Creato da pierrde il 17/12/2005

Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

------------------------------------------------------------------

JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

MONDO JAZZ SU FACEBOOK E SU TWITTER

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

JAZZ DAY BY DAY

 

 

L'agenda quotidiana di

concerti rassegne e

festival cliccando qui

 

I PODCAST DELLA RAI

Dall'immenso archivio di Radiotre è possibile scaricare i podcast di alcune trasmissioni particolarmente interessanti per gli appassionati di musica nero-americana. On line le puntate del Dottor Djembè di David Riondino e Stefano Bollani. Da poco è possibile anche scaricare le puntate di Battiti, la trasmissione notturna dedicata al jazz , alle musiche nere e a quelle colte. Il tutto cliccando  qui
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

 

« AMBRIA UNO E DUE: LE SER...TUBOLIBRE BAGNATO: LA P... »

DUE TASTI DI TROPPO

Post n°2340 pubblicato il 28 Luglio 2012 da pierrde

Un pò di buon umore da un blog solitamente serissimo, quello di Doug Ramsey, giornalista, scrittore e critico musicale americano.

La foto proviene da Malcom Harris l'editor della biografia di Paul Desmond scritta da Doug.

La didascalia precisa che si tratta di un piano speciale pensato per hip-hop e rap, sottolineando la scarsa musicalità che spesso confina con la rozzezza dei due generi.

Ovviamente i commenti si sono sprecati, da chi richiama gli appassionati di jazz, secondo mitologia notoriamente persone dalle orecchie aperte, ad una maggiore tolleranza e comprensione a chi ribatte piccato che si, le orecchie sono aperte, ma solo per la musica...

Miglior commento quello di un lettore che sottolinea come, per i rapper e per l'hip-hop, questa tastiera presenti almeno due tasti di troppo...

Personalmente ho vissuto il post nell'unica maniera secondo me possibile: con ironia. Per quanto riguarda poi il rap posso solo dire di esserne culturalmente e linguisticamente tagliato fuori. Per l'hip-hop invece la mia avversione è fisica: non posso proprio considerarlo. Mi spiace per Robert Glasper.

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://gold.libero.it/MondoJazz/trackback.php?msg=11475157

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 28/07/12 alle 22:00 via WEB
visto l'uso massiccio d brani campionati, forse i tasti che servono sono quelli del copia-incolla...
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Gianni Gualberto il 29/07/12 alle 18:55 via WEB
Non sono d'accordo. Credo che vi sia grande creatività nello hip hop, così come vi era nel rap. La loro affiliazione alle grandi correnti improvvisative africano-americane, nonché la loro ricchezza in termini di narrazione verbale, mi paiono indiscutibili. Il che non toglie che si possa non amare il genere, per carità..
 
