Creato da bimbadepoca il 16/03/2005

Il diario di Nancy

Pensieri e storie tra il vero, il verosimile e l'inganno.

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« Il primo post dell'annoL'età del cervello »

La morte senza clamore

Post n°246 pubblicato il 07 Gennaio 2009 da bimbadepoca
 

Mi sono sempre chiesta come sia stato possibile che gli italiani, negli anni trenta, abbiano accettato le leggi razziali di buon grado.
Come fu possibile che, persone perfettamente integrate nella società, vennero considerate pericolose; dall'oggi al domani nemiche.
Finora non ero in grado di darmi una risposta plausibile, oggi purtroppo lo so perché lo vivo, lo stiamo vivendo tutti, quasi senza accorgercene subiamo un progressivo lavaggio del cervello.

Oggi i mezzi d'informazione fanno quello che negli anni trenta fece la propaganda fascista, manipolano la realtà a uso e consumo di chi ha la pretesa di governarci. La stampa e la televisione diffondono notizie atte a produrre nella popolazione una sensazione tangibile di paura, che porta a un crescente clima d'ostilità verso gli stranieri.

Fateci caso, quando viene commesso un crimine di qualsiasi tipo, se a commetterlo è stato uno straniero viene sempre specificata la sua nazionalità, come se fosse il motivo determinante per cui il crimine viene compiuto.
Paradossalmente possiamo affermare che gli extracomunitari sono diventati gli ebrei del duemila, il capro espiatorio su cui addossare la colpa dei malesseri della nostra società civile. I giornalisti hanno semplicemente sostituito la brutta parola "razza", tanto in voga negli anni trenta, con il termine più chic "cultura". Non è più questione di razze ma di culture differenti.

Ma se cambiano le parole il risultato non cambia, e alla resa dei conti vengono utilizzate misure diverse nel trattare notizie della stessa gravità.

Vi riporto integralmente l'articolo che Carlo Moccaldi ha scritto sul portale PiazzaVittorio.

Non amo fare fotografie ai funerali, ma oggi devo. È importante che le immagini dei bangladesi sotto la pioggia facciano riflettere, in questa Italia la vita di un immigrato vale poco, meno dell’arrivo dei saldi.
Lucky è morto ma non fa notizia. Ha ricevuto un colpo in testa una sera di dicembre mentre andava al lavoro, non si sa da chi e non si sa perché. Ai medici del Sandro Pertini ha detto: “sono stati italiani”.
Poi è morto.
In ospedale è entrato con il codice verde. Dopo nove ore è morto.
Sul volantino i suoi connazionali denunciano: “Lucky è morto due volte”. Hanno ragione, qualcuno lo ha ferito a morte e chi lo doveva curare non l’ha fatto.
Non so se si tratta di un episodio di razzismo e uno di malasanità, spero soltanto che sarà fatta chiarezza su questa vicenda.

A Santa Maria Maggiore piove e quando arriva la bara tutti si stringono per l’ultimo saluto. Scatto un’immagine dietro l’altra, la mia nikon si bagna ma non importa. Nessuno sa della morte di questo ragazzo, i giornali hanno ignorato la vicenda. Mi vergogno di questo giornalismo ma sono contento di essere qui, accanto all’imam di Tor Pignattara, insieme a qualche collega, qualche passante.
È importante esserci ed è importante che la foto di quella bara sia pubblicata e che faccia notizia. Non chiedo tanto, bastano venti righe. Un anno fa dopo l’omicidio della povera signora Reggiani i giornali dedicarono alla vicenda pagine e pagine, per intere settimane. Ci furono anche degli inviati in Romania per scoprire chi fosse Mailat, l’assassino di Tor di Quinto.

Per Lucky nemmeno una riga. Questa è manipolazione o razzismo. Fate voi.

Commenti al Post:
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 08/01/09 alle 14:48 via WEB
Troppi fatti, troppe persone non hanno diritto nemmeno ad una riga. Non so se è manipolazione o razzismo, o le due cose assieme, so che però non è giusto.
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 16/01/09 alle 16:52 via WEB
No, non è giusto!!! Per questo trovo che sia doveroso che il popolo di internet dia spazio a queste notizie, volutamente dimenticate o semplicemente ignorate.
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 11/01/09 alle 17:52 via WEB
probabilmente facevano così anche negli Stati Uniti nei confronti degli immigrati italiani a fine Ottocento e inizio Novecento. però ce ne siamo tutti dimenticati, di essere stati anche noi "carne da macello", cioè emigranti (come diceva una famosa canzone napoletana).
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 16/01/09 alle 16:53 via WEB
Sì Ody, sarà senz'altro così. Ogni generazione ha la presunzione di credersi più civile e più evoluta di quelli che ci hanno preceduto.
 
Crepuscolando
Crepuscolando il 13/01/09 alle 19:11 via WEB
E' il nostro sistema di informazione attuale, ma forse è sempre stato così, che funziona in questo modo: si dà rilievo a notizie stupidissime, proprio al fine di occultarne altre, più importanti...
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 16/01/09 alle 16:57 via WEB
Infatti, fanno i servizi sensazionali con le notizie sul freddo, come se non fosse normale la pioggia, la neve e il freddo intenso in inverno. E poi alle notizie veramente importanti vengono dedicate poche righe. Questa è, ahimè, la nostra libertà di stampa, la nostra attuale (dis)informazione...
 
sogno_di_domani
sogno_di_domani il 15/01/09 alle 14:15 via WEB
assolutamente daccordo con le considerazioni del post....ciao, buon pomeriggio....fabry
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 16/01/09 alle 16:58 via WEB
Grazie Fabry!!!
 
marea14
marea14 il 31/01/09 alle 19:39 via WEB
"Il dissenso politico non può essere sottoposto ad una sorta di controllo disciplinare" E', purtroppo, verissimo. L'informazione, oggi, è imbavagliata ... e, come dice Pancho Pardi, quando l'informazione è imbavagliata la democrazia è in pericolo.
 
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 02/02/09 alle 23:53 via WEB
Non credo che la democrazia sia in pericolo Marea, semplicemente perché la democrazia non esiste più. Senza che ce ne siamo accorti è stata sostituita da un governo di destra, ma quel che è peggio è che abbiamo sostituito i nostri valori democratici con il consumismo e l'emulazione a dei modelli televisivi. Pasolini diceva " Il fascismo, non è stato in grado di scalfire l'anima del popolo italiano: il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto, la televisione), non solo l'ha scalfita, ma l'ha lacerata, violata, bruttata per sempre".
 
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