del re e trascina la sua vita di esule in suol straniero (vivrai Venezia nel mio pensiero) confidando nella generosità del re che gli elargisce una modesta pensione. E la rivoluzione francese lo coglie impreparato e nei suoi 'Memoirs' non compare uno scritto e un pensiero che sia uno relativo a quel grande sommovimento sociale, a quel terremoto politico che confinava i suoi personaggi nel ruolo di macchiette di un tempo che stingeva nell'odiato Ancien Regime.
Gli storici si affanneranno a dirci che quel suo stupefacente silenzio era dovuto al debito di riconoscenza che lo legava alla corte di Luigi XVIsimo, ma è una falla di scrittura talmente macroscopica da risultare incredibile.
Come dire che io, che pure godo di una pensione graziosamente elargitami dal presente regime, rinunciassi nei miei scritti a descrivere e chiosare da par mio i nefasti della presente scena politica e i pesantissimi limiti di un vincolo costituzionale che ingessa l'espressione del consenso popolare nei ripetuti minuetti quirinalizi che ci hanno rifilato gli immangiabili sformati di s-governo di Conte, prima, e del Draghi pigliatutto poi.
E Goldoni chiude la sua vita da esule in Francia e gli venne risparmiato il dolore di vedere la sua amatissima patria veneziana occupata dall'esercito sparviero dell'ingombrante Coso imperiale che, secondo gli illusi patrioti italiani, regalava gratis la libertà ai paesi che conquistava, - ma si limitò, invece, a piantarne gli alberi (della Libertà) privi di robuste radici e che non attecchirono e il resto lo sapete o andate su Wikipedia per un veloce ripasso in vista degli esami di maturità prossimi venturi.
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L'Arte è viva. Viva l'Arte.

Post n°3208 pubblicato il 27 Maggio 2024 da fedechiara
 

L'Arte viva del terzo millennio. 27 maggio 2017

E l'Arte sarà anche viva e volentieri inneggiamo in coro 'Viva l'Arte' e tuttavia un monumentale riferimento al mortuario seppellito nella Storia e i molti ripescaggi di dejà vu da parte di molti artisti un po' ci raffreddano, in questo nostro vagare di palazzo in palazzo negli itinerari relativi agli 'eventi collaterali'.
E Damien Hirst aveva dato il 'la' già ad Aprile col suo fantasioso recupero marino di monumentali demoni e vari reperti di civiltà diverse di area mediterranea sapientemente incrostati di concrezioni coralline e alghe e crostacei e polipi tenacemente aggrappati ai corpi e ai capelli delle statue – ed è un bel vedere come l'Arte torni all'Antico della statuaria elladica e dei magnifici bronzi, ma ci corre il sospetto che l'esibizione di tanto talento ricostruttivo e sapienza imitativa gli venga dal tarlo di quei visitatori delle sue mostre precedenti che continuavano a ripetere davanti ad ogni sua opera (e di altri artisti) 'lo so fare anch'io'. Eccovi serviti.
Provatevi voi a rifare il gigantesco demone alto 18 metri che campeggia nella corte interna di palazzo Grassi (e chissà chi se lo compra e in quale adeguato spazio campeggerà in futuro) o compratevi un grosso pezzo di giada per riprodurre il busto di una dea o il molto oro necessario a riprodurre il busto di una regina faraona e vediamo di che siete capaci.
Arte viva, certo, e che si tuffa nel passato remoto per dare volto al futuro – non diversamente da quanto avviene nella politica e nella società del terzo millennio che coniuga il futuro prossimo con i califfati di ritorno e con i guerrieri jiahdisti che fanno strage di civili inermi - donne e bambini compresi - nel nome di un preteso dio u akbar.
Un passo avanti e due indietro. Il futuro è alle spalle. Viva l'Arte del terzo millennio.

 
 
 
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