 
pierrde
pierrde il 29/07/12 alle 20:11 via WEB
Penso che si tratti solo di una goliardata e che Ramsey e Harris (ed io pure) potrebbero tranquillamente sottoscrivere quello che scrivi. Ricordo come il rap fosse amato e considerato da Max Roach, non uno qualsiasi; per quello che mi concerne il mio poco interesse è principalmente dovuto alla mia incapacità di comprenderlo linguisticamente
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 30/07/12 alle 10:35 via WEB
mi è capitato spesso di vedere i vedeo di successo di molti rapper: lui sommerso d'oro, vestito da pappone in ville con maxipiscine, circondato da sgallettate seminude che ancheggiano e sculettano da pazze. lo schema si può ripetere più in piccolo ma la sostanza non cambia molto. e visto che la musica è uno scheletro ritmico, quello che conta è il messaggio, che già visivamente è molto esplicito. non siamo certo dalle parti dei Last Poets o di Gil Scott-heron
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Gianni Gualberto il 30/07/12 alle 14:28 via WEB
La cultura africano-americana ha connotazioni specifiche e una sua mitopoiesi; se mi capita di ascoltare Kanye West, balza alle orecchie la realtà di una musica metropolitana, che va intesa nel suo contesto. Non per fare il relativista ad ogni costo, ma non è detto che un trio di Beethoven, esposto in un contesto radicalmente diverso da quello originario, venga necessariamente e immediatamente percepito, inteso e approfondito per quello che è.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 30/07/12 alle 17:09 via WEB
ci si può sempre sentire musicalmente più intelligenti ascoltando il "progetto" Einaudi-Fresu. Basta con ste musiche negroidi, hanno stancato...
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Gianni M. Gualberto il 31/07/12 alle 23:53 via WEB
Ovviamente, il raffronto fra il duo Fresu-Einaudi e il rap non è proponibile. A me viene da dire, sorridendo, che l'accoppiata sa molto di musica per "visi pallidi". Non per polemizzare, ma che la "ricchezza" armonica di Einaudi (la cui musica è, francamente, piuttosto esile in termini armonici) non credo possa sovrastare chissà che. Mi pare che vi sia del rap un'idea riduttiva e, forse, generica. Premesso che il rap non è un linguaggio propriamente nuovo, come non lo è l'hip hop, non parlerei sempre di povertà ideativa: si tratta di linguaggi che, nelle loro migliori espressioni, vantano una complessità ritmica che non corrisponde a quella reductio ad absurdum di cui forse è un po' troppo facile (s)parlare e non è improprio, in taluni ambiti, il parallelo con certe linee boppistiche che ricordava Riccardo a proposito di taluni commenti di Max Roach. Nè parlerei di povertà verbale, se non in un senso da "Crusca": il riallaccio a un fenomeno storico quale le cosiddette "dirty dozen", vere e proprie battaglie verbali, riporta piuttosto a una varietà lessicale che agisce sicuramente all'interno di un contesto vernacolare (che, ovviamente, va conosciuto, prima di poter dare giudizi più o meno drastici). Temo che si corra, ancora una volta, il rischio di misurare la cultura africano-americana secondo parametri eurocentrici che, ça va sans dire, vengono ipso facto considerati superiori. E questo suona facile laddove il predominio non è armonico ma ritmico (e sotto questo profilo è pur vero che la cultura europea non è stata con le mani in mano, basti pensare a Bach e Beethoven, non dobbiamo dimenticare però che la tradizione africano-americana ha saputo operare una trama ritmica di grande complessità con mezzi irrisori, offrendo al contempo al corpo un linguaggio che la nostra tradizione ha più o meno vituperato sin dai tempi del Concilio di Trento). Ciò detto, a mio modesto parere, se vogliamo affrontare temi non trascurabili come la ricchezza armonica e la ricchezza ritmica, anche a detrimento della tradizione africano-americana e americana (per quanto avverta un'ostilità preconcetta e francamente poco realistica nei confronti delle culture americane), non lo possiamo certo fare partendo da Ludovico Einaudi, al cui confronto anche il più banale minimalista in ottavo rischia di apparire un diretto discendente di Conlon Nancarrow e di Stravinskij messi insieme... Fresu ha tutti i diritti di misurarsi anche con certi gingilli, con certi bibelot musicali, per carità, ma non facciamone un atto di eroismo creativo, rischieremmo solo il ridicolo.
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 01/08/12 alle 09:07 via WEB
Precisando che il riferimento a Max Roach era di Roberto e non mio, aggiungo solo che la mia citazione alla proposta con Einuaudi era più che altro provocatoria, uno dei paradossi che ultimamente uso spesso per evitare di dilungarmi e far capire, in questo caso, da un lato che la caratteristica del jazz, come hai anche precisato, è più che altro ritmica e non armonico-melodica (su questo tema martello su questi schermi in modo persin noioso...) e che invece si è benevoli con musiche e proposte che di jazzistico non hanno pressochè più nulla, ma che nella deriva linguistica che c'è in Europa da tempo viene comunque se non accettata, tollerata. Rinfacciare al rap o all hip hop di essere povero melodicamente o armonicamente, quando è evidente che non puntano su quello per me ha poco senso. Del resto non a caso in diversi anche su questo blog hanno dimostrato che nel loro gusto non riescono ad apprezzare opere come "On the corner" di Davis che è quasi tutto un disco ritmico e poliritmico (certo molto più sofisticato del rap) e non a caso l'ultima opera di Davis "Doo-bop" è un lavoro, secondo me riuscito, sul genere nell'ambito di cui stiamo parlando. Se qualcuno vuol farmi credere che queste opere di Davis sono meno jazzistiche di certi lugubri e aritmici lavori europei ECM, gli rindo semplicemente in faccia. Più in generale ritengo che molti appassionati del jazz di oggi dalle ns parte in realtà comprendono poco l'aspetto ritmico del jazz che è peculiarmente africano-americano e per me assolutamente essenziale per definirlo tale e che tale mancanza venga stimolata da una tendenza critica e di marketing che tende a minimizzare proposte che trascurano proprio l'approccio ritmico alla musica e all'improvvisazione. Ecco perché per me oggi è più pertinente jazzisticamente ascoltarsi, che so, James Brown, Stevie Wonder, E,W&F e hip hop o Rap che cose come la proposta con Einaudi. Da noi succede esattamente il contrario. E' che la cultura ritmica e poliritmica del jazz va acquisita per noi europei, non è nel nostro DNA e sicuramente un neofita tende ad apprezzare più facilmente ciò che lo impegna più sul piano melodico-armonico che su quello ritmico, per un fatto di background culturale. Per quel che mi riguarda, in base ai miei personali riscontri di confronto con musicisti e appassionati a tutti i livelli in questi decenni questo e quasi un dato di fatto statistico. In estrema sintesi per farmi capire cosa intendo: è più facile comprendere Fresu che suona o meno con Einaudi che l'arte trombettistica di Woody Shaw, con buona pace di chi sostiene cose diverse. Fate un esperimento, un campionamento statistico e poi vediamo...
