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L'Amore che salva.

Post n°2977 pubblicato il 25 Gennaio 2024 da fedechiara
 

The end e lacrimuccia. 23 gennaio 2021

'Nessuno si salva da solo' non è film da brividoni, malgrado le sue cinque nomination al tempo della sua uscita (tre ai 'David' e due ai 'Nastri d'argento').
E' un film sul prima e sul dopo di un amore grande - e la tristezza sgorga lenta come sangue venoso ad ogni scena alterna del 'dopo' che racconta le mutazioni (inevitabili?) e le cattiverie dei due coniugi nel loro scivolare lungo la china della perdita senza trovare alcun appiglio che li freni e li salvi.
'Salvare': è questo il punto di forza del titolo e l'assunto. Ma è solo la brillante trovata della scrittrice e sceneggiatrice – un titolo ad effetto che, nel finale, ci lascia col dubbio se davvero vi sarà salvezza per i due giovani coniugi, dopo tanto incrudelire su se stessi e sui figli, o se trionferà la fragile nostalgia del ritorno sottesa.
Dubbio consolatorio, a giudicare dalle statistiche sui matrimoni dalle solenni, commoventi promesse spessissimo infrante. La natura tende alle ri-creazioni a ciclo continuo piuttosto che alle salvazioni: primavera, estate, autunno, inverno. Si nasce, si cresce, si declina, si muore.
'Salvazione' è parola religiosa, invece. La invochiamo nell'incontro fatale con la malattia che introduce all'idea di morte. Salvarsi la vita e/o salvare l'anima – quel misterioso alito immortale che levita nell'aria fuori dai corpi freddi, trasportato dai venti chissà dove.
Ma è il 'da soli' della seconda parte del titolo che mi intriga. Significa che 'mal comune è mezzo gaudio'? O che l'umanità è un corpo sociale che produce le mirabilie della medicina e della farmacologia e i miracolosi vaccini che tagliano le gambe alle pandemie?
Ma, nel film, nessuno sembra dare una mano ai due coniugi in caduta libera, a parte il cameo del Vecchioni malato di cancro che li invita a pregare per lui, e non esiste vaccino che li salvi dal deteriorarsi dei rapporti interpersonali e dagli adulteri conseguenti. E il finale, enigmatico, si chiude sul sorriso di lei alla finestra e lui che si allontana allegro in una piazza che ci pare una promessa di 'ritorno al futuro' e ci accontentiamo.
Un sorriso val bene una (pro)messa non pronunciata, bensì lasciata levitare. The end e lacrimuccia.
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Commenti al Post:
Tanya00
Tanya00 il 25/01/24 alle 11:05 via WEB
Avevo letto il romanzo della Mazzantini su cui è basato il film…
 
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