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 01/08/12 alle 10:19 via WEB
errata corige:"...tendono a massimizzare", non a minimizzare,scusate l'errore logico, non ho riletto...
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 01/08/12 alle 10:32 via WEB
da James Brown, Stevie Wonder, Marvin Gay a Tupac, Fat boy slim ecc... se non è decadimento questo!
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Gianni M. Gualberto il 01/08/12 alle 11:36 via WEB
Mah... Fatboy Slim (che oggi non mi pare molto attivo), Tupac, altri ancora, perché no (come in passato vi erano i fratelli Mizell o gli Earth, Wind & Fire o The Pharaohs o gli arrangiamenti di Johnny Pate o, ancora, gli MFSB)? In alcuni casi hanno raggiunto risultati notevoli (a parte il ruolo "ideologico", certamente non trascurabile), che si parli di Afrika Bambaata o di altri ancora. Sono dati oggettivi (ciò non implica che si debba amarli per forza), che riguardano una tradizione culturale vasta (di cui fa parte anche il jazz), con una sua specificità. Tale tradizione, che ha saputo sovvertire molti dei parametri occidentali ad essa imposti nel corso della Diaspora africana, non casualmente si è imposta lungo tutto l'arco del XX secolo ed oltre, facendo da modello anche nel caso di altre culture emergenti extra-europee. Non avrei nulla contro l'"europeismo" rappresentato genericamente dal decadentismo oggi verbosamente prodotto dall'ECM o praticato da altri esponenti della "nuova" (???!!!) improvvisazione europea, se esso non venisse veicolato come una sorta di "antidoto" (e chi mai ne sentiva il bisogno? Per arginare l'imperialismo americano e sostituirlo con quello, più arianeggiante, che maramaldeggia finanziariamente in modo non minore?) alla cultura americana (che è stato un laboratorio multietnico preso, appunto, da modello presso quelle tradizioni al cui interno oggi si elabora la cultura del domani, visto la ormai annosa perdita di centralità del prolungato dominio europeo). Nel bene o nel male, tutto ciò riguarda proprio la perdita di potere da parte dell'Europa, un dato storico. E' il crollo della civiltà? Ma quella era già crollata di suo, fra il 1922 e il 1945. Molto di ciò di cui stiamo parlando riguarda tuttora il malconcio, ma ancora vivo, "American Dream" (che ha dominato anche molti altri scenari creativi del Novecento e persino un po' prima, se teniamo al ricordo di Whitman, Melville, Emerson, Thoreau e altri). Mi si opporrà che tale "sogno" è consunto e si è rivelato fallace: pure, certe culture ancora ce ne parlano o ci parlano di un "dream" che l'Europa non è più capace di ispirare, avviluppata com'è nell'eterno ricordo dei bei tempi che furono... Ci si chiede, angosciati e un minimo speranzosi, del futuro, e la risposta è sempre un peana al passato, nostro o altrui (a questo punto, perché non la riscoperta post-mortem di Michael Jackson? On the floor... ci siamo proprio, siamo a terra, al suolo, e invece di ballare strisciamo. Almeno, i poveretti sul Titanic ballavano...).
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Musica Jazz il 01/08/12 alle 12:16 via WEB
Curioso però che proprio Tupac, a inizio carriera, avesse inciso una versione hip-hop di "Minnie the Moocher." Del brano di Calloway, peraltro, esistono almeno altre due versioni rap: una degli Outkast ("Mighty O") e una dei K7 ("Hi-De-Ho") che forse qualcuno ricorderà (era nella colonna sonora del film "The Mask" con Jim Carrey).
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 01/08/12 alle 10:25 via WEB
non ho trovato nel rap una così grande complessità ritmica tale da stupirmi, anche perchè spesse volte è un ritmo campionato. c'è molta più complessità ritmica in certa musica folklorica centro-americana o sud americana. che poi possa essere un fenomeno sociale, nessuno lo mette in dubbio, che posaa generare qualcosa di musicalmente valido ed universale, non credo. a me sembra un genere che tra l'altro tenda a rinchiudere la popolazione nera in un nuovo ghetto, oltretutto musicalmente debole. non so che rappers avete ascoltato voi, ma quelli che ho ascoltato io (esclusi Gil Scott-heron e I last poets che però sono di un'altra generazione) sono decisamente deludenti, noiosi e volgari. quanto al fatto che piaceva a Davis e Roach, non vedo perchè la cosa mi debba condizionare. a Miles piaceva anche Sly & the family Stone che a me fa venire i nervi dopo 10 minuti.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 01/08/12 alle 10:40 via WEB
Non credo che qualcuno di noi voglia sostenere che il rap sia il top della complessità ritmica, o il massimo musicale, forse farebbe altrettanto ridere. Quel che è certo è che talenti musicali quell'attimo più interessanti di tutti noi e che forse di jazz e ritmo sanno più di tutti noi messi assieme se ne sono occupati con grande interesse. Un motivo ci sarà. Del resto diverse opere di Steve Coleman (e non solo lui) presentano o hanno presentato l'utilizzo anche massiccio di certe procedure del rap e dell'hip hop. Quindi il fenomeno andrebbe analizzato con maggiore prudenza critica evitando di liquidarlo in maniera semplicistica o in base al proprio gusto personale. Poi sulle preferenze di ognuno non è che si possa dire o fare un granché. Massima libertà...
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Gianni M. Gualberto il 01/08/12 alle 11:39 via WEB
E' un vezzo tutto europeo: di volta in volta si deve indicare ad altri, con una certa dose di storica supponenza, il "meglio" per loro (e se non è colonialismo questo...): agli ebrei come fare gli ebrei, ai neri come fare i neri, e via discorrendo.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 01/08/12 alle 11:47 via WEB
ma c'è anche il vezzo, assai snob (tipico europeo, anche se Gualberto è Brasiliano) di ribaltare la prospettiva ma continuando ad accettare tutto quello che arriva dalla parte "giusta". secondo me essere passati da James Brown a Tupac è un segno di scadimento musicale. e lo dico anche a costo di passare per la signora Giulia che rimpiange i bei tempi passati.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Gianni M. Gualberto il 01/08/12 alle 12:56 via WEB
Io, purtroppo o meno male, sono ovviamente di cultura americana (per quanto odiata, essa rimane il modello seguito in larga parte dell'America Latina) e la cultura europea l'ho assimilata in loco. Cerco di vedere le cose dalle due sponde ma mi è difficile avvertire oggi nella cultura europea un modello per il futuro e non ho mai ammirato più di tanto il verso di Eliot che diceva, nella Terra Desolata, These fragments I have shored against my ruins. Può darsi che passare da James Brown a Tupac (morto da un un po', se non erro...) non sia bene, pure vi è una logica. Anche passare da Brahms a Schoenberg è stato per alcuni scioccante, ma pure era un passaggio logico... I tempi cambiano e i campionamenti dello hip hop sono una forma linguistica fagocitante che bene esprime la frammentazione linguistica della nostra contemporaneità e la sua (ri)agglutinazione nella mutevole veste di costante metamorfosi. In Brasile, la principale corrente culturale del Novecento è stata la cosiddetta "antropofagia", il "divorare", come facevano gli indios, le parti migliori dell'avversario che si rispettava. Mi pare che sia quello che accade nella maggior parte delle cosiddette culture "nuove"... E i risultati possono certo lasciare dubbiosi (generazionalmente parlando, potrebbero essere persino incomprensibili... è il rischio dell'età), tuttavia mi paiono interessanti e tutt'altro che inerti
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 01/08/12 alle 13:04 via WEB
per carità, gli anni passano, i gusti cambiano ed accettare i cambiamenti acriticamente, semplicemente perchè avvengono, è del tutto lecito. mi sembra una presa d'atto assolutamente comprensibile se uno teme di perdere il contatto con la realtà. c'è però il rischio di finire a mangiare merda senza accorgesene. se c'è da mangiarla ok, succede anche adesso nel mondo dell'economia, ma almeno sapere quello che si sta mangiando...
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Gianni M. Gualberto il 01/08/12 alle 13:10 via WEB
Può darsi. Ma, per curiosità, quale sarebbe la "non-merda"? O, come diceva Bartali, "L'è tutto da rifare"?
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 01/08/12 alle 13:23 via WEB
devo dire che faccio fatica a trovare la non-merda nell'emisfero superiore americano. a parte hip-hop e rap, trovo insopportabile l'attuale pop soul che riesce ad "incoronare" reginette fasulle come Joss Stone (sparita subito) o come La Whinehouse (brava ma non vertamente soul), oltretutto inglesi e bianche. che spreca talenti come Erica Badu in musica volatile. mi diverte di più passare al centro america e scendere anche più sotto.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Musica Jazz il 01/08/12 alle 13:37 via WEB
Bene, allora saprai senz'altro che l'hip-hop più creativo, al momento, è proprio quello brasiliano... Per quanto riguarda Erykah Badu, il suo concerto a Umbria Jazz ha fatto impallidire un buon 90 per cento del jazz ascoltato laggiù, non esclusi alcuni pezzi (molto) grossi
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 01/08/12 alle 12:03 via WEB
che qualche jazzista abbia usato clichè rap per sue composizioni, significa relativamente poco. il rap è un linguaggio comune alla comunità nera e se vuoi raggiungere più pubblico, cerchi di usarlo e piegarlo ai tuoi fini. e facendo questo, di solito, si usa il rap per veicolare dei concetti, se ne impiega la sua ritmica cui però si aggiunge una robusta parte suonata, che è la parte che manca sempre al rap... ----- quanto a polemizzare con la "musica ECM", si sembra che tu Riccardo fai tutto da solo. io non l'ho mai citata, nemmeno in passato, come modello, nè altri mi pare l'abbiamo fatto. personalmente ho pochissimi cd targati ECM, quasi tutti di Jarrett o Gary Burton...
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 01/08/12 alle 12:27 via WEB
Loop, caspita, non prendere ogni riferimento che faccio come un apolemica personale nei tuoi confronti. Il fatto che rispondo a te, al di là delle beghette sterili, significa che prendo spunto da un tuo post per fare magari un discorso, o una polemica, più generale. Mi piace discutere e tu fortunatamente me ne dai spunto proprio perché hai idee abbstanza differenti. Il discorso ECM è relativo ad una musica e una etichetta di tendenza e che vuol fare tendenza. Capisco bene che ascolti un po' di tutto, ma guarda che lo faccio anch'io tutto sommato.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 01/08/12 alle 12:36 via WEB
non mi riferivo solo a me. a memoria non ricordo interventi sul blog di peana sulla musica ECM, per cui trovo il tuo polemizzare assolutamente incomprensibile. e se la tua polemica si riferisce ad altri scritti in altri contesti, perchè riportarla qua dentro? la sparata Einaudi-Fresu inserita nel discorso rap addirittura da decifrare.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 01/08/12 alle 13:11 via WEB
Non capisco perché vuoi trascinarmi a tutti i costi in una polemica personale che sto cercando in tutte le maniere di evitare, anche perchè Roberto ci ha invitato a evitare certi argomenti ormai triti e ritriti. Pazienza, mi tocca anche dare codici di decifrazione di ironiche provocazioni... Il 3° principio della dinamica afferma che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, mi scuso della trasposizione ingegneristica in questo ambito, ma è la mia cultura di base. Intendo dire che la mia polemica sull'ECM e il Jazz europeo più in generale è in reazione al fatto che ormai da decenni sono invaso da una overdose di proposte festivaliere, concertistiche, discografiche sedicenti jazzistiche e critiche varie a favore di proposte sempre più numerose ed invasive che per me col jazz hanno sempre meno a che fare e, nel contempo, una quasi sistematica denigrazione di tutto ciò che proviene dall'America, non solo il rap. Sto leggendo ad esempio il libro di Zenni sul Jazz. Buono l'inizio ma devo dire progressivamente sempre più deludente sino alla valutazione della contemporaneità a mio modo di vedere paurosamente sbilanciata da opinioni critiche e valutazioni basate più sui propri gusti personali, di impostazione molto europea, che su dati di fatto. C'è una supervalutazione del contributo europeo e persino italiano in termini di contributo al jazz che non condivido. Inoltre rispetto al libro di Polillo scarseggia la capacità narrativa.Zenni sarà bravo a analizzare le strutture musicali ma non sa raccontare una storia, mi spiac e per lui. Non mi pare un gran passo avanti rispetto al libro di Polillo, tutt'altro visto anche il tempo che è passato mi aspettavo qualcosa di più e di meglio. Tutta sta campagna pubblicitaria intorno all'attuale stato del jazz europeo la trovo esagerata. Comprendo i musicisti nostrani che in periodo di crisi spingano in una certa direzione, un po' meno organizzatori, critici e appassionati vari e a vario titolo. Non ti sta bene che utilizzi lo spazio offerto dal blog per questo genere di discorsi? Non si può? E' un grosso problema per te o altri insormontabile? E perchè mai? Se Marsalis suonasse con Einaudi al posto di Fresu cosa pensi si leggerebbe in giro? Già c'è chi mi parla di "binari" di discussione, adesso devo essere limitato anche nei miei argomenti? W la democrazia e internet, perbacco...
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 01/08/12 alle 13:16 via WEB
posizione chiarissima (che avevo ovviamente capito ma che volevo emergesse direttamente e più chiaramente da te), lecita e con qualche motivazione corretta. usare però una polemica sul rap, che tu hai evitato di analizzare dicendo solo che non ti entusiasma, per ribadire la tua posizione, mi sembra che ti metta nella posizione di quello che, indipendentemente da quello che si parla, continua a lanciare i suoi strali da una sola parte.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 01/08/12 alle 13:46 via WEB
ma che strali e strali, sono osservazioni critiche, scritte magari in modo diretto e non in "politichese" come si usa fare, perchè in generale ognuno, come già detto, ha il suo stile e, in particolare, non ho nessun interesse in gioco se non quello del ruolo proprio di fruitore e appassionato e comunque il discorso è più pertinente di quel che tu dica se inquadriamo il discorso rap sulla componente ritmica in ambito di musica improvvisata, come del resto in pratica abbiamo fatto in questa discussione. Posso essere considerato in posizione erronea, del tutto o in parte, incompetente, può essere, ma non poco credibile in quel che scrivo.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Gianni M. Gualberto il 01/08/12 alle 15:20 via WEB
Può darsi anche questo. O forse la discussione mi entusiasma relativamente (potremmo anche sentirci noi tre per telefono, magari in conference call): il rap è un fenomeno francamente non recente, e lo stesso può dirsi dell'hip hop, non so se valga la pena intesservi polemiche o discussioni. Del rap, ad esempio, farei notare, al tuo contrario, la ricchezza lessicale e la capacità nel rhyming, fenomeno traslatosi nello hip hop, linguaggio musicale che, come sintetizza Cornel West, ha saputo fondere forme musicali (e formule retoriche) tipiche della Diaspora africana negli Stati Uniti con la molteplicità delle tecnologie postmoderne. Rap e hip hop hanno praticato al meglio, nei migliori casi, la freedom of speech, con straordinaria enfasi istrionica (pensiamo a Grandmaster Flash), affrontando con grande mancanza di inibizioni un mondo dominato solo ed esclusivamente dai rituali selvaggi del mercato. Non deve stupire, dunque, la popolarità goduta dal genere presso la popolazione giovanile africano-americana. La Great Black Music non è mai stata un fatto solamente musicale. E non può essere giudicato se non in base a criteri che sono non solo musicali ma anche extra-musicali, una caratteristica non aliena alle manigestazione del pensiero meno anodine (Lauryn Hill, se vogliamo, è una notevole poetessa dei sentimenti...). Dal rap in poi parliamo di slang poetry, un fenomeno che ha saputo estrarre dalla poesia vernacolare l'essenza ritmica e quella lirica. Ma non è questa la sede idonea per disamine varie... Non per voler sminuire, anzi. In fondo, ce la cantiamo e ce la suoniamo.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 01/08/12 alle 15:59 via WEB
e poi rimane sempre il problema del campionamento e dei furti musicali. guardate cosa è successo a James Newton: Jazz flutist loses to the Beastie Boys By Teresa Wiltz THE WASHINGTON POST Aug. 22 — This is how jazz flutist James Newton found out-eight years after the fact-that he was on a popular rap recording: A student strolled into his class and said hey, prof, I didn’t know you performed with the Beastie Boys. NEWTON WASN’T happy. A six-second snippet of his song “Choir” was a featured attraction in the 1992 Beastie Boys hit “Pass the Mic.” He says that he’s never received any compensation for the band’s use of the recording and that the Beastie Boys never bothered to ask his permission. ‘UNORIGINAL’ Finding out that the song had made it onto a “Beavis & Butt-head” cartoon only fueled his ire. Newton, a professor at California State University, Los Angeles, says that if he’d been asked, he never would have granted his permission. So in 2000 he sued the Beastie Boys, charging the group with copyright infringement. And, to his surprise and rage in June, he learned he’d lost the case. In her ruling, U.S. District Court Judge Nora M. Manella said that Newton’s sequence was basically a “recording,” for which Newton and his publisher had already been compensated, as opposed to a “composition,” and that it was “unoriginal as a matter of law.” (She also denied a motion filed by the Beastie Boys seeking reimbursement from Newton for almost $500,000 in legal fees.) Newton is appealing the decision, and has taken to the Internet in search of support. The case in the U.S. District Court for the Central District of California pits Newton, a critically acclaimed avant-garde jazz flutist and former Guggenheim fellow, against the Beastie Boys, a rap group known for both its innovation in sampling (the use of snippets of other artists’ recordings) and for its progressive politics. Composers are nervously keeping an eye on the case, wondering what kind of precedent it will set if Manella’s ruling is upheld. At issue are complicated questions of copyright law, and whether Newton’s permission was needed for the “Choir” sample. Licensing a sample is a two-part process: Permission is needed from both the record label and the composer. The Beastie Boys licensed the sample from Newton’s record label, Munich-based ECM, but neither the company nor the group got permission from Newton. Manella’s ruling in effect said that since the sample was a recording and not a composition, his permission wasn’t needed. “The ruling in this case will have a chilling effect on musically creative artists,” says Richard Kessler, executive director of the American Music Center, a New York-based arts service organization with more than 3,000 composers in its membership. Kessler said his organization is considering joining an amicus brief with other musical organizations for the appeal. As Kessler sees it, “the idea that the judge would take a look at these six notes and determine that they are not original and didn’t warrant protection, it’s something musical artists, composers will and should fear.” ---- ridicola la differenza accettata dal giudice tra composizione ed incisione. distinguo che ha portato alla sconfitta del musicista.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 01/08/12 alle 16:16 via WEB
a proposito della ricchezza lessicale e la capacità nel rhyming mi fai venire in mente Jack Nicholson (attore che prediligo nella mia ignoranza cinematografica) che nel film "Tutto può succedere", se ricordo bene il titolo, quello con Diane Keaton, interpreta il ruolo di un ricco scapolo possessore di un etichetta Rap che fa osservare a lei in un dialogo che molti considerano il Rap poesia.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 01/08/12 alle 16:34 via WEB
a proposito della ricchezza lessicale ecco la traduzione di un rap molto famoso: The Notorious B.I.G. (Ready to Die) Big Poppa --- tradotto da www.THHT.cjb.net Per tutte le signorine qui dentro con stile e grazia lasciatemi che io intrecci questi lacci lirici nei vostri capellli che si muovono col ritmo e con il muoversi delle tipe nel retro del club, sorseggiando Moet, è lì che mi troverai nel retro del club, che mi faccio zoccole, la mia crew mi copre le spalle facendo domande assurde, con lo spinello che gira, la musica pompa ma non riesco proprio a smettere perchè con una di queste dolcezze Biggie ci deve finire la serata andarci a letto, lasciare che sia un segretom, perchè no perchè fare casino nel mio posto solo perchè siamo entrambi caldi adesso ascolta, ho più Mack (stile con le donne,ndt) di Craig (Craig Mack,ndt) e nel letto credimi dolcezza ho abbastanza per soddisfare il necessario non c'è bisogno di essere avari ho un sacco di amici con le Benz biglietti di avvocati, e dei veri fottuti playa salta sulla Rover e seguici dì alle tue amiche di saltare sulla GS3, ho l'erba direttamente dalla pianta e... [Rit] (adoro quando mi chiami big pop-pa) Getta le tua mani in aria, se sei un vero playa (adoro quando mi chiami big pop-pa) per le tipe che fanno soldi trattando i fratelli come pupazzi (adoro quando mi chiami big pop-pa) se hai una pistola nella cintura per favore non sparare qua dentro (perchè??) perchè vedo alcune signorine stasera che dovrei fare mie baby, bay-beee Schiettamente dolcezza ti sto chiedendo sul serio la maggior parte di questi negri pensano di saperci fare con le donne ma sono attori chi possono attrarre con quella storia "qual è il tuo nome, qual è la tua firma" appena lui ha comprato il vino io appaio scivolando dal dietro e ti chiedo quali sono i tuoi interessi, con chi stai cose che ti fanno sorridere, che numeri digitare sarai qui ancora per un po', vado a chiamare la mia crew tu vai a chiamare la tua possiamo ritrovarci al bar verso le due progetti per andar via, lancio le chiavi a Lil Cease solleviamo e apriamo il baule, e rolliamo il prossimo spinello così possiamo esalare sulla strada verso l'hotel, vado a riempire lo stomaco una bistecca con l'osso, uova al formaggio e vino del Galles dialoghiamo per un po', perchè in poco, noi faremo ciò che siamo venuti a fare, non è vero tesoro? (veroooooo) dimentica l'hotel andiamo semplicemente a casa e guardiamo un film nella jacuzzi, fumo erba mentre tu mi fai Rit. (Come stai vivendo Biggie Smalls?) In una villa con la Benz dando soldi ai miei amici ed è una sensazione stupenda un sacco di grana, fanculo "un dollaro e un sogno" (tipo "Mamma mia dammi cento lire",ndt) ancora porto a braccia pistole, armato con mirini infrarossi spaccando ???, fumando e vivendo ottimamente soldi zoccole e vestiti, tutto ciò che un negro vuole una stupida soddisfazione? quel che sia, ho dovuto trovare il tesoro sepolto, tanti grammi ho dovuto misurare (di droga, ovvio, ndt) comunque vivo meglio ora, maglioni di Gucci ora BMW decapottabili sono "the man" ragazza.. (dolcezza senti, dì alle tue amiche, di andare coi miei amici e possiamo essere amici cazzo possiamo fare questo tutti i fine settimana ok? va bene per te? yeah...continua a spaccare)
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Gianni M. Gualberto il 01/08/12 alle 17:51 via WEB
Chester Himes riagggiornato... E allora? Su quali parametri ci stiamo basando? Francamente, non riesco a capire la materia del contendere... Chissà se mi ami o pure no: chi lo può dire? Chissà se un giorno anche io potrò l'amor capire?! Ma quando tu mi vuoi sfiorar con le tue mani, avvinta come l'edera mi sento a te... Chissà se mi ami o pure no, ma tua sarò!... Son qui, tra le tue braccia ancor, avvinta come l'edera... Son qui, respiro il tuo respiro, son l'edera legata al tuo cuor... Sono folle di te e questa gioventù, in un supremo anelito, voglio offrirti con l'anima, senza nulla mai chiedere... Così, mi sentirai così, avvinta come l'edera... perchè in ogni mio respiro tu senta palpitare il mio cuor... Finchè luce d'amor sul mondo splenderà, finchè m'è dato vivere, a te mi legherò, a te consacrerò la vita!... Se il vento scuote e fa tremar le siepi in fiore, poi torna lieve a carezzar con tanto amore! E tu, che spesso fai soffrir tormenti e pene, sussurrami baciandomi che m'ami ancor... Lo so che forse piangerò, ma t'amerò!... Son qui, tra le tue braccia ancor, ..................... ..................... Son l'edera, per te... son l'edera, legata a te!...
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Gianni M. Gualberto il 01/08/12 alle 17:51 via WEB
Chester Himes riagggiornato... E allora? Su quali parametri ci stiamo basando? Francamente, non riesco a capire la materia del contendere... Chissà se mi ami o pure no: chi lo può dire? Chissà se un giorno anche io potrò l'amor capire?! Ma quando tu mi vuoi sfiorar con le tue mani, avvinta come l'edera mi sento a te... Chissà se mi ami o pure no, ma tua sarò!... Son qui, tra le tue braccia ancor, avvinta come l'edera... Son qui, respiro il tuo respiro, son l'edera legata al tuo cuor... Sono folle di te e questa gioventù, in un supremo anelito, voglio offrirti con l'anima, senza nulla mai chiedere... Così, mi sentirai così, avvinta come l'edera... perchè in ogni mio respiro tu senta palpitare il mio cuor... Finchè luce d'amor sul mondo splenderà, finchè m'è dato vivere, a te mi legherò, a te consacrerò la vita!... Se il vento scuote e fa tremar le siepi in fiore, poi torna lieve a carezzar con tanto amore! E tu, che spesso fai soffrir tormenti e pene, sussurrami baciandomi che m'ami ancor... Lo so che forse piangerò, ma t'amerò!... Son qui, tra le tue braccia ancor, ..................... ..................... Son l'edera, per te... son l'edera, legata a te!...
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 01/08/12 alle 19:47 via WEB
Chester Himes riagggiornato? e dove sta l'humor nero? --------------------------------------- questo testo, invece ha anche una linea melodica, e pure bella: Madre, madre Ci sono troppi di voi che piangono Fratello, fratello, fratello, Ci sono troppi di voi che muoiono/ che stanno morendo Sai che dobbiamo trovare una maniera Per portare un pò di amore qui oggi.. Padre, padre, non abbiamo bisogno di peggiorare (la situazione) Vedi, la guerra non è la soluzione Sai che dobbiamo trovare una maniera Per portare un po' di amore qui oggi Cortei di protesta, e i loro cartelli Non punirmi con brutalità (brutalmente) Parlami, cosi puoi vedere,cosa sta succedendo Cosa sta succedendo Cosa sta succedendo Nel frattempo Andiamo avanti, baby Andiamo avanti Adiamo avanti Padre, padre Tutti pensano che sbagliamo Oh, ma chi sono loro per giudicarsi Semplicemente perché i nostri capelli sono lunghi Oh sai che dobbiamo trovare una maniera Per portare un po' di comprensione qui oggi Cortei di protesta, e i loro cartelli Non punirmi con brutalità Parla con me Cosi puoi vedere Cosa sta succedendo Cosa sta succedendo Dimmi cosa sta succedendo Ti dico cosa sta succedendo Andiamo avanti baby Andiamo avanti baby
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Gianni M. Gualberto il 01/08/12 alle 21:01 via WEB
Marvin Gaye appartiene a tutt'altro periodo (in "What's Goin' On" è la guerra in Vietnam ad essere protagonista) e altra era la temperie. Comunque, la discussione si farebbe troppo lunga e inutile. Mi pare - correggimi se sbaglio, comunque mi scuso anticipatamente per l'eventuale abbaglio- che tu nutra qualche pregiudizio (me ne sono accorto a proposito della tua opinione sulla filmografia amnericana: più che esprimere questioni di gusto, tendeva ad essere un po' uno svarione storico e culturale) sulla cultura americana e non nutro certo io l'ambizione di farti cambiare idea. E non mi va di dibattere temi d'abbigliamento: se alcuni neri si vestono da papponi (ho conosciuto tanti farabutti bianchi europei in giacca e cravatta, e persino in clergyman) o se si ammantano di catene d'oro (un vezzo che mi ricorda non pochi imigranti italiani in Brasile). Mi sembrano dettagli ininfluenti e a poco ci servirebbe esplorare l'aspetto urbano delle nuove generazioni africano-americane, ecc., ecc. Rimaniamo cordialmente su sponde diverse. D'altronde, il mondo è bello perché è vario.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 01/08/12 alle 22:04 via WEB
si, verissimo. il mondo è bello perchè vario ed anche avariato ed avaro... penso anche il garbato intervento del blogmaster imponga una chiusura del discorso. ci terrei solo a fare una precisazione sul discorso vestiario, che era stato anche tirato fuori da Riccardo (che rivendicava il diritto del musicista ad un'immagine fuori dallo schema del povero sfigato). il look scelto per dei video è ormai parte integrante del messaggio multimediale e vestire coperti d'oro come la madonna di Pompei, cirondato da sgallettate peggio che al Bunga Bunga, ha una valenza ben chiara, anche socialmente. senza contare come viene vista la donna... e qui si aprirebbe un'altra voragine, per cui chiudo. quanto ai pregiudizi sulla cultura americana, uno come me, cresciuto a Heminguay, Chandler, Scott Fitzgerald, Armstrong, Davis, Ford e Sinatra non dovrebbe averne. forse non reggo le ultime generazioni...
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 02/08/12 alle 10:07 via WEB
Veramente il mio riferimento era al fatto che si tende a giudicare un musicista per come veste o come si comporta più che per come suona e cosa propone. Vabbè, loop, che ci siano difficoltà di comprensione tra noi era già abbastanza evidente, oppure è ancora più lampante che il mio livello di scrittura fa veramente pena (in effetti...) non è certo all'altezza delle tue dotte letture. Ne devo prendere atto. Diamoci un taglio, dai, che nemmeno riesco più a caricare la pagina...
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 30/07/12 alle 19:39 via WEB
relativismo si o no, questo giustificare tutto sociologicamente mi ha stancato. è possibile dire che tra le tante cose positive che la cultuta afroamericana ci ha regalato, c'è anche l'orrore del rap? un genere "musicale" che rifiuta la melodia, riduce gli accordi ad uno scheletro e lascia tutto in mano alla ritmica (molto monocorde) ed al testo è un discreto ossimoro. mi sembra una regressione infantile dalle parti del girogirotondo
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 30/07/12 alle 20:14 via WEB
Premesso che l'hip hop o il rap non mi appassionano, c'è chi rifiuta il ritmo e si spaccia per jazzista, il che è anche peggio. Con le tue argomentazioni potrei dire le stesse cose di molto free e musica creativa d'avanguardia: niente melodia, accordi più che ridotti direi inesistenti. Quindi?...
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 30/07/12 alle 20:51 via WEB
ma che modo di ragionare hai? sei qui per discuter su un argomento o per fare il paiolo a me? questo gusto contorto di ritorcere addosso concetti espressi in altri contesti per continuare una polemica vecchia è un po' scocciante. se vuoi, qui, parla del rap, e non tirare fuori altro (ci manca solo Rava)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 31/07/12 alle 10:21 via WEB
Caro loop, non capisco perché ti alteri invece di rispondere nel merito. La mia è una osservazione un po' ironica più che polemica (ormai non mi rimane che quello, ma vedo che non è più possibile usare nemmeno l'ironia in un ambiente italico per lo più ammuffito nelle idee, ristretto, chiuso, conformista e troppo peramloso per i miei gusti). E lascia stare Rava almeno tu quando non lo nomino, altrimenti vuol dire che la si vuol buttare in caciara. Dopo una laurea di ingegnria, diversi esami di analisi matematica e vent'anni di professione avrò sicuramente disimparato la logica di nel ragionare, ma la contraddizione nel tuo di ragionamento è a mio avviso evidente. Te l'ho fatto rilevare, non per polemizzare con te, ma con cio che leggo, non è un fatto personale e solo piacere di discutere. Forse la cosa succede semplicemente perché scriviamo parecchio, non per altro. La faccenda della mancanza di melodia e di armonia l'hai tiratata fuori come evidente disvalore per ciò che legittimamente non ti piace e allora ti faccio osservare che lo stesso criterio può essere utilizzato per altre musiche più o meno improvvisate o più o meno ritenute nell'alveo jazzistico e che in generale godono di maggiore dignità critica del rap. Tutto il Novecento musicale ha messo in discussione il proprio rapporto con melodia e armonia. E' una cosa che andrebbe spiegata, magari con ragione, invece di incazzarsi a sproposito, come peraltro talvolta ti capita non solo con me. Non ti va di farlo? Ok, nessun problema, lascia perdere di rispondere allora. Posso sopravvivere. Ti saluto e stai tranquillo, non è il caso di alterarsi.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 31/07/12 alle 10:44 via WEB
aggiungo, sempre in ambito di contraddizioni e di pseudo giustificazioni sociologiche o extra musicali, ma in generale, non rivolto per forza a loop...Questa storia del musicista di successo con l'aria da pappone e le ballerine seminude, o che sia il Jarrett bizzoso di turno che va in giro in Mercedes e prenda l'elicottero per trasferirsi ai concerti, o il Marsalis nero imborghesito ricco, di successo, o il Davis venduto alla faccia dei critici e puristi vari, etc.etc. è una storia che ha veramente stancato. Questo modo di gudicare il musicista, eredità di una cultura di sinsitra vecchia, brontosaurica, ottusa e ancorata ad un modo sordamente ideologico di valutare musica e musicisti è veramente non sopportabile oltre. Cioè, un musicista un po' sfigato, poveraccio che è apprezzato (a parole) da quattro pseudo intellettuali della musica allora quello va bene, se uno ha successo invece, giù botte...altro che infantilismo musicale, questa è invidia pura che sfiora la demenzialità e con la pretesa pure di essere presa sul serio. Quando ci libereremo da sta fuffaglia sarà sempre troppo tardi.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 31/07/12 alle 11:00 via WEB
ribadisco il concetto. io ho parlato di rap e ti mi fai le pulci sul free. stai facendo il paiolo a me non stai discutendo del merito dell'articolo. non entri nel merito del discorso, facendo magari tutti i paragoni che vuoi, critichi soltanto una mia OVVIA affermazione (che il rap ha eliminato la melodia). quanto al free che ha eliminato la melodia, scusami ma stai cannando di grosso: le improvvisazioni sono comunque melodia.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 31/07/12 alle 11:23 via WEB
Non capisco perché dovrei avere un rapporto polemico esclusivo con te per il gusto di averlo, ma vdo che ne sei convinto. Pazienza, ma io mi attengo a quel che vedo scritto e replico, non è un fatto personale. Mi spiace ma sono entrato nel merito quando ti ho fatto osservare che tutta la musica del e dal Novecento ha ridiscusso anche in termini radicali il proprio rapporto con melodia e armonia, quindi continuo a ritenere il tuo rilievo critico sul rap pertinente sino ad un certo punto e comunque non peculiare. Quanto al cannare di grosso, mi vien da sorridere nel leggerti...sicchè io prendo in mano uno strumento melodico, un sax ad esempio, improvviso a caso e costruisco una melodia? A saperlo andavo a registrare tutte le pernacchie che ho emesso nel mio sax per vent'anni, magari campavo con i diritti d'autore...
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 31/07/12 alle 11:28 via WEB
.sicchè io prendo in mano uno strumento melodico, un sax ad esempio, improvviso a caso e costruisco una melodia? ---- se questa è la tua idea del free, che serve discutere?
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 31/07/12 alle 12:07 via WEB
ehi loop, e adesso si che polemizzo con te, cerca di non fare il furbetto, della caciara da quattro soldi e di mettermi in bocca cose che non ho scritto. Ho parlato di me stesso e delle mie pernacchie, con un paradosso comunque conseguente a quel che hai scritto tra presunta identità tra melodia e improvvisazione, non della idea che ho o avrei del Free. Non confondo la cacofonia con il Free né tantomeno l'improvvisazione con la melodia o la melodia con la cacofonia.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 31/07/12 alle 12:21 via WEB
per ma hai scritto cazzate.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
riccardo il 31/07/12 alle 12:36 via WEB
Ne prendo atto. Non mi pare il caso di andare oltre, anche per rispetto di Roberto e di quessto bel sito. Stammi bene.
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 

AUTORI DEL BLOG

                 Andrea Baroni


                 Fabio Chiarini


                 Roberto Dell'Ava


                 Franco Riccardi

 

                 Ernesto Scurati

 

ULTIME VISITE AL BLOG

corradobulgarifederico_calcagnogirasoli69andronico.massimoClooney1967ossimoramirkosaxdiz69gattogerlandomariailaria1979vincenzogiordanogianni6781flavioborghivetgio0ockram70
 

ULTIMI COMMENTI

Non ti preocupare, capisco benissimo. Vi sto seguendo...
Inviato da: Less.is.more
il 24/08/2019 alle 11:46
 
Molto bello e interessante il nuovo blog.
Inviato da: Less.is.more
il 23/08/2019 alle 21:27
 
La musica di di Monk ne definisce la prepotente...
Inviato da: Piero Terranova
il 13/07/2019 alle 20:06
 
Grazie!
Inviato da: Luciano Linzi
il 19/10/2018 alle 15:44
 
Una notizia che scalda il cuore. Anche perchè è decisamente...
Inviato da: juliensorel2018
il 12/10/2018 alle 15:21
 
 

CONTATTI:

pierrde@hotmail.com
 

FACEBOOK

 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

AREA PERSONALE

